Prescrizione, Italia Viva vota ancora con l’opposizione contro la riforma Bonafede e raccoglie tre sconfitte

Nella serata di oggi, giovedì 13 febbraio si terrà il Consiglio dei Ministri con all’ordine del giorno la discussione del lodo Conte bis e delle modifiche del processo penale volto a ridurre i tempi della giustizia. Ma Italia Viva, dopo aver fallito per tre volte nei suoi tentativi di affondare la riforma Bonafede, minaccia di non presentarsi.

La votazione che si è tenuta oggi in Commissione Giustizia al Senato ha infatti visto ancora una il partito di Matteo Renzi schierato con le forze di opposizione, vale a dire Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Quella di oggi era la terza votazione in commissione, e vedeva la presentazione della richiesta di modifica firmata da Forza Italia al decreto intercettazioni.

La proposta di Forza Italia, che ha ricevuto l’ormai non più inaspettato supporto di una delle forze che compongono la maggioranza, è stata bocciata per un solo voto. Nonostante l’aiuto dei renziani infatti e nella fattispecie con il voto del senatore di Italia Viva Giuseppe Cucca che ha votato con l’opposizione, il risultato della votazione è stato 12 sì contro 12 no, che al Senato equivale a bocciatura.

L’emendamento presentato da Forza Italia riproponeva il lodo Costa e per le operazioni di voto il senatore Cucca aveva chiesto le parti separate.

Si trattava del terzo tentativo di cancellare la riforma Bonafede, che l’opposizione mette in campo con l’aiuto di Italia Viva. Il primo ed il secondo tentativo erano invece due emendamenti al decreto Milleproroghe, falliti anch’essi.

Il primo emendamento era stato presentato dal senatore di +Europa Riccardo Magi, che è stato respinto per due voti, e mirava a sospendere la riforma Bonafede fino al 2023. Il secondo invece era il lodo Annibali, e con esso si chiedeva lo stop della riforma per un anno.

È stato sul terzo tentativo, quello di oggi, che la maggioranza di Governo ha rischiato di più. Non solo per via del fatto che la proposta del senatore di Forza Italia è stata bocciata per un voto soltanto, ma anche perché mentre gli altri due emendamenti votati (e bocciati) puntavano solo a rimandare l’entrata in vigore della riforma Bonafede, questo mirava a cancellarla del tutto per tornare alla riforma Orlando.

Il prossimo appuntamento sarà invece quello del Consiglio dei Ministri di questa sera, in occasione del quale si discuterà il lodo Conte bis e la riforma del processo penale, ma le lotte intestine sembrano non essersi minimamente placate nonostante il tentativo di mediazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Tant’è che le ministre di Italia Viva, Teresa Bellanova ed Elena Bonetti avrebbero già espresso l’intenzione di non prendere parte al Cdm di stasera, stando a quanto riferito a ilfattoquotidiano.it dallo stesso leader del partito Matteo Renzi. Lo stesso ex segretario del Pd ha anche lasciato intendere però di essere disposto a trovare un compromesso coi 5 Stelle.

Non ha mancato comunque di ribadire la posizione di Italia Viva, e alla minaccia di non prendere parte al Cdm ha risposto intanto il vicesegretario del Partito Democratico, Andrea Orlando. “Non si può restare impantanati all’infinito, non è un bene per il Governo, ma i Governi possono cambiare e si può andare a votare”.

Lodo Conte bis e riforma del processo penale

Nel Cdm di stasera saranno affrontati due temi ostici per questa maggioranza. Su quello che riguarda la prescrizione l’accordo all’interno delle forze che sostengono l’esecutivo alla fine è arrivato dopo il vertice della scorsa settimana.

L’accordo sulla riforma della prescrizione si è concretizzato nel lodo Conte bis, che stabilisce il blocco della prescrizione solo in caso di condanna in primo grado, mentre la decorrenza resta così com’è in caso di assoluzione. Su questo M5s, Pd e LeU erano convenuti, ma Italia Viva ha fatto muro sin dall’inizio e ha poi preso posizione insieme all’opposizione per bloccare la riforma Bonafede.

Nel frattempo il lodo Conte bis, che doveva inizialmente essere inserito nel decreto Milleproroghe come emendamento, si avvia ad essere inserito in un ddl ad hoc. La proposta di infilarlo nel Milleproroghe è stata infatti dichiarata inammissibile, e ora il lodo Conte bis dovrà essere portato in Cdm e con esso un’altra importante riforma, quella del processo penale.

La riforma del processo penale si pone come primo obiettivo quello di ridurre i tempi della giustizia, ma non era l’unico. Secondo le ultime indiscrezioni però nella bozza non compaiono più le norme sulla riforma del Consiglio Superiore della Magistratura che doveva contenere. La bozza precedente infatti era molto più consistente, e dai 34 articoli di cui era composta scende a un totale di 14 articoli.

Italia Viva pronta a disertare il Cdm

Lo ha annunciato Matteo Renzi, e lo hanno confermato i renziani, non si presenteranno al Consiglio dei Ministri che si svolgerà nella serata di oggi. La linea è stata dettata dal loro stesso leader che in una delle sue enews ha scritto: “noi non molliamo” aggiungendo poi “appena il Pd capirà il lodo Conte bis ci divertiremo”.

L’Ansa ha poi confermato che stando a quanto riferito da fonti interne del partito Italia Viva non presenzierà al Cdm. “Per coerenza non ci saremo. Il testo del ‘lodo Conte bis’ se lo voteranno gli altri” affermano da Iv.

È stato SkyTg24 a raccogliere il commento di risposta del vicesegretario dem Andrea Orlando. “Lasciare il Governo impantanato all’infinito sulla prescrizione non è un bene per il Governo, ma i Governi si possono cambiare e si può andare a votare” ha detto Orlando che ha poi smentito la possibilità che la maggioranza decida di aprire ad altri “responsabili” per sostituire i renziani.

“Non siamo interessati a questo disegno” ha dichiarato Orlando che ha poi spiegato: “il problema è che le scelte si devono fare dentro la maggioranza, noi lavoriamo per rimodulare la prescrizione, dà più risultati fare cose dentro maggioranza che non con blitz con l’opposizione, indebolisce il Governo e non credo che questo convenga perché le priorità sono altre”.

Non mi piacciono i toni né da Iv né da Bonafede, bisogna trovare in concreto la soluzione, non si tratta di slogan ma di meccanismi per giusto processo” ha poi concluso il vicesegretario dem.

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