Il Parlamento Ue vota la Commissione Von der Layen, che fa meglio di Junker raccogliendo 461 sì

E’ stata ufficialmente approvata la nuova Commissione Europea, che dal Parlamento ha ricevuto il via libera con una votazione nella quale i pareri favorevoli sono stati più numerosi di quelli che furono espressi a suo tempo per la Commissione guidata da Jean-Claude Junker.

La Commissione Ue guidata dall’ex ministra della Difesa tedesca Ursula Von der Leyen ha totalizzato 461 sì, 157 voti contrari e 89 astensioni. A Junker, come accennato, non andò così bene nel 2014, quando i sì alla sua commissione furono 423, 209 i voti contrari e 67 le astensioni su un totale di 751 eurodeputati.

“Il fatto che oggi siamo in grado di avere un’ampia maggioranza stabile lo considero un voto a favore di un’agenda di cambiamento” è stata la dichiarazione a caldo della nuova presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen.

Sì è alzata in piedi per ricevere l’applauso del parlamento di Strasburgo, Ursula von der Leyen subito dopo l’ufficializzazione del risultato della votazione del presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Una Von der Leyen definita “raggiante” che ha quindi firmato, insieme allo stesso Sassoli, la lettera che sarà poi consegnata al Consiglio Europeo per la ratifica della nomina della nuova commissione Ue. Mentre guadagnava l’uscita dall’Aula poi la Von der Leyen ha ricevuto l’abbraccio dei commissari.

Interessante l’assenza della rappresentanza britannica nel nuovo Consiglio europeo, dovuta alla decisione del primo Ministro Boris Johnson, che si è rifiutato di nominare il commissario e ha motivato la scelta dicendo che la Gran Bretagna non fa nomine durante la campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento UK.

La nuova Commissione è composta da 15 commissari e 12 commissarie, per chi ritenga abbia una qualche valenza il sesso di coloro che ne fanno parte, i quali potrebbero trovare interessante anche il fatto che si tratta del più alto gender balance mai registrato nell’esecutivo comunitario. Nella precedente Commissione Ue per esempio, quella guidata da Jean-Claude Junker, le donne erano solo in nove.

L’insediamento della nuova Commissione Ue avverrà il 1° di dicembre, con un mese di ritardo sulla tabella di marcia, anche a causa delle tre candidature riviste, un numero questo che non trova precedenti, il problema non da poco della Brexit, ma anche alcune nomine molto criticate.

L’annuncio del sostegno da parte dei 154 deputati socialdemocratici è arrivato prima del voto, con la rassicurazione che avrebbero votato sì “in gran maggioranza”, allo stesso modo anche i 108 deputati di Renew. Alcuni eurodeputati socialisti hanno però annunciato che avrebbero deciso per l’astensione, scelta che hanno sposato anche i Verdi.

Uno dei punti più criticati è stato quello della scelta del commissario all’Allargamento ungherese, che per alcuni era un segno di approvazione verso le posizioni anti-Ue del governo di Viktor Orban, e quella del commissario al Mercato Unico e Numerico francese, Thierry Breton, ceo uscente della società Atos.

La deputata tedesca Ska Keller si è rivolta al commissario affermando: “il conflitto d’interesse è inerente al vostro portafogli” e ha aggiunto poi di “non poter accettare”. La Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica (Gue), ma anche l’estrema destra, hanno annunciato che avrebbero votato No.

Diviso si è presentato invece il Movimento 5 Stelle, che al momento del voto ha mostrato ancora una volta una scarsa compattezza e le difficoltà ad avere una linea condivisa sui temi più disparati. 10 eurodeputati pentastellati hanno infatti votato a favore del team di Ursula Von der Leyen, mentre due hanno votato contro e due si sono astenuti.

Il 16 luglio però, in occasione dell’elezione della presidente Von der Leyen il M5s si era mostrato compatto, appoggiando la sua candidatura. Un voto, quello dei 14 sì del Movimento 5 Stelle, che fu determinante proprio per l’elezione dell’ex ministra tedesca al vertice dell’esecutivo comunitario, infatti la sua elezione arrivò di misura, con solo 383 voti favorevoli, appena 9 in più di quelli necessari per avere la maggioranza.

Ci furono anche delle conseguenze sul piano politico a livello nazionale, che seguirono la decisione di seguire quella linea da parte dei 5 Stelle. L’allora alleato di governo leghista infatti non apprezzò affatto, e mosse pesanti critiche, nonostante inizialmente la posizione del Carroccio fosse favorevole alla stessa candidata appoggiata dai 5 Stelle, Ursula Von der Leyen appunto.

