Salvataggio Eurovita, cosa prevede il nuovo accordo per gli investitori

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Lo scorso fine settimana IVASS e cinque grandi società assicurative (Intesa Vita, Generali, Allianz, Unipol e Poste) hanno raggiunto un accordo che include le condizioni del salvataggio Eurovita, la compagnia che con tutta probabilità finirà protagonista di un procedimento di liquidazione coatta.

L’intesa – come si legge nelle note di presentazione dell’accordo – include i tratti di una soluzione strutturale e di sistema, una collaborazione responsabile al fianco delle istituzioni e ogni sforzo realizzato per raggiungere il principale
obiettivo di tutela degli assicurati.

Proprio a tal fine, si legge ancora nella nota, gli accordi definitivi con gli istituti di credito che hanno distribuito i prodotti Eurovita saranno presto perfezionati, sempre in collaborazione con le istituzioni, in tempi definiti “congrui” e con l’intera operazione che sarà articolata “in successive fasi”, oltre che subordinata all’ottenimento di tutte le autorizzazioni regolatorie delle competenti Autorità di Vigilanza.

Le compagnie coinvolte hanno poi voluto ricordare che lo schema definito “rappresenta un segnale forte di impegno dei principali gruppi assicurativi operanti in Italia a tutela del mercato e della clientela di Eurovita“.

Un progetto che – hanno commentato poi fonti vicine al Mef, che ha svolto un ruolo attivo nella trattativa – trova una soluzione positiva per gli assicurati a costo zero per le finanze pubbliche. Ora il tema chiave è evidentemente la questione riscatti.

Insomma, il salvataggio di Eurovita prevede che le polizze sottoscritte con questa compagnia assicurativa siano trasferite in una nuova entità in via di costituzione (newco) partecipata dalle cinque compagnie (Allianz, Assicurazioni Generali, Intesa Sanpaolo Vita, Poste Vita e UnipolSai), lasciando a Eurovita il destino già tracciato della liquidazione coatta amministrativa: una decisione non ancora ufficializzata ma che giorno dopo giorno sembra essere sempre più probabile.

I detentori dei contratti assicurativi di Eurovita non devono tuttavia preoccuparsene più di tanto: qualsiasi sia la forma giuridica che verrà scelta per trattare la compagnia in difficoltà, nulla cambierebbe sostanzialmente per i titolari delle 350.000 polizze della società, che sarebbero in ogni caso tutelati dal piano di salvataggio ora raggiunto.

Rimarrà comunque di interesse comprendere che cosa accadrà nei prossimi mesi. Per il momento, scaduto il provvedimento IVASS che li congelava, l’Autorità, per dar modo di portare a termine il piano, è intervenuta nuovamente prolungando lo stop fino al prossimo 31 ottobre 2023 proprio al fine di tutelare gli stakehokders coinvolti nella vicenda: si rende infatti necessario procedere con un maggiore ordine nel rispetto dei tempi tecnici che, come vedremo, non sono certo marginali.

Cerchiamo dunque di rispondere alle domande più frequenti su questo argomento così sentito da centinaia di migliaia di risparmiatori italiani.

Cosa è successo a Eurovita?

logo di Eurovita

Eurovita è stata commissariata poiché i suoi dati patrimoniali si sono deteriorati nel corso degli anni, fino a giungere in una situazione in cui il suo coefficiente di solvibilità, un indicatore che misura il livello di patrimonializzazione, calcolato come rapporto percentuale tra il patrimonio di vigilanza dell’intermediario e il totale delle attività ponderate per il rischio, era inferiore al valore del 150% considerato come soglia di tolleranza dalle autorità di controllo.

Questo ha significato che Eurovita aveva meno fondi propri rispetto a quanto richiesto dalla normativa Solvency II per coprire i rischi sottostanti al business sviluppato. Al fine di invertire la tendenza e tornare sopra soglia Eurovita avrebbe dovuto deliberare un aumento di capitale di circa 200 milioni di euro.

Tuttavia, il socio Cinven, a cui è riconducibile la titolarità effettiva della compagnia non ha provveduto in tale direzione. Come conseguenza di quanto sopra le Authority di controllo hanno deciso di commissariare Eurovita.

