Il provvedimento sulle intercettazioni diventa legge, ecco cosa prevede il provvedimento

Il 27 febbraio il Parlamento ha votato il decreto sulle intercettazioni, che in seguito all’approvazione alla Camera con 246 sì e 169 no è diventato legge. Ma cosa prevede esattamente? Sappiamo che contiene norme più rigide a tutela della privacy, e che sarà il Pm, e successivamente il Gip, a stabilire se determinate intercettazioni abbiano una qualche rilevanza per una data indagine oppure no.

Sarà consentito poi l’uso dei trojan, (virus che viene installato sui dispositivi quali pc, tablet, smartphone dell’intercettato per registrare le sue conversazioni e prendere nota delle sue attività) anche per chi risulta ‘incaricato di pubblico servizio’, e all’interno delle mura domestiche, ma a patto che vi sia motivo valido e giustificato. Si fa invece divieto di pubblicazione degli ‘ascolti’ ritenuti irrilevanti ai fini dell’indagine in corso.

Ci sono poi altre novità contenute nel decreto sulle intercettazioni approvato a fine febbraio alla Camera. Un decreto che ha catalizzato l’attenzione dei media ed accese polemiche all’interno delle forze politiche della stessa maggioranza, con un accordo tra di esse che è arrivato solo all’ultimo momento.

Le intercettazioni irrilevanti non possono essere pubblicate

Il primo aspetto da considerare riguarda il divieto di rendere pubbliche quelle conversazioni dal contenuto di carattere personale che sono irrilevanti ai fini di portare avanti l’indagine in oggetto.

Il decreto introduce quindi una disciplina più chiara del trattamento giuridico a cui vengono sottoposte le intercettazioni cosiddette ‘irrilevanti’ rispetto agli altri ‘ascolti’ che invece sono ritenuti utili ai fini degli accertamenti in corso.

È stato infatti stabilito che le intercettazioni irrilevanti resteranno coperte da segreto e non saranno mai pubblicabili. Discorso completamente diverso invece per quelle rilevanti, che verranno inserite nel fascicolo dell’indagine divenendo di dominio pubblico ed eventualmente possono essere diffuse.

Chi stabilisce la rilevanza delle intercettazioni?

Quindi se una intercettazione non ha alcuna rilevanza per le indagini, l’intercettato può ‘dormire sonni tranquilli’, ma chi stabilisce che non ne abbia? La valutazione, dice il decreto, viene rimessa al Pubblico Ministero, ed in seguito al Gip (Giudice per le indagini preliminari).

La differenza quindi, rispetto a prima dell’approvazione del decreto sulle intercettazioni, sta nel fatto che spetta al Pm, e non alla polizia giudiziaria come stabilito in passato dalla riforma Orlando, determinare quale materiale derivante dalle intercettazioni è rilevante ai fini dell’indagine e quale non lo è.

Privacy, trojan e uso delle intercettazioni per reati diversi

Sarà compito del Pubblico Ministero vigilare affinché nella trascrizione delle intercettazioni non vengano riportate espressioni ‘sensibili’, norma che però non vale solo per quelle classificate come irrilevanti, ma anche per le intercettazioni rilevanti, che dovranno essere opportunamente depurate dai cosiddetti ‘dati sensibili’.

Un’altra novità riguarda la possibilità dell’utilizzo delle intercettazioni per reati diversi rispetto a quelli per i quali sono state inizialmente disposte, ma solo nel caso in cui vengano ritenute “rilevanti e indispensabili” al fine dell’accertamento del reato, e ad ogni modo solo per quei reati per i quali sono previste le intercettazioni.

Infine l’aspetto probabilmente più controverso dell’intero decreto sulle intercettazioni, vale a dure l’uso del Trojan. Come accennato il trojan è un virus che viene installato su alcuni dispositivi e che può essere utilizzato per spiare l’intercettato.

Con questo decreto i captatori informatici vengono di fatto equiparati alle intercettazioni ambientali e si introduce l’obbligo di motivazione ulteriore che ne motivi l’utilizzo.

I trojan potranno essere usati non solo per i reati contro la Pubblica Amministrazione che vengono commessi dai pubblici ufficiali, ma anche per quei reati che vengono commessi da chi è “incaricato di pubblico servizio”, a patto che si tratti di reati che possono essere puniti con la pena della reclusione per una durata di 5 anni o più.

Anche nel caso di intercettazione attraverso captatore informatico è previsto che questa possa aver luogo all’interno delle mura domestiche, come per i casi che vedono coinvolti i pubblici ufficiali.

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