Crisi di governo, mozione di sfiducia a Conte il 20 agosto, ma l’ultima parola al Senato

Sarà alle 18 la votazione al Senato per stabilire i tempi della crisi di governo. Nello specifico c’è da decidere quando il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte debba presentarsi in Parlamento per le comunicazioni di rito, e presumibilmente per la presentazione della mozione di sfiducia da parte della Lega.

Nella riunione dei capigruppo ha prevalso la data del 20 agosto, spinta da Movimento 5 Stelle, Pd e gruppo Misto, contro quella proposta da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia che invece volevano che il premier si presentasse alle camere domani stesso 14 agosto.

Dal momento che la decisione della capigruppo non è stata unanime, sarà necessario il passaggio in Aula nel corso del quale sarà sottoposta al voto anche la calendarizzazione della mozione di sfiducia. Almeno sulla carte però, la maggioranza dovrebbero averla ben salda M5s e Pd, e a meno che non dovessero esserci sorprese, la data definitva sarà appunto quella del 20 agosto.

Salvini “siamo pronti a tutto. Non siamo attaccati alle poltrone”

Salvini ha ritrovato il suo alleato di sempre, Silvio Berlusconi, ed il centrodestra torna quindi ricompattato e determinato ad accelerare il più possibile i tempi della crisi. Salvini vuole andare a votare subito, d’altra parte i consensi alla Lega difficilmente cresceranno ancora nelle prossime settimane, anzi si intravedono molte nubi all’orizzonte per il Carroccio, quindi prima si torna al voto, meglio è per la Lega.

Siamo pronti a tutto. Non siamo attaccati alle poltrone, lo vedrete nelle prossime ore” dichiara Salvini, che probabilmente si riferisce alla possibilità di far dimettere i propri ministri. Una mossa che costringerebbe il premier Conte a rassegnare le dimissioni martedì stesso.

Mi affido alla saggezza del Presidente della Repubblica. E’ evidente che non c’è altra maggioranza” dice Salvini. Ma Sergio Mattarella ha già dimostrato di voler svolgere un ruolo perfettamente superpartes, arbitro imparziale della crisi.

La mossa della Casellati

Movimento 5 Stelle e Pd non hanno gradito la decisione che la presidente del Senato, Elisabetta Alberta Casellati di Forza Italia, ha preso in merito alla calendarizzazione della mozione di sfiducia. E’ stato il capogruppo dem Andrea Marcucci, appartenente alla corrente renziana, ad accusare la Casellati di aver compiuto “una forzatura inacettabile“.

Si ritiene infatti che la Casellati abbia tentato di far calendarizzare la crisi nelle tempistiche volute da Matteo Salvini, venendo meno al suo ruolo di garante superpartes. La Casellati ha infatti ritenuto suo dovere, visto che la decisione nella conferenza dei capigruppo non è arrivata all’unanimità, di far ratificare l’intero emiciclo.

La Casellati ha infatti affermato già nella mattinata che “la convocazione dell’Assemblea, nell’ipotesi in cui il calendario dei lavori non venga approvato in capigruppo all’unanimità, non costituisce forzatura alcuna, ma esclusivamente l’applicazione del regolamento. L’art. 55, comma 3, prevede infatti che sulle proposte di modifica del calendario decida esclusivamente l’Assemblea, che è sovrana. Non il presidente, dunque.”

Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto ed esponente di Liberi e Uguali, ha definito la mossa della Casellati “una forzatura gravissima, un favore spudorato a Salvini” e ha aggiunto “se è vero che senza unanimità nella riunione dei presidenti dei gruppi è poi l’Aula a decidere, è anche vero che non è mai stata convocata una seduta ad hoc per discutere del calendario”.

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