Cosa prevede il nuovo accordo per il salvataggio di Eurovita?

In primo luogo, è bene notare che lo schema dell’operazione così determinata prevede che la newco da poco costituita dai cinque big assicurativi di cui si è fatto cenno qualche riga fa (Intesa Vita, Generali, Poste, Unipol e Allianz) rilevi per una cifra simbolica la compagnia e proceda poi, in un secondo tempo, a spacchettare il business in parti uguali.

Il risultato di questo approccio straordinario è la definitiva scomparsa di Eurovita e del suo brand. Per gli investitori, questo significa anche che chi ha sottoscritto le polizze Eurovita finirà con l’avere tra le mani un contratto assicurativo con Generali, Unipol, Allianz, Poste o Intesa, a seconda della ridistribuzione dei carichi contrattuali, con tutte le garanzie che ciò comporta.

Di fatti, con il trasferimento del prodotto assicurativo dal mondo Eurovita a quello di una delle cinque compagnie protagoniste dell’accordo, la controparte diventerà una realtà solvibile e in grado di assicurare le prestazioni previste.

Chi si farà carico del salvataggio? Ha costi per lo Stato?

In via teorica, da quanto è stato possibile comprendere il salvataggio di Eurovita non ha costi vivi per lo Stato, considerato che è tutto il comparto a sostenere il rischio assicurativo e i costi che sono connessi all’integrazione del ramo aziendale, compreso l’assorbimento del personale ad esso correlato.

A supportare l’operazione – non è ancora chiaro in che modo e in che termini – saranno anche gli istituti di credito, che dovrebbero garantire che l’impatto finanziario di eventuali riscatti sia gestibile per il sistema nel suo complesso.

Quando si apriranno i termini per riscattare le polizze?

Per quanto concerne i termini di riapertura dei riscatti – probabilmente, uno degli aspetti che interessa maggiormente i risparmiatori che sono ancora titolari di uno di questi contratti assicurativi – non ci sono ancora date precise.

È tuttavia lecito immaginare che per lo sblocco effettivo dei riscatti occorra attendere ancora qualche mese, visto che la newco temporanea, recentemente costituita come veicolo per l’operazione e destinata a rilevare il portafoglio del gruppo assicurativo (come abbiamo visto, da suddividersi poi tra le compagnie) al momento non dispone della licenza assicurativa.

Insomma, prima di fare ulteriori passi è necessario che la newco si doti delle autorizzazioni di IVASS e Covip, senza le quali non sarà possibile procedere ulteriormente in questa strada. Inoltre, è anche necessario rammentare come lo schema dell’operazione dovrà passare al vaglio dell’Antitrust: difficile che possano esservi dei rifiuti, ma il nulla osta richiederà comunque del tempo utile, considerato soprattutto che si metterà in mezzo anche il mese di agosto, che rallenterà ulteriormente il procedimento.

È anche per questo motivo che l’Authority ha sottolineato che la proroga dello stop ai riscatti delle polizze si prolungherà al 31 ottobre: un arco temporale che dovrebbe permettere un trasferimento delle polizze in maniera più ordinata, tenendo conto, in via prudenziale, dei tempi tecnici richiesti dalla realizzazione del trasferimento stesso.

Come a dire che, probabilmente, ci sarà l’opportunità di concludere l’operazione un po’ prima di questo frangente temporale (ma non molto tempo prima), prendendo così il tempo necessario per evitare corse dell’ultimo minuto.

La data del 31 ottobre 2023 costituirà dunque una barriera importante per tutti gli investitori che hanno sottoscritto contratti assicurativi con Eurovita, considerato che con il blocco dei riscatti prorogato fino al 31 ottobre, qualsiasi richiesta presentata fino ad allora sarà congelata in attesa che lo sblocco diventi
effettivo.

Cosa succede in caso di evento?

Una importante precisazione concerne l’ipotesi in cui da qui al 31 ottobre 2023 si verifichino degli eventi previsti contrattualmente, come ad esempio un sinistro. In questi casi, evidentemente, la sospensione non opererà, così come non opererà nemmeno per le liquidazioni previste in caso di scadenza naturale dei termini contrattuali, e ancora per le forme di anticipazioni relative alle forme pensionistiche complementari.

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