Recovery Plan: il Cdm approva il DL relativo alla governance del Pnrr e alle semplificazioni

Per la ripartenza dell’economia il governo di Mario Draghi sta puntando molto, per non dire tutto, sul Pnrr e quindi in buona parte sui fondi europei che arriveranno con il Recovery Fund. Una parte delle risorse necessarie per mettere in piedi il cosiddetto Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) invece arrivano come sappiamo dallo scostamento di bilancio approvato qualche mese fa.

Ma a che punto siamo con la messa in cantiere del Pnrr? Il Consiglio dei Ministri presieduto dal premier Draghi ha approvato nella giornata di venerdì scorso il decreto legge che getta le basi per la governance del Piano e contiene le prime misure attraverso le quali si punta a rafforzare le strutture amministrative e al contempo a semplificare.

Quali sono le novità sul Recovery Plan?

Le rincipali novità riguardanti il Recovery Plan sono quelle inerenti l’aspetto della governance. Come è stato spiegato dagli analisti di Equita SIM, la gestione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si articolerà su tre diversi livelli.

In primo luogo il dl approvato dal cdm assegna le responsabilità di indirizzo del Pnrr alla presidenza del Consiglio dei Ministri, istituendo al tempo stesso una Cabina di Regia e una Segreteria tecnica che avrà la funzione di supporto. Viene stabilita una durata temporanea che tuttavia sopravvivrà allo stesso esecutivo in quanto si protrarrà fino alla fine del 2026.

Ma veniamo poi al secondo livello, quello che prevede monitoraggio e rendicontazione, compiti che vengono assegnati al Servizio Centrale per il PNRR, istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Quanto al terzo ed ultimo livello, riguarda la realizzazione degli interventi che viene assegnata ai singoli “soggetti attuatori” che vedono in prima linea i ministeri, quindi le Regioni e infine gli enti locali.

Recovery Plan: semplificazione e rafforzamento delle strutture amministrative

Nell’ambito del Recovery Plan è prevista l’istituzione di un “Tavolo permanente” con le parti sociali, enti territoriali e associazioni. Inoltre, sempre al fine di favorire la circolazione delle informazioni e il confronto sono previsti rapporti semestrali al Parlamento e alla Conferenza Unificata e relazioni annuali della Corte dei Conti.

Sarà facoltà della presidenza del Consiglio decidere commissariamenti anche in tempi molto stretti in tutte quelle occasioni in cui “sia messo anche solo potenzialmente a rischio il conseguimento degli obiettivi intermedi e finali” del Pnrr.

Per raggiungere gli obiettivi fissati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, come evidenziato da Equita SIM, nel DL approvato dal Cdm sono previste diverse riforme che serviranno a snellire e a dare un’accelerata all’iter di attuazione delle opere previste, con la priorità assegnata a quelle opere che riguardano il settore delle rinnovabili, quello delle costruzioni e il digitale.

Recovery Plan, quando arrivano in fondi dell’Ue

Era di importanza fondamentale, secondo quanto spiegato da Equita SIM, che entro il mese di maggio venissero approvate le nuove norme in materia di governance del Pnrr, altrimenti l’erogazione della prima tranche dei fondi previsti dal Next Generation Eu sarebbe stata compromessa.

Da Bruxelles intanto sono pronti a partire con la prima emissione di bond, in modo da poter inviare parte delle risorse che spettano a ciascuno degli Stati membri già nei prossimi mesi. Si parla per ora di un anticipo nella misura del 13% circa del totale, che nel caso dell’Italia si traduce in 25 miliardi di euro che dovrebbero arrivare entro la fine del mese di luglio.

Un ruolo di primo piano, come ‘garante’ dell’Italia nell’ambito del suo impegno preso con l’Europa lo gioca l’ex presidente della BCE, Mario Draghi. Non era difficile immaginare che l’attuale premier sarebbe stato particolarmente ben visto dalle istituzioni europee e che rappresenti a tutti gli effetti una garanzia che l’Italia non ‘esca dal seminato’.

Per quanto riguarda i fondi che dovrebbero arrivare all’Italia intanto non dimentichiamo che l’Italia è uno dei maggiori beneficiari del Next Generation Eu, con 191,5 miliardi di euro che dovrebbero arrivare direttamente dal Recovery Fund per il periodo 2021-2026.

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