Il Conte bis verso la manovra economica. Ecco come verrà finanziata

La manovra economica verso la quale stiamo andando parte da una base certa di 27 miliardi di euro, che dovranno servire per disinnescare le clausole di salvaguardia che prevedono l’aumento dell’IVA, e per finanziare le spese indifferibili. A quei 27 miliardi se ne andranno ad aggiungere altri dovuti in primis al taglio del cuneo fiscale, che rientra tra le cosiddette misure espansive, e si calcola che il valore complessivo della manovra raggiungerà i 32-35 miliardi di euro.

Ma da dove arriveranno le coperture per la manovra economica ormai imminente? CI si aspetta che la trattativa a Bruxelles sia agevolata dalla presenza di due figure molto stimate in area euro, come l’eurodeputato Roberto Gualtieri, ora ministro dell’Economia, e Paolo Gentiloni, destinato ad un ruolo importante come commissario Ue in un portafoglio economico.

L’atteggiamento benevolo può essere un buon punto di partenza, ma non sarà certo sufficiente a far comparire dal nulla 35 miliardi. Sappiamo che dei margini di flessibilità sono possibili, ma in cambio dovranno esserci degli impegni, da parte del nuovo esecutivo, in materia di investimenti e nella riduzione del debito pubblico.

Nella migliore delle ipotesi tuttavia, la flessibilità che ci verrà concessa dall’Europa sarà di 10 miliardi e da soli non saranno abbastanza per coprire il costo dell’intera manovra. Ecco come mai serviranno ulteriori risorse da individuare, e come è facile immaginare non sarà un compito da nulla per il neonato governo giallo-rosso.

Per finanziare la manovra serve una spending review

Le operazioni di contenimento della spesa corrente saranno senza ombra di dubbio necessarie, ma non sufficienti, neppure nella più ottimistica delle ipotesi. L’ex ministro dell’Economia Giovanni Tria prevedeva, ben prima dell’inaspettata crisi di governo, operazioni di contenimento della spesa per un totale di circa 5 miliardi, ma non basteranno e servirà una vera e propria spending review.

I tagli alla spesa devono essere ben calibrati, o le conseguenze potrebbero essere disastrose sull’economia italiana. Basti pensare che esagerando coi tagli alla spesa corrente si potrebbero ottenere degli effetti recessivi simili a quelli che si avrebbero con un aumento della pressione fiscale.

Per evitare tutto ciò sarà necessario che il governo riesca ad individuare, tramite una spending review accurata, quali sono quei settori in cui si possono recuperare risorse. Degli oltre 840 miliardi di euro che compongono la spesa però, una parte è destinata a settori in cui gli stanziamenti dovrebbero persino essere aumentati, come per esempio nell’istruzione e nella ricerca.

La lotta all’evasione anche attraverso la fatturazione elettronica

Di importanza fondamentale ai fini della manovra economica sarà il compito di individuare nuove fonti di gettito in gran parte riconducibili al capitolo della lotta all’evasione fiscale. In quest’ottica l’introduzione della fatturazione elettronica potrà giocare un ruolo di fondamentale importanza.

La fatturazione elettronica, introdotta per tutte le transazioni a partire da quest’anno, ad eccezione di quelle di chi ha aderito al regime IVA agevolato, sta oroducendo dei risultati interessanti sotto l’aspetto del gettito fiscale.

La logica che sta alla base della linea che viene seguita dal governo Conte, non deve essere associata al concetto di condono fiscale, ma all’esigenza di puntare al massimo sulla semplificazione, impostando le premesse per un maggior ricorso alla cosiddetta Tax Compliance, che altro non è che l’adesione spontanea al pagamento delle imposte, nell’auspicata riduzione delle imposte stesse, a partire proprio da quelle relative al costo del lavoro.

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