L’Oms dovrà mostrare più trasparenza nella gestione delle pandemie. La richiesta arriva direttamente dall’Ue

Non è stata esattamente quel che si dice una gestione impeccabile, quella che l’Oms ha mostrato al mondo in occasione della diffusione del Coronavirus, che dall’epicentro a Wuhan in Cina è stato in grado di raggiungere tutti i Paesi del mondo trasformandosi in una pandemia globale.

Ed è ora la stessa Unione Europea a chiedere all’Organizzazione Mondiale della Sanità di implementare alcuni protocolli di sicurezza all’insegna di una maggiore trasparenza in cui gli Stati sono tenuti a segnalare crisi sanitarie emergenti. Una procedura più attenta in tale fase infatti avrebbe forse permesso di fermare il virus in Cina, il cui governo ha ricevuto aspre critiche circa la gestione dell’emergenza sanitaria.

La richiesta che arriva direttamente da Bruxelles è contenuta all’interno della bozza di un documento indirizzato all’agenzia Onu. Il testo è stato redatto dal governo di Berlino in seguito ad un confronto anche con i governi degli altri Paesi membri e rappresenta l’ultimo approccio finalizzato ad affrontare il problema delle carenze dell’Oms in materia di finanziamenti, governance e poteri legali.

La bozza, resa pubblica da Reuters, riporta la data del 19 ottobre e contiene un chiaro sollecito rivolto all’Oms al quale si rivolge una richiesta di maggior “trasparenza sulla conformità nazionale” al Regolamento Sanitario Internazionale, con il quale si stabilisce l’obbligo da parte degli Stati membri dell’organizzazione a condividere rapidamente e integralmente le informazioni in proprio possesso circa emergenze sanitarie in atto.

Ad accusare l’Oms di poca trasparenza furono per primi gli Usa

Le prime accuse sono state rivolte all’Oms dagli Usa, con dichiarazioni anche forti sia da parte del presidente Donald Trump che da parte del segretario di Stato Mike Pompeo. In particolare dagli Stati Uniti si accusava l’Organizzazione Mondiale della Sanità di essersi mostrata troppo indulgente con il governo di Pechino nelle prime fasi dell’epidemia.

Il governo cinese infatti è stato, secondo l’accusa di Washington, troppo lento nel condividere le informazioni in suo possesso, mancando di divulgare elementi di importanza crucuale sul virus che era comparso a Wuhan.

In seguito alle accuse mosse dall’amministrazione Trump, il presidente Usa ha annunciato che avrebbe tagliato i finanziamenti all’Oms, dichiarazione che è stata poi seguita dai fatti. Quanto alla risposta dell’Oms, i vertici si sono limitati a respingere le accuse, che peraltro trovano una solida base negli stretti rapporti tra il presidente dell’Oms Tedros Adhanon Ghebreyesus e il partito comunista cinese, approfonditi anche in uno speciale di Report andato in onda nelle prime fasi dell’emergenza in Italia.

Nessun commento sul documento preparato dall’Ue

La proposta dell’Ue non è stata commentata né dall’agenzia Reuters che ne ha divulgato la bozza, né dal governo tedesco, appunto perché non si tratta della versione definitiva della richiesta che dall’Ue verrà inoltrata all’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nessuna risposta al documento è giunta allo stesso modo dal governo di Pechino.

Attualmente l’Unione Europea e i suoi Stati membri sono tra i maggiori finanziatori dell’Oms, e se la decisione degli Usa di ritirare i propri finanziamenti dovesse essere confermata anche per il futuro, diventerebbero il principale finanziatore pubblico dell’Organizzazione, la quale però, è bene ricordare, riceve ingenti somme a titolo di finanziamento da soggetti privati, tra i quali troviamo in prima linea Bill Gates.

La bozza preparata dall’Unione Europea sarà discussa la settimana entrante dai ministri della Salute dei Paesi membri in una videoconferenza, nel corso della quale si definirà inoltre la posizione comune in vista dell’assemblea generale dell’Oms che si svolgerà a novembre.

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