Renzi chiede l’abolizione del Reddito di Cittadinanza e a Napoli lo definisce: “voto clientelare dei 5 Stelle”

Matteo Renzi intervenuto a Napoli in occasione della presentazione del suo ultimo libro dal titolo “Controcorrente” ha colto l’occasione per sparare a zero ancora una volta sul Reddito di Cittadinanza.

L’ex premier e attuale leader di Italia Viva ha così dimostrato una doppia miopia politica in quanto non solo non si rende evidentemente conto di quanto siano fondamentali in questo momento misure di contrasto alla povertà, ma soprattutto non ha la minima idea di quale misura alternativa potrebbe prenderne il posto.

L’autore della mancetta da 80 euro in busta paga, l’ormai ben noto bonus Renzi poi rimpiazzato con il bonus da 100 euro in busta paga, nella capitale partenopea flagellata dalla piaga della disoccupazione ha pensato bene di attaccare la misura fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle, forza politica che peraltro ha vinto le elezioni con un 33% dei voti mentre il leader della Leopolda rappresenta sì e no uno scarso 2% di elettori.

Dall’alto delle sue inebrianti percentuali di consenso Matteo Renzi ha quindi deciso di indicare la via maestra, quella dell’abolizione del Reddito di Cittadinanza che a suo dire è stato pensato “al solo scopo di continuare ad avere consenso”. Irrilevante sembra essere per l’ex premier il fatto che si tratti della più importante misura di contrasto alla povertà attualmente in vigore in Italia.

E dal momento che la gestione dell’emergenza sanitaria a suon di lockdown e limitazioni ha fatto subire un’impennata al numero di persone in condizioni di povertà assoluta, come evidenziato dalle recenti statistiche Istat, abolire il RdC senza proporre alternative non sembra esattamente la cosa migliore per le fasce più in difficoltà della popolazione.

Per Renzi il RdC “è un voto clientelare garantito e organizzato” dai 5 Stelle

L’importante però, quanto meno per Renzi, è abolire intanto il Reddito di Cittadinanza. “È un voto clientelare garantito e organizzato che i 5 Stelle intendono rappresentare e che noi vogliamo scardinare” siega l’ex rottamatore, e per farlo pensa ad un referendum abrogativo, strada che però presenta qualche ostacolo.

Si tratta di un problema di tempistiche, come spiega lui stesso alla sua nutrita platea di ascoltatori “sul referendum abrogativo del reddito di cittadinanza c’è un problema sulle tempistiche legato al fatto che la Costituzione e la legge attuativa del principio referendario danno dei tempi molto stretti che ci fanno finire nell’imminenza delle elezioni”.

“Stiamo dunque ragionando nel merito di come riuscire a farlo entro la legislatura, se ce la si fa, o se raccogliere le firme e poi farlo subito dopo, all’inizio della prossima legislatura” dice Renzi che sembra voler rassicurare i cittadini che questo loro ‘problema’ verrà risolto al più presto. I disoccupati fuori dal teatro però sembrano aver provato a trasmettergli un messaggio diverso che non è detto sia stato colto dallo statista di Rignano sull’Arno.

Via il Reddito di Cittadinanza e al suo posto? Renzi ancora non lo sa

Il fatto è che Matteo Renzi, come accennato, non solo intende sopprimere una misura di sostegno al reddito delle famiglie italiane che mai come in questo frangente si sta dimostrando di fondamentale importanza per evitare un disastro sociale, ma non si sforza neppure di proporre una qualche alternativa.

Una domanda del merito postagli da un giornalista nell’occasione viene infatti bellamente ignorata, dopodiché Renzi ha proseguito come se nulla fosse enunciando la sua ricetta per cancellare il RdC.

“È un tema complesso dal punto di vista procedimentale, però indipendentemente dalle procedure, che ovviamente seguiremo rispettando la legge, c’è iò tema di fondo che secondo me il reddito di cittadinanza non serve ad aiutare i poveri ma è un modo fatto dai 5 Stelle per buttar via i soldi” ha spiegato Renzi mostrando un suo lato ‘complottista’ che forse non conoscevamo.

“Io sono arrivato a fare il presidente del Consiglio e c’erano 20 milioni di euro sulla povertà, sono andato via e c’erano 2 miliardi e 6” assicura Matteo Renzi “quindi è giusto mettere i soldi sulla povertà, ma una cosa è mettere i soldi, un’altra è buttarli via“, cosa peraltro impossibile in realtà visto che il denaro accreditato sulla carta del RdC o viene speso in generi di prima necessità entro la fine del mese o torna nelle casse dell’Inps. In entrambi i casi è difficile sostenere che siano soldi buttati.

Renzi però sembra avere un chiodo fisso “il meccanismo del reddito di cittadinanza lo sanno quelli che fanno i navigator non sta funzionando. Fa parte del tentativo del Movimento 5 Stelle di vincere le elezioni, e ci sono riusciti, ma è stato più un tentativo di vincere le elezioni che di risolvere il problema”.

“Allora io dico troviamo il modo di mettere questi soldi a sostegno delle persone per trovare lavoro e non per dare un sussidio e far dipendere la persona che ha bisogno dal politico di turno” propone Renzi, che però a quanto pare questo modo non lo ha trovato, e tuttavia non sembra voler aspettare a cancellare il Reddito di Cittadinanza.

Fuori dal teatro lo attendono i disoccupati del movimento “7 novembre” che lo contestano per la sua idea di cancellare il Reddito di Cittadinanza e propongono un “referendum alternativo” con uno striscione che recita: “volete estendere il reddito di cittadinanza e allontanare il senatore Matteo Renzi dalla politica italiana?”.

Non dimentichiamo poi che la carriera politica di Matteo Renzi è giù stata segnata da un referendum in cui aveva fortemente creduto, in occasione del quale promise che se avesse perso avrebbe abbandonato la politica. Il referendum andò decisamente male per lui, ma venir meno alla parola data non sembra sia stato poi così difficile.

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