Ecco chi sono i nuovi ministri, da Gualtieri all’Economia a Lamorgese all’Interno. Biografie e provenienza politica

La squadra del governo Giallo-Rosso è stata finalmente resa nota. Dei 21 ministri, 10 appartengono al Movimento 5 Stelle, 9 appartengono al PD ed 1 a Liberi e Uguali, mentre 1 solo dei 21 è un tecnico, ossia non ha una appartenenza politica riconducibile ad un partito in particolare.

La squadra del governo Giallo-Rosso è stata finalmente resa nota. Dei 21 ministri, 10 appartengono al Movimento 5 Stelle, 9 appartengono al PD ed 1 a Liberi e Uguali, mentre 1 solo dei 21 è un tecnico, ossia non ha una appartenenza politica riconducibile ad un partito in particolare.

Sottosegretario alla presidenza del Consiglio: Riccardo Fraccaro del M5S

Fraccaro è nato a Montebelluna in provincia di Treviso e ha 38 anni. Laureato in Giurisprudenza, ha lavorato per una società energetica come dipendente ed è entrato in Parlamento nel 2013. Nella XVII Legislatura è stato eletto come deputato ed ha poi ricoperto la carica di segretario dell’ufficio di presidenza di Montecitorio.

Dopo essere stato nuovamente eletto alle politiche del 2018, Fraccaro è tornato alla Camera dei Deputati ed è stato nominato ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta. Fraccaro risulta anche tra i firmatari nonché tra i promotori della riforma costituzionale che permetterà il taglio di 345 parlamentari.

Ministro dell’Interno: Luciana Lamorgese

Luciana Lamorgese è l’unico Tecnico del governo M5S-Pd. Nata a Potenza, età 66 anni, è stata prefetto di Milano fino all’ottobre del 2018, ma prima ancora ha lavorato alla prefettura di Varese e alla direzione generale del Ministero dell’Interno. Nel 2010 è stata poi nominata prefetto di Venezia, ma l’incarico più interessante è probabilmente quello dell’anno seguente, quando è diventata “soggetto attuatore per la realizzazione e la gestione delle strutture di accoglienza nella Regione Veneto”.

Una scelta, quella della Lamorgese agli Interni, che a Salvini piacerà meno di altre, se si ricorda che a Milano la neo titolare del Viminale ha promosso l’accordo con i sindaci della città metropolitana per la distribuzione delle quote migranti, occasione in cui si scontrò ripetutamente con esponenti della Lega.

Facile osservare come questo genere di esperienza possa giocare un ruolo fondamentale nell’arduo compito di cambiare rotta sulla gestione dei flussi migratori rispetto al governo giallo-verde, ma senza però tornare all’indolenza dell’esecutivo ancora precedente.

Luciana Lamorgese è anche stata capo del gabinetto del Viminale dal 2013 al 2017, prima sotto la guida di Angelino Alfano e poi sotto quella di Marco Minniti che fu quello che la nominò al vertice della Prefettura di Milano. Si tratta della terza donna Ministro dell’Interno dopo Rosa Russo Iervolino e Annamaria Cancellieri.

Ministro dei Rapporti con il Parlamento: Federico D’Incà del M5S

Federico D’Incà è nato a Belluno ed ha 43 anni. Era già stato eletto come deputato nella precedente legislatura, ed è ora al suo secondo mandato. Nella XVII legislatura ha ricoperto il ruolo di capogruppo a Montecitorio e presidente dei deputati, in questa invece ha ricoperto il ruolo di questore. Adesso prenderà il posto di Riccardo Fraccaro come ministro dei Rapporti con il Parlamento.

Ministro dell’Economia e Finanze: Roberto Gualtieri del Pd

Questa era una delle grandi incognite di questi giorni. L’incarico di Ministro dell’Economia, come si era intuito a seguito della sua assenza improvvisa da Bruxelles, è andato all’eurodeputato del Pd Roberto Gualtieri.

