L’Italia a rischio secondo lockdown, ma il premier Conte assicura: “lavoriamo per evitarlo”

Dal momento che le misure adottate con i vari Dpcm che ci hanno accompagnato con misure di contenimento sempre più stringenti a partire da metà agosto non hanno sortito gli effetti sperati, l’Italia continua a registrare un aumento del numero dei positivi e sembra andare nella direzione di un secondo lockdown generalizzato.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva già sottolineato che abbandonare il modello della divisione del Paese in fasce di rischio, gialle, arancioni e rosse, avrebbe comportato il ritorno del lockdown, ed è proprio sulle misure stabilite con il Dpcm del 5 novembre che il governo fa affidamento per evitare una seconda serrata generalizzata.

E mentre nuove regioni finiscono in una fascia di rischio più alta, come Liguria, Toscana, Umbria, Abruzzo e Basilicata che passano da zona gialla a zona arancione, il premier assicura di essere al “lavoro per evitare il lockdown totale”.

Conte: “la curva dei contagi sta salendo ma mi aspetto che nei prossimi giorni cominci a flettere”

In una intervista rilasciata a La Stampa il presidente del Consiglio ha spiegato a proposito dell’andamento dell’epidemia in Italia: “la curva dei contagi sta salendo ma mi aspetto che nei prossimi giorni, anche per effetto delle nostre misure, cominci a flettere. Intanto si pone l’esigenza di aumentare i ristori per le categorie colpite dalle nuove misure restrittive, cosa che avverrà se necessario “con un nuovo scostamento di bilancio nel 2021”.

Il premier ha invitato ad “aspettare e tenere i nervi saldi” ed ha aggiunto: “abbiamo raddoppiato i letti in terapia intensiva, immesso nei servizi sanitari oltre 36 mila tra medici e infermieri, decuplicato la capacità di effettuare tamponi. Dobbiamo fare di più, ma siamo uno Stato di diritto, non invadiamo arbitrariamente la sfera personale dei cittadini”.

Un aumento dei posti letto nelle terapie intensive decisamente considerevole, che ricorda le dichiarazioni rilasciate durante il primo lockdown del commissario straordinario all’emergenza, Domenico Arcuri. “I posti letto in terapia intensiva, che erano 5.579, ora sono 9.284, cioè il 79% in più” aveva spiegato Arcuri stando a quanto riportato da TgCom24 il 4 aprile.

Ad ogni modo il governo aveva in seguito stanziato 1,3 miliardi di euro con il decreto Rilancio per potenziare i reparti di terapia intensiva, definendo una tabella di marcia con target regione per regione. Stando a quanto leggiamo su IlSole24Ore però quei target sono stati raggiunti solo da tre regioni, Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Valle d’Aosta, e solo queste ultime due hanno persino superato gli obiettivi.

Tutte le altre regioni hanno fatto poco e niente, alcune come l’Umbria non hanno aumentato i posti letto in terapia intensiva nemmeno di una unità, mentre altre hanno aggiunto solo il 10/15% dei posti letto che avrebbero dovuto.

Il premier erò traccia il ritratto di un’Italia efficiente, e si rivolge agli Italiani lanciando un appello, affinché capiscano e collaborino. “Lo Stato siamo tutti noi” ha ricordato Conte, che ha ribadito la disponibilità da parte del Governo ad aumentare i ristori, se serve “con un nuovo scostamento di bilancio nel 2021”.

E non è tutto, Conte sottolinea che “le cifre, i contributi dei due decreti ristori non sono affatto esigui. Ad esempio, gli indennizzi che stiamo erogando corrispondono al doppio di quelli già ricevuti in estate per molte categorie come ristoranti, palestre, piscine, teatri. A ciò si aggiungono le ulteriori misure quali crediti d’imposta sugli affitti commerciali, la cancellazione della seconda rata Imu, la sospensione dei versamenti dei contributi previdenziali per novembre”.

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