Procedura d’infrazione contro il Regno Unito per la mancata nomina del commissario Ue

La Brexit, dopo una lunga serie di vicissitudini, sarebbe dovuta avvenire il 31 ottobre, una data alla quale il leader Tory non era minimamente intenzionato a rinunciare. Tuttavia dopo gli ultimi eventi Boris Johnson è stato costretto ad accettare il rinvio al 31 gennaio, stringendo un ulteriore accordo con la Ue che ha chiesto però in cambio un segnale di continuità.

Questo segnale di continuità sarebbe dovuto essere la nomina di un commissario Ue del Regno Unito, cosa che però non è ancora avvenuta. Un segnale di chiara rottura tra la Gran Bretagna e l’UE, quello che il leader Tory sta inviando in questi giorni, visto che non solo la nomina del commissario ad oggi non c’è ancora stata, ma in base a quanto riportato dall’ambasciatore britannico presso la UE, potrebbe non esserci mai.

Ma Boris Johnson ha delle buone ragioni da addurre a sostegno della linea che segue. Il Regno Unito infatti non fa nomine durante la campagna elettorale, ma per Ursula Von der Leyen questa non sarebbe una giustificazione valida, e ha definito tutto ciò un sotterfugio giuridico senza nessun oggettivo fondamento, che potrebbe condurre ad una azione legale.

La presidente della Commissione Ue ha infatti annunciato che la commissione sarebbe pronta a portare davanti alla Corte di Giustizia Europea la mancata nomina del commissario europeo da parte della Gran Bretagna come violazione degli accordi stretti con l’esecutivo comunitario.

E’ stata infatti aperta nei confronti del Regno Unito una procedura di infrazione per la mancata indicazione di un proprio candidato per il posto di comissario europeo. Nella nota ufficiale si legge: “in qualità di custode dei trattati la Commissione europea ha inviato oggi una lettera di costituzione in mora al Regno Unito per aver violato gli obblighi previsti dal trattato UE non proponendo un candidato per il posto di commissario europeo”.

Al Regno Unito è stato concesso tempo fino al 22 novembre per fare la nomina del candidato commissario. “Questo stretto lasso di tempo è giustificato dal fatto che la Commissione deve entrare in funzione il prima possibile” spiegano da Bruxelles, ma Johnson ha motivato il rifiuto con la questione delle elezioni anticipate che si terranno il 12 dicembre.

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