Gualtieri è nato a Roma, ha 53 anni, è uno storico e un politologo. Dal 2009 è eurodeputato del PD, e dal 2014 ricopre l’incarico di presidente della Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento Europeo. Gualtieri è anche professore associato di Storia contemporanea presso l’Università La Sapienza nonché vicedirettore della Fondazione Istituto Gramsci.

Membro della Segreteria romana dei Democratici di Sinistra dal 2001 al 2006, ha poi fatto parte della commissioine dei “saggi” che fu nominata da Romano Prodi e che ha poi di fatto dato vita all’attuale Partito Democratico. Dal 2008 Gualtieri è membro della Direzione nazionale del Pd.

Ministro delle Infrastrutture: Paola De Micheli del Pd

Paola De Micheli è nata a Piacenza e ha 46 anni. Ha conseguito la laurea in Scienze Politiche presso l’Università Cattolica di Milano. Ha poi lavorato come manager nel settore agroalimentare per in “Consorzio Cooperativo Conserve d’Italia”, e solo in seguito è iniziata la sua esperienza politica.

Paola De Micheli è stata assessore al Bilancio e al Personale del comune di Piacenza dal 2007 al 2009. Poi nella XVII legislatura è stata sottosegretario alla presidenza del Consiglio, e dal 2017 al 2018 ha ricoperto l’incarico di commissario straordinario alla ricostruzione delle aree colmpite dal terremoto del Centro Italia. Ha poi assunto l’incarico, a partire dal 17 aprile 2019, di vicesegretario del Pd insieme ad Andrea Orlando.

Ministro per lo Sviluppo Economico: Stefano Patuanelli del M5S

Stefano Patuanelli è nato a Trieste ed ha 45 anni. Laureato in ingegneria civile lavorava come libero professionista, diventando nel 2009 e fino al 2011 presidente dell’ordine degli ingegneri di Trieste.

Nel governo M5S-Lega è stato capogruppo al Senato e fin dall’inizio della Legislatura, pur essendo solo al primo mandato a differenza della maggior parte dei “pezzi grossi” dei 5 Stelle, è stato visto come un punto di riferimento per il gruppo. Prima di questa esperienza di governo, Patuanelli è stato, dal 2011 al 2016, consigliere comunale del M5s.

Ministro all’Istruzione: Lorenzo Fioramonti del M5S

Il nuovo ministro dell’Istruzione è Lorenzo Fioramonti del Movimento 5 Stelle. Nato a Roma, 42 anni, sposato e con due figli. Laureato in Storia del pensiero politico ed economico moderno presso l’Università Tor Vergata di Roma, ha conseguito poi un dottorato di ricerca in Scienze Politiche all’Università di Siena.

Tra il 1997 e il 2000 ha lavorato come assistente parlamentare per Antonio Di Pietro, senza però percepire alcuna retribuzione. Nel gennaio del 2018 ha presentato la sua candidatura con il M5S, e prima di essere eletto è stato inserito da Luigi Di Maio, nel suo “governo dei sogni” come ministro dello Sviluppo Economico.

A marzo 2018 è stato poi eletto con il 36,65% delle preferenze nel collegio uninominale di Roma-Torre Angela. A luglio dello stesso anno ha nominato Dino Giarrusso, ex inviato de Le Iene, suo segretario particolare.

Dopo essere stato professore ordinario di Economia Politica all’università di Pretoria in Sudafrica, è divenuto viceministro all’Istruzione nel governo Conte, ed ora nel Conte bis presiede appunto lo stesso dicastero.

Ministro degli Esteri e Cooperazione Internazionale: Luigi Di Maio

Difficile dire quanti si aspettassero che dopo le ipotesi come Ministro dell’Interno e come Vicepremier, e dopo aver ricoperto sia la carica di Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico nel governo giallo-verde, Luigi Di Maio sarebbe approdato al ministero degli Esteri.

Nato ad Avellino, ma cresciuto a Pomigliano D’Arco, Luigi Di Maio a soli 33 anni ha ricoperto una delle cariche di maggior responsabilità nel primo governo Conte: la vicepresidenza del Consiglio: E appena entrato in Parlamento nella XVII legislatura, al suo primo mandato ha ricevuto l’incarico di Presidente della Camera.

