Procedura d’infrazione contro la Germania: la Commissione Ue torna sulla sentenza di Karlsruhe sul Qe della Bce

La notizia è stata diffusa dalla Dpa, l’agenzia di stampa tedesca che corrisponde alla nostra Ansa, secondo la quale la Commissione Ue sarebbe pronta ad avviare una procedura di infrazione contro Berlino. Il motivo sarebbe legato alla sentenza che nel maggio 2020 la Consulta tedesca aveva espresso circa il Quantitative Easing della Banca Centrale Europea.

Bruxelles si prepara ad aprire una procedura di infrazione contro Berlino

La sentenza di Karlsruhe di fatto chiedeva alla Bce di dimostrare che gli obiettivi del piano lanciato nel 2015 da Mario Draghi (allora presidente della Bce) non fossero sproporzionati “rispetto agli effetti economici e fiscali”. In caso contrario, cioè se dalla Bce non fosse arrivata alcuna spiegazione in merito entro il termine fissato dalla consulta tedesca a 3 mesi, la Bundesbank si sarebbe chiamata ‘fuori dai giochi’.

In base alla sentenza emessa dai giudici di Karlsruhe la banca centrale tedesca quindi avrebbe dovuto interrompere la sua partecipazione all’acquisto di titoli di Stato. Una decisione che non solo metteva in discussione la politica monetaria della Bce, ma che tra l’altro risultava in contrasto con la sentenza della Corte di giustizia europea, con la quale nel 2018 si decretava che il piano della banca era in linea coi trattati.

L’apertura della procedura di infrazione ai danni della Germania sarebbe legata proprio a questo secondo aspetto della vicenda, come ha spiegato il quotidiano tedesco Handelsblatt.

La notizia è stata diffusa in Germania dalla Dpa che cita fonti Ue secondo le quali Berlino avrà comunque del tempo per oppure una replica alle contestazioni mosse dalla Commissione. La Germania dovrà sfruttare i mesi di tempo per organizzare una replica in grado di fornire motivazioni soddisfacenti, in caso contrario la vicenda potrebbe arrivare fino alla Corte di Giustizia europea

Cosa vuole ottenere la Commissione Ue?

Il principale obiettivo che la Commissione Ue si appresta a raggiungere è quello di sottolineare come il diritto europeo sia superiore a quello nazionale. Inoltre la Commissione intende sottolineare l’indipendenza politica della Banca Centrale Europea.

La sentenza della Corte Costituzionale tedesca invece afferma che la Corte Ue non ha adeguatamente considerato tutte le implicazioni legate alla decisione di mettere in campo il piano di Quantitative Easing che la Bce ha avviato.

Nello specifico i giudici di Karlsruhe ritengono che la Corte Ue non abbia valutato in modo adeguato se il Qe rispettasse oppure no il principio della proporzionalità tra benefici attesi, vale a dire spinta di consumi e investimenti e crescita dell’inflazione vicino al 2%, e gli effetti collaterali che avrebbe prodotto.

Tra gli ‘effetti indesiderati’ vengono quindi indicati quelli “sui debiti pubblici, sui risparmi personali, sulle pensioni e schemi pensionistici, sui prezzi del mercato immobiliare”. Secondo gli 8 giudici invece la Bce “non ha condotto alcuna valutazione” in merito al bilanciamento “né quando il programma è stato lanciato né durante l’implementazione”.

Una sentenza di questo tipo emessa dalla Corte costituzionale tedesca, dalla prospettiva della Commissione europea, non solo rischia di limitare la politica monetaria comune, ma anche di rappresentare un pericoloso precedente. Altri Paesi membri infatti potrebbero seguire l’esempio e contestare a loro volta la decisione della Corte di giustizia europea, e questo la Commissione Ue non può certo permetterlo.

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