Trump lascia l’ospedale a parla del Covid “conviviamo con l’influenza, impariamo a farlo col Covid”

Dopo essere risultato positivo al tampone per il Coronavirus, ed essere stato ricoverato presso il Walter Reed Hospital alla comparsa dei primi sintomi, il presidente degli Stati Uniti è tornato alla Casa Bianca in ottimo stato di salute solo pochi giorni dopo, dimostrando ancora una volta che il virus non è così letale come viene descritto dai media.

Uno dei primi commenti che Donald Trump ha rilasciato dopo la conferma che sarebbe stato a breve dimesso dall’ospedale è arrivato via Twitter, dove il tycoon ha invitato i cittadini americani a non lasciarsi dominare dalla paura del virus.

“Lascerò il Walter Reed Medical Center oggi alle 18.30. Mi sento molto bene! Non siate spaventati dal Covid. Non lasciate che domini la vostra vita. Abbiamo sviluppato, durante l’Amministrazione Trump, alcuni farmaci davvero efficaci e conoscenza. Mi sento meglio di come stavo 20 anni fa!” ha scritto Donald Trump su Twitter il 5 ottobre.

Il coronavirus non sembra aver minimamente fiaccato la tempra dell’ultrasettantenne presidente Trump, così come non sembra averlo fatto con il nostro ultraottantenne Silvio Berlusconi, anche lui ricoverato per il Coronavirus di recente.

Trump: “impariamo a convivere con il Covid come facciamo con l’influenza”

E della sua esperienza il tycoon ha continuato a parlare sui social, pubblicando un post sia su Facebook che su Twitter in cui invita gli Americani ad imparare a convivere con il Covid-19 così come da sempre convivono con l’influenza, evidenziando che le differenze in fatto di letalità, se presenti, sono minime.

È stato poche ore dopo il suo rientro alla Casa Bianca che il presidente Trump ha scritto sui social: “la stagione dell’influenza sta arrivando! Molte persone ogni anno, qualche volta oltre 100 mila, e nonostante il vaccino, muoiono per l’influenza. Chiuderemo forse il nostro Paese? No, abbiamo imparato a conviverci, così come stiamo imparando a convivere con il Covid, che nella maggior parte della popolazione è molto meno letale!!!”

Twitter e Facebook censurano il post di Trump

Non è certo la prima volta che il presidente Usa viene censurato dai social, in particolare da Twitter, con cui sembra avere un rapporto pittosto complesso. Non è neppure la prima volta, ad onor del vero, che Donald Trump si lascia andare a dichiarazioni ‘coraggiose’, e difficili da sostenere dati alla mano, facilitando la vita di chi cerca qualsiasi appiglio pur di censurare dichiarazioni scomode.

Insomma Twitter ha ‘la censura facile’ e questo Trump dovrebbe averlo ampiamente appreso visti i precedenti, come quello delle dichiarazioni che aveva rilasciato circa possibili brogli nel voto per posta per le elezioni presidenziali 2020.

Tuttavia Trump ha comunque riportato alcuni numeri nel suo post su Facebook e Twitter, ma senza citare la fonte, e ha concluso il post affermando che il Covid è meno letale dell’influenza stagionale, il che non è stato ancora dimostrato, e sebbene non lo si possa escludere, non lo si può nemmeno affermare con certezza.

E se in Italia siamo purtroppo abituati ad affermazioni palesemente false e ampiamente smentite dalla scienza o dai fatti, che nonostante ciò vengono costantemente divulgate da tutti i media mainstream, cosiddetti ‘professionisti dell’informazione’, i social prendono invece molto seriamente le dichiarazioni prive di fondamento, specie quelle del presidente Trump.

A rimuovere il post del presidente Trump è stato dapprima Facebook, seguito poi da Twitter. Il portavoce di FB, Andy Stone, ha spiegato che il post è stato eliminato in quanto violava le regole imposta per limitare la disinformazione sul Covid. La stessa motivazione addottata anche da Twitter, che ha bollato il cinguettio del presidente come “informazione fuorviante e potenzialmente dannosa”.

Dal canto suo la CNN ha pubblicato un fact checking che smentirebbe le affermazioni del presidente Donald Trump. Secondo l’emittente televisiva americana le vittime del Coronavirus negli Stati Uniti, ad oggi circa 210 mila persone, sono un numero superiore alle vittime di influenza stagionale degli ultimi 5 anni.

Infatti tra il 2015 e il 2020, stando ai dati pubblicati dal CDC (center for disease control), le vittime di influenza stagionale negli Usa si aggirano intorno alle 178 mila complessivamente.

Le dichiarazioni di Trump sul Covid sono false?