Dal 2017 Luigi Di Maio è il capo politico del Movimento 5 Stelle ed è stato il candidato premier alle politiche 2018. Di Maio, oltre ad aver ricoperto sia la carica di vicepremier che quella di ministro, ha giocato un ruolo determinante nella trattativa con il Partito Democratico in seguito all’improvvisa apertura della crisi per opera di Matteo Salvini.

In questi giorni è stato al centro delle critiche, giunte persino da parte di Beppe Grillo, circa la sua presunta volontà di conservare la carica di vicepremier. Accusa questa che Di Maio ha pubblicamente smentito, ricordando che per ben due volte ha rinunciato a quella carica: la prima quando ha fatto un passo indietro per permettere la nascita del governo giallo-verde; la seconda quando ha rifiutato l’offerta di Salvini che gli ha proposto la carica di premier su un vassoio d’argento.

Ministro della Giustizia: Alfonso Bonafede del M5S

Uno dei due ministri che sono rimasti esattamente al loro posto è Alfonso Bonafede. Nato a Mazara del Vallo, età 43 anni, laureato con dottorato di ricerca in Giurisprudenza presso l’Università di Siena. Dal 2006 al 2009 ha lavorato come avvocato, dopodiché si è candidato come sindaco di Firenze per il Movimento 5 Stelle ma con un pessimo risultato (1,82% dei voti).

Nella XVII legislatura, dopo essere stato eletto deputato, ha ricoperto la carica di vicepresidente della commissione Giustizia a Montecitorio. E’ stato nominato responsabile per gli Enti locali del M5S, poi insieme a Riccardo Fraccaro ha affiancato Virginia Raggi nella gestione di alcune problematiche interne.

Fraccaro ha poi ricoperto la carica di ministro della Giustizia nel primo governo Conte, ed è ricordato per aver firmato la legge Spazzacorrotti, che rappresenta uno dei risultati di cui il Movimento 5 Stelle va fiero, essendo da sempre stato uno dei loro cavalli di battaglia.

Ministro dell’Ambiente: Sergio Costa del M5S

Sergio Costa è l’unico ministro, oltre a Bonafede, ad aver conservato il suo precedente incarico. Nato a Napoli, età 60 anni, laureato in Scienze agrarie, è entrato nel Corpo Forestale dello Stato nel 1987, diventando nel 2005 comandante della Polizia provinciale di Napoli.

Ha conservato questa carica fino al 2008, poi è tornato alla Forestale e dal 2014 al 2016 ha ricperto il ruolo di comandante regionale della Campania. Costa ha anche lavorato per la Direzione nazionale antimafia, dove è stato referente investigazioni “Ecomafia”. Poi alla formazione del governo 5 Stelle-Lega è stato designato come ministro dell’Ambiente, carica che continuerà a ricoprire anche nel nascente governo giallo-rosso.

Ministro per il Mezzogiorno: Giuseppe Provenzano del Pd

Giuseppe Provenzano è nato a San Cataldo ma è originario di Milena in provincia di Caltanissetta, ha 38 anni ed è un economista con una laurea e un dottorato conseguito al Sant’Anna di Pisa, nonché vicedirettore dello Svimez.

Oltre ad essere un esperto di Mezzogiorno, è anche membro di redazione della Rivista economica del Mezzogiorno. Nel 2012 è stato messo a capo della segreteria dell’assessore per l’Economia della Regione Sicilia nella giunta di Rosario Crocetta Crocetta, carica che ha conservato fino al 2014.

Al tempo fu anche consulente dell’allora ministro dell’Ambiente Andrea Orlando. Nel 2018 ha rifiutato di candidarsi per le politiche perché riteneva di essere stato inserito in lista in una posizione svantaggiosa per poter essere eletto, e questo a beneficio di altri nomi che si riteneva fossero più vicini al segretario del partito. Dal 2019 è membro della segreteria nazionale del Partito Democratico ed è responsabile alle politiche del lavoro.