Il tema della svolta Green

Tra i temi fondamentali per l’esecutivo guidato dalla Von der Leyen quello della protezione del clima, con il Green new Deal come “nuova strategia” di crescita. Nel suo discorso la presidente della Commissione Ue ha toccato poi anche il tema dell’immigrazione, altro nodo ostico da sciogliere, nodo che richiede una soluzione “umana” e “comune”.

Quanto all’ambiente “la protezione del nostro clima è una questione esistenziale per l’Europa e per tutto il mondo e non potrebbe essere altrimenti” ha detto Ursula Von der Leyen davanti all’assemblea di Strasburgo, e ha continuato poi ricordando le difficoltà che sta affrontando l’Italia con l’emergenza acqua alta, ma non solo “vediamo Venezia sott’acqua, le foreste in Portogallo colpite da incendi, la siccità in Lituania. E’ successo anche in passato, ma non possiamo perdere neanche un secondo, dobbiamo lottare contro il cambiamento climatico”.

Ed ecco il perché di una scommessa verde dell’esecutivo comunitario che sarà la “nostra strategia di crescita” ha spiegato la Von der Leyen “la strategia industriale per consentire alle aziende di fare innovazione e sviluppare nuove tecnologie creando nuovi mercati”. Un percorso, quello indicato dalla nuova Commissione che “ci aiuterà a ridurre le emissioni favorendo la creazione di posti di lavoro“.

Il tema dei migranti

L’altro tema importante toccato dal discorso di Ursula Von der Leyen, immancabilmente presente nel dibattito politico europeo oltre che in particolar modo nel dibattito politico italiano, è quello dell’immigrazione. Una sfida che “non andrà via, resterà con noi e un’Europa orgogliosa dei propri valori e in difesa dello stato di diritto dovrà trovare una risposta umana ed efficace, dovremmo poterlo fare” ha detto la Von der Leyen.

Per la nuova presidente della Commissione Ue, sono gli stessi cittadini a chiedere risposte. “Vogliono una soluzione comune alla sfida comune della migrazione, è un tema che ci ha spaccato ma dobbiamo andare avanti. Servono soluzioni che vadano bene per tutti” e ha poi ribadito che “l’Europa sarà sempre un riparo per coloro che hanno bisogno di protezione internazionale”.

La Von der Leyen ha tracciato alcuni elementi della linea che verrà seguita dal nuovo esecutivo, chiarendo che sarà “interesse” comunitario che coloro che restano “siano integrati” e ha al contempo precisato che “dobbiamo far sì che chi ha il diritto di rimanere ritorni in patria”.

La presidente ha anche ricordato l’episodio di cronaca di qualche settimana fa che vide coinvolti i cittadini vietnamiti morti in Inghilterra in un camion in cui erano nascosti come clandestini, e ha ribadito che è necessario “spezzare il modello dei trafficanti” e “riformare il sistema di asilo senza dimenticare i valori di solidarietà”.

Quella tracciata dalla Von der Leyen è la ricetta per giungere a un “consolidamento delle frontiere” che permetterà all’Europa “di tornare a un sistema di Schengen perfettamente funzionante“. Ha poi annunciato che sarà necessario “investire con azioni di partenariato nei Paesi di origine” e ha aggiunto: “non sarà facile ma ricordiamoci che è la cosa giusta da fare”.

L’importante ruolo di Gentiloni

Non sembra farsi alcuna illusione, la nuova presidente della Commissione Ue, in merito alle difficoltà che si pareranno davanti agli obiettivi da raggiungere. “Abbiamo costruito un’equipe europea eccezionale” ha detto la Von der Leyen, e ha aggiunto che da qui al 2024 l’Ue “porterà avanti una trasformazione di società e economia, è la cosa giusta da fare e non sarà semplice”.

L’apporto di ogni Stato membro appare quindi fondamentale in quest’ottica, e ogni Paese “si è impegnato per gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu” ha detto la presidente, che ha poi menzionato il commissario italiano Paolo Gentiolini che “gestirà il raggiungimento degli obiettivi. Ne è convinto e io credo in lui”.

Paolo Gentiloni, commissario agli Affari Economici ha rilasciato un’intervista nella quale ha dichiarato: “la Commissione parte con un consenso del Parlamento addirittura superiore a quello della Commissione precedente e questo è di buon auspicio. Per quanto riguarda il mio lavoro, la priorità assoluta sarà il rilancio della crescita. C’è molto da cambiare e da fare oer rilanciare la crescita in Europa, per renderla più sostenibile sul piano ambientale e sul piano sociale”.

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