Merkel all’Italia: “non abbiamo attivato il Mes perché rimanga inutilizzato”. Conte: “a fare i conti sono io”

Ci siamo quasi al turno della Germania alla presidenza dell’Unione europea, ed è proprio ad una manciata di giorni che la cancelliera tedesca, Angela Merkel, dà il via ad una sorta di sfida a tu per tu con l’Italia.

Un braccio di ferro che si gioca sul terreno del cosiddetto fondo salva-Stati, vale a dire il Meccanismo Europeo di Stabilità, che secondo Berlino l’Italia dovrebbe usare. La cancelliera infatti ha apertamente dichiarato: “è uno strumento che può essere usato da tutti, non lo abbiamo attivato perché rimanga inutilizzato“.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non ha però gradito l’ingerenza della collega tedesca, e non ha fatto attendere la sua replica. “Rispetto le opinioni di Angela” ha risposto il premier “ma a far di conto per l’Italia sono io con il ministro Gualtieri, i Ragionieri dello Stato ed i ministri”.

Eppure, nonostante il presidente Conte sia stato molto chiaro nell’esprimere la posizione dell’esecutivo, difficilmente la Germania lascerà correre. Ci si aspettano invece pressioni decise da parte di Berlino sulla questione dell’uso del Mes, sulla quale chiaramente il governo tedesco non ha alcuna voce in capitolo.

Una questione, quella dell’uso del Mes, che inoltre rappresenta una spina nel fianco per l’attuale maggioranza, tutt’altro che coesa. Ricordiamo infatti che se il centro sinistra è favorevole all’uso del fondo salva Stati, con Pd e Italia Viva che si sono già espressi favorevolmente al suo utilizzo, il Movimento 5 Stelle, almeno in teoria, si è sempre professato contrario.

Lo stesso premier Conte non ha mai mostrato particolare predisposizione verso l’uso del Mes, anche se nel corso delle settimane la sua posizione si è apparentemente ammorbidita. È di oggi però la notizia del botta e risposta con Angela Merkel, che parlando con diversi quotidiani europei, tra i quali l’italiano La Stampa, ha messo al centro il Meccanismo europeo di stabilità.

La Merkel ha sostanzialmente illustrato le posizioni della Germania in merito all’approccio che dovrebbe essere adottato nell’ambito dell’emergenza economica scatenata dalle misure restrittive adottate nel periodo di lockdown per contenere il contagio da Covid-19.

Tuttavia le posizioni espresse dalla cancelliera tedesca non sono affatto prossime a quelle su cui è al momento ferma l’Italia, come ad esempio la questione dell’uso del Mes, sulla quale il Parlamento Ue si esprimerà il 17 luglio.

Angela Merkel sulla questione ha sottolineato: “è una decisione italiana” e ha poi precisato: “non abbiamo messo a disposizione degli Stati strumenti come il Mes o Sure perché restino inutilizzati”. Di fatto ha così acceso la miccia, e la replica del premier Conte è arrivata con la conferenza stampa sul piano scuola 2020-2021, in occasione della quale ha voluto precisare che sta a Roma decidere sul Mes.

Conte: “sul Mes non è cambiato nulla”

“Sul Mes non è cambiato nulla” ha ribadito Conte “rispetto le opinioni di Angela Merkel, ma a fare i conti sono io, con il ministro Roberto Gualtieri, i ragionieri dello Stato e i ministri” e ha poi aggiunto che “lo Sure è un percorso già attivato, sul Mes non è cambiato nulla”.

Il premier ha anche annunciato: “ci stiamo predisponendo per un Recovery Plan italiano, che presenteremo a settembre” aggiungendo poi “ieri c’è stata una riunione con i rappresentanti della maggioranza e abbiamo iniziato a ragionare sul ventaglio di possibilità dei prossimi provvedimenti. Ci aggiorneremo all’inizio della prossima settimana. Il programma Sure è un percorso praticamente già attivato”.

Quello di Angela Merkel però non voleva essere solo un consiglio, suonava infatti più come una chiara direttiva da seguire. Ricordiamo che il Mes potrà essere usato, dai Paesi che decideranno di ricorrervi, solo per spese in ambito sanitario, non per misure a sostegno dell’economia o per il rilancio del Paese.

La cancelliera tedesca sembra indicare il Mes all’Italia in quanto consapevole del fatto che con gli altri strumenti approvati e non ancora approvati, non si potrà fare poi tanto. “Il Recovery Fund non può risolvere tutti i problemi dell’Europa, ma non averlo rafforzerebbe il problema. Una disoccupazione troppo forte in un Paese può avere un effetto esplosivo. I pericoli per la democrazia sarebbero a quel punto maggiori” ha infatti dichiarato la Merkel.

La cancelliera tedesca ha poi aggiunto: “perché l’Europa democratica sopravviva deve sopravvivere anche la sua economia” e senza troppi giri di parole, stando a quanto riportato da Repubblica, ha anche affermato: “l’Italia pensi ad attivare il Mes”.

E ancora: “ciò che fa bene all’Europa fa bene anche” alla Germania. Servono però delle serie riforme, e l’Italia in particolare dovrà provvedere a mettere in campo un programma all’altezza della situazione. “La chiave per il successo consiste nell’amministrare bene le risorse e incrementare la convergenza nell’Ue” ha infine affermato Angela Merkel.

La trattativa coi Paesi frugali

Si deve necessariamente parlare di riforme coi cosiddetti “Paesi frugali” che in sostanza sono quelli che vogliono l’austerity, un termine che nel contesto in cui ci troviamo il buon senso impone di non utilizzare. D’altra parte se il sistema sanitario italiano ha corso il rischio di collassare dipende anche da quell’austerity che ha imposto il taglio di risorse anno dopo anno.

E sono appunto i Paesi “del Nord” a chiedere delle garanzie a quelli “del Sud”. I più restii sono, lo ricordiamo, Austria, Olanda, Danimarca e Svezia, ed è ai rispettivi governi che si deve in qualche modo far digerire il Recovery Fund da 750 miliardi di euro per sostenere le economie più colpite nella delicata fase della ripartenza.

Intanto, stando a quanto riportato da Il Giornale, lunedì la cancelliera tedesca e il presidente francese, Emmanuel Macron, si incontreranno per la prima volta dal vivo dopo mesi, a palazzo Mesenberg a Berlino, per mettere a punto la strategia da adottare per convincere appunto i Paesi frugali.

Nei giorni scorsi Macron ha incontrato il primo ministro olandese, Mark Rutte, con il quale ha avuto un colloquio che, stando a quanto ha affermato lo stesso presidente francese, ha permesso di fare “progressi”.

Da Parigi fanno sapere che ci si aspetta di giungere ad un accordo europeo entro il mese di luglio, ma si dovranno fornire delle rassicurazioni non da poco. Prima di tutto il capitolo riforme, ma non solo, si parla anche del nodo elezioni. Il ritorno al voto per le politiche in Italia deve essere allontanato il più possibile.

Il rischio è che, con un eventuale ritorno alle urne, sia il centrodestra a vincere, e alla Merkel non va esattamente a genio la prospettiva di dover trattare con Matteo Salvini e con Giorgia Meloni.

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