Ministro della Difesa: Lorenzo Guerini del Pd

Lorenzo Guerini è nato a Lodi e ha 52 anni. Dal 1995 al 2004 ha ricoperto la carica di presidente della Provincia di Lodi, mentre dal 2005 al 2012 è stato sindaco della città. Eletto nel Partito Democratico sia nella XVII che nella XVIII legislatura, è anche divenuto presidente del Copasir il 18 luglio 2018.

Guerini appartiene alla cosiddetta ala renziana del Pd, infatti quando Matteo Renzi fu eletto segretario del partito, Guerini assunse l’incarico di portavoce per poi venir promosso vice segretario nel 2017. Insieme a Luca Lotti, in seguito alla debacle politica di Renzi, ha fondato una nuova corrente.

Ministro delle Politiche Agricole e Forestali: Teresa Bellanova del Pd

Teresa Bellanova è nata a Ceglie Messapica e ha 61 anni. Nel suo passato ha una carriera da sindacalista dei braccianti con la Cgil, poi è entrata in politica con il Pd ed è stata eletta dapprima deputata e in seguito senatrice.

Nel governo Renzi è stata sottosegretaria al Lavoro dal 28 febbraio 2014, poi nel 2016 le viene affidato l’incarico di viceministro allo Sviluppo Economico, incarico che conserva anche durante il governo Gentiloni.

Ministro del Lavoro: Nunzia Catalfo del M5S

Nunzia Catalfo è nata a Catania e ha 52 anni. Al suo secondo mandato come senatrice del M5S, è stata la prima firmataria delle proposte di legge su Reddito di Cittadinanza e Salario minimo.

Nel governo giallo-verde è stata presidente della commissione permanente Lavoro pubblico e privato, Previdenza sociale del Senato.

Ministro della Salute: Roberto Speranza di LeU

Roberto Speranza è l’unico ministro che è stato assegnato alla formazione politica di Pietro Grasso, e va a sostituire Giulia Grillo alla Salute.

Speranza è nato a Potenza, ha 40 anni, ed è uno dei leader che hanno guidato la scissione del Pd nel 2017. La sua carriera politica inizia nella Sinistra Giovanile di cui nel 2007 diventa presidente, all’epoca in cui Fausto Raciti ne era il segretario.

Entra poi nei Giovani Democratici per volere di Walter Veltroni, nucleo che porterà poi alla formazione dell’attuale Pd. E’ stato consigliere comunale con i Democratici di Sinistra a Potenza da quando aveva solo 25 anni, e tra il 2009 e il 2010 ottiene l’assessorato all’urbanistica.

Da lì in poi non manca una tappa: coordinatore regionale del Pd in Basilicata, coordinatore della campagna elettorale di Pierluigi Bersani alle primarie del centro-sinistra, e poi anche in occasione delle politiche del 2013. In quella occasione viene eletto deputato e diventa capogruppo alla Camera, un incarico che conserva solo fino al 15 aprile 2015, quando in disaccordo con la scelta del governo Renzi di appoggiare l’Italicum, decide di dimettersi dal ruolo.

Ministro agli Affari Europei: Enzo Amendola del Pd

Enzo Amendola è nato a Napoli e ha 45 anni. Si trova al suo secondo mandato come deputato del Pd. Nei governi Renzi e Gentiloni è stato sottosegretario agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale. Dal 2019 è diventato responsabile nazionale agli esteri per la segreteria del Pd. Milita nel centro sinistra sin dai tempi dei Ds, crescendo nel partito come dirigente vicino alla corrente di Massimo D’Alema.

Ministro agli Affari Regionali: Francesco Boccia del Pd

Francesco Boccia è nato a Bisceglie in Puglia, ha 51 anni ed è deputato da 3 legislature, nonché ex presidente della commissione Bilancio della Camera, e consigliere economico di Enrico Letta ai tempi in cui era ministro dell’Industria. Arrivò a capo del Dipartimento per lo Sviluppo delle Economie Territoriali per volere di Romano Prodi.