Se prendiamo per buoni i dati pubblicati dal CDC circa la mortalità dell’influenza stagionale, volendo fare un confronto con la letalità del coronavirus dobbiamo tenere conto anzitutto di tre elementi:

  1. Le vittime dell’influenza stagionale, come evidenziato dallo stesso Trump, si registrano nonostante esista il vaccino. Quante sarebbero se il vaccino non esistesse? E un’altra domanda che ci si dovrebbe porre quindi: adotteremmo le stesse misure restrittive che adottiamo per il Covid anche contro l’influenza stagionale se non fosse disponibile un vaccino? In fin dei conti non sappiamo se e quando sarà davvero disponibile un vaccino per il Coronavirus.
  2. Non sappiamo quante sono realmente le vittime di coronavirus nel mondo, in quanto i decessi vengono conteggiati in modo molto diverso tra Paese e Paese. Facciamo l’esempio dell’Italia, dove tra i decessi vengono inseriti anche soggetti morti per altre cause, compresi incidenti, talvolta negative al covid da tempo prima del decesso. E poi prendiamo l’esempio della Germania che a fronte di oltre 300 mila casi registrati, ha conteggiato meno di 10 mila decessi, in quanto i criteri usati sono diversi.
  3. La letalità del coronavirus oggi non è minimamente paragonabile a quella che aveva nella fase iniziale, quando non esisteva la possibilità di eseguire uno screening così ampio, fondamentale per intervenire tempestivamente al manifestarsi della sintomatologia. Ma soprattutto inizialmente era totalmente errata la diagnosi e quindi la terapia, con l’inevitabile conseguenza di un elevato numero di decessi.

    Non solo, il virus nel frattempo è cambiato e ora ha dimostrato di essere molto meno pericoloso anche quando presente con una elevata carica virale, con il risultato che il numero di soggetti che mostrano sintomi si è ridotto drasticamente a parità del numero di persone positive. Il che significa che il confronto con il numero di decessi dell’influenza stagionale non può essere fatto oggi con i dati della mortalità di quasi un anno fa, quando il virus era del tutto sconosciuto.

Il presidente Trump ha tratto le conclusioni, riportando dati eclatanti che hanno fornito ai social un comodo assist per applicare la censura, ma non si può affatto escludere che oggi il Covid-19 sia effettivamente meno letale dell’influenza stagionale, o che il tasso di letalità dell’una e dell’altra sia più o meno in linea.

L’Oms però dà ragione a Trump

In realtà però a dare ragione a Donald Trump è la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, che davanti all’andamento del contagio, con una diffusione estremamente estesa del virus a fronte di un ormai bassissimo numero di casi gravi di Covid-19, non ha potuto evitare di ammettere l’evidenza.

In Italia la notizia è stata riportata anche dall’Adnkronos, dove viene spiegato che secondo l’Oms “centinaia di milioni di persone potrebbero essere già state infettate dal nuovo coronavirus, ben più dei circa 35 milioni ‘censiti’ dai conteggi ufficiali”.

La dichiarazione ufficiale è arrivata due giorni fa, il 5 ottobre, dal capo delle operazioni di emergenza dell’Oms Mike Ryan all’Executive Board dell’Agenzia delle Nazioni Unite a Ginevra. “Le nostre migliori stime attuali ci dicono che circa il 10% della popolazione mondiale potrebbe essere stato infettato da questo virus” ha detto il rappresentante dell’Oms, rivelando un dato che è tutt’altro che irrilevante.

Quali siano le conclusioni da trarre non è difficile dedurlo, ma è lo stesso Corriere della Sera a semplificare il concetto, affermando che se i numeri che arrivano dall’Oms dovessero essere confermati, il dato “porterebbe la letalità del Covid a livelli simili a quelli dell’influenza” stagionale.

Come sta ora il presidente Trump?

Il presidente Usa sta bene e non sta mostrando più alcun sintomo, stando a quanto ha fatto sapere il suo medico personale, Sean Conely. “Questa mattina il team dei medici del presidente si è incontrato con lui” leggiamo nel bollettino emesso dal medico della Casa Bianca “ha avuto una notte tranquilla a casa e oggi non riporta alcun sintomo”.

“Le funzioni vitali e gli esami medici restano stabili, con un livello di saturazione dell’ossigeno al 95-97%. Complessivamente continua a stare estremamente bene” conclude poi il dottor Conely.

Per Michelle Obama però si tratta di un’altra occasione per attaccare l’operato del presidente, che a suo dire “continua a manipolare gli Americani come se questa pandemia non fosse una minaccia reale”.

L’ex First Lady attacca infatti il tycoon in un video di 25 minuti intitolato ‘Closing Argument’, prendendo di mira la sua risposta alla pandemia di Covid-19. Nel video Michelle Obama afferma che l’approccio di Trump “è solo un esempio della sua negligenza”, e aggiunge poi: “le politiche di un presidente sono il diretto riflesso dei suoi valori e lo stiamo vedendo con l’attuale presidente, che ha devoluto la sua vita per arricchirsi”.

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