Il Tav si farà perché non realizzarlo costerebbe di più che completarlo

La notizia shock arriva da una diretta via Facebook del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Alla luce degli investimenti comunitari, non realizzare il Tav costerebbe più che completarlo. E soltanto il Parlamento può recedere unilateralmente dal contratto.” Queste le parole con cui Conte vanifica tutte le speranze dell’intero movimento NO TAV, di tutti gli elettori (buona parte dei quali saranno a quest’ora ex elettori) del Movimento 5 Stelle e di migliaia di altri cittadini italiani informati e consapevoli dell’inutilità di tale opera.

Difendiamo interessi nazionali” ha aggiunto il Premier. Certo spiegarlo ai No Tav non sarà così facile, ma i soldi piovono dall’Europa e come si fa a dire di no? Così è stato annunciato il via libera del governo alla costruzione della Torino-Lione, una linea progettata 30 anni fa per esigenze che non c’erano allora ma che si riteneva ci sarebbero state oggi. Oggi invece non ci sono e si ritiene che non ci saranno mai, quindi è chiaro che è giunto il momento di completare urgentemente l’opera.

Sia chiaro che resta compattamente contrario il Movimento 5 Stelle. Che continua a dire no alla realizzazione del Treno Alta Velocità Torino-Lione, e in Parlamento voterà contro, ma nella piena consapevolezza che non servirà a nulla. Insomma i Pentastellati se ne lavano le mani, e il TAV si farà per colpa di chi lo vuole, cioè tutti gli altri.

L’Europa aumenta i fondi per realizzare il Tav

Conte ha dichiarato anche: “rappresento un governo appoggiato da due forze politiche che sul punto la pensano in maniera opposta. In gioco ci sono tanti soldi, che sono vostri, e vanno gestiti con la massima attenzione. Vanno gestiti come farebbe un buon padre di famiglia.”

Già, infatti è proprio una questione di soldi, ed è stata la generosa offerta che arriva improvvisamente dall’Europa a convincere il Premier. “Sono pervenuti dei fatti nuovi, elementi da tener conto nella risposta che dobbiamo dare entro venerdì” ha spiegato il premier “l’Ue si è detta disponibile ad aumentare lo stanziamento dal 40% al 55%, questo ridurrebbe i costi.”

“La tratta nazionale” spiega ancora Conte “potrebbe beneficiare di un contributo europeo pari al 50%. Anche qui saremmo di fronte a un forte risparmio. E di questo ringrazio pubblicamente il ministro Toninelli”. Solo che il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti non è mai stato favorevole alla realizzazione del TAV, e si vocifera che potrebbe persino decidere di dimettersi.

Toninelli è stato per mesi sotto attacco da parte del leader della Lega Matteo Salvini, e sta conducendo una battaglia contro Aspi per lo stop ai Benetton in seguito alla mancata manutenzione del Ponte Morandi che ha poi causato il suo crollo.

Comunque il Premier Conte ha spiegato che “solo il Parlamento potrebbe adottare una decisione unilaterale” il che in sintesi significa che dal momento che la ratifica dell’accordo sul Tav è stata presa dal Parlamento, allo stesso modo la decisione di non realizzare l’opera deve necessariamente provenire dal Parlamento anch’essa.

“La decisione di non realizzare l’opera” avverte però il premier “ci esporrebbe a tutti i costi derivanti dalla rottura dell’accordo con la Francia”. La Francia infatti si è già espressa per confermare l’intento di proseguire con la realizzazione dell’opera. Di conseguenza, volendo bloccare l’opera, magari nell’ottica di adottare una soluzione alternativa e mettere in cantiere un progetto differente, questo non si potrebbe fare in collaborazione con la Francia. Infine, spiega Conte “i fondi Ue non sarebbero garantiti con impieghi alternativi”.

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