Nel 2005 e nel 2010 si candidò alle primare del Pd per le regionali in Puglia, ma tutte e due le volte fu battuto da Nichi Vendola. Boccia è stato tra i sostenitori di Michele Emiliano quando nel 2017 si candidò alla segreteria del Pd contro Matteo Renzi e Andrea Orlando. Poi all’ultimo congresso ha sostenuto Nicola Zingaretti, il quale poi lo ha nominato responsabile Economia e società digitale del partito il 13 luglio scorso.

Ministro per lo Sport e le Politiche Giovanili: Vincenzo Spadafora del M5S

Spadafora è nato ad Afragola ed ha 45 anni. La sua carriera è iniziata come segretario particolare di Andrea Losco dell’Udeur, per passare poi alla segreteria dei Verdi, diventando poi nel 2006 capo segreteria di Francesco Rutelli al tempo in cui era ministro della Cultura.

E’ stato anche nominato primo Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza nel 2011, poi nel 2016 è entrato nello staff di Luigi Di Maio come responsabile delle relazioni istituzionali. Viene eletto deputato per la prima volta nel 2018 e nominato sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle Pari opportunità.

Ministro per l’Innovazione tecnologica: Paola Pisano del M5S

Paola Pisano è nata a Torino e ha 42 anni. Ha lavorato fino ad oggi come assessore all’Innovazione per la città di Torino. Laureata in Economia e amministrazione aziendale, ha lavorato come docente universitaria sia in Italia che nel Regno Unito, e in banca come consulente.

E’ diventata poi direttrice del Centro di Innovazione tecnologica multidisciplinare dell’Università di Torino (ICxT) e al momento dirige il laboratorio Smart City che si trova all’interno dello stesso (ICxT). Luigi Di Maio l’avrebbe voluta come capolista alle scorse elezioni europee, ma la Pisano ha rifiutato per poter portare avanti il suo lavoro presso il comune di Torino.

Ministro per la Pubblica Amministrazione: Fabiana Dadone del M5S

Fabiana Dadone è nata a Cuneo e ha 35 anni. E’ al suo secondo mandato come deputata del M5S e nelle scorse legislature faceva parte della commissione Antimafia.

A partire dal 2018 è stata fatta referente di Rousseau per la funzione Scudo della Rete e nel 2019 è stata nominata membro dei Probiviri, che è il collegio che si occupa di stabilire quali debbano essere le misure disciplinari da applicare nei confronti degli iscritti che contravvengono al regolamento interno del M5S.

Ministro per le Pari Opportunità e per la Famiglia: Elena Bonetti del Pd

Elena Bonetti è nata a Mantova, ha 43 anni, una laurea e un dottorato in matematica ed è professoressa associata di analisi matematica presso l’Università di Milano.

Già membro della direzione nazionale del Partito Democratico, prende il posto dei leghisti Lorenzo Fontana e Alessandra Locatelli. Nel 2014 ha firmato un appello per chiedere il riconoscimento delle unioni gay al Parlamento e alla Chiesa.

Ministro dei Beni culturali e del Turismo: Dario Franceschini

Dario Franceschini, sessantenne di Ferrara, laureato in Giurisprudenza e deputato a partire dal 2001. E’ figlio di un partigiano cattolico che fu poi eletto in Parlamento con la Democrazia Cristiana.

Dario Franceschini arriva in politica con la Margherita ed è stato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nei governi di Massimo D’Alema e Giuliano Amato. Ma anche Ministro per i Rapporti con il Parlamento nel governo di Enrico Letta, e ministro della Cultura nei governi di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni.

Ai tempi dell’Ulivo è stato capogruppo alla Camera, poi con il Pd diventa vicesegretario del partito, mentre dal 2009 assume il ruolo di segretario dopo le dimissioni di Walter Veltroni. Viene però sconfitto da Pierluigi Bersani alle primarie dell’anno dopo. Con il governo Conte bis, oltre al ministero dei Beni culturali, ottiene anche la delega al turismo che nel precedente governo era stata affidata al ministro dell’Agricoltura Gianmarco Centinaio.

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