primo piano di Mario Draghi

La Turchia di Erdogan si trova sia geograficamente che politicamente a metà strada tra la Russia di Vladimir Putin e l’Unione europea. È un Paese membro della Nato ma per quanto riguarda l’ingresso in Ue la richiesta è ormai ferma da almeno una ventina d’anni, e questo per via del fatto che determinati ‘standard’ non sono stati ancora soddisfatti.

Sembra essere molto più vicina ad entrare in UE l’Ucraina, un Paese in guerra con una delle tre maggiori potenze militari al mondo, con un governo (quello di Volodymyr Zelenski) notoriamente vicino a formazioni neonaziste al punto da integrarle nelle forze armate del Paese.

Ma tornando alla Turchia di Recep Tayyp Erdogan, il presidente che un anno fa era stato definito dallo stesso premier Mario Draghi “un dittatore” del quale tuttavia si ha “bisogno” e con il quale è necessario “cooperare”, l’ex presidente della Bce si è recato in visita ad Ankara per stringere alcuni importanti accordi.

La Turchia nel ruolo di intermediario

In questi giorni il presidente del Consiglio Mario Draghi si è recato in Turchia e ha concluso importanti accordi internazionali. I 9 accordi firmati con il presidente Recep Tayyp Erdogan “indicano la volontà comune di rafforzare la collaborazione” ha dichiarato a margine dell’incontro lo stesso premier italiano, esprimendo soddisfazione per gli accordi siglati in particolare sul tema dell’immigrazione e per la soluzione del problema della riapertura dei porti.

Nel corso dell’incontro si è parlato della crisi del grano, del problema dei migranti e della Libia. Per quel che riguarda il primo dei tre nodi cruciali, che prevede la riapertura dei porti, il ruolo della Turchia, proprio per la sua posizione politica e geografica, è fondamentale.

Il presidente del Consiglio ha assicurato che “si tratta di un piano incoraggiante. Non occorre sminare i porti e sono stati individuati uno o più corridoi sicuri. Il gruppo di lavoro in cui la Turchia ha un ruolo centrale deve garantire che non ci siano attacchi russi e che le navi non portino armi”.

L’accordo che deve essere raggiunto prevede l’adesione di tre parti: Nazioni Unite, Ucraina e Russia, ed è lo stesso Erdogan a sottolineare il ruolo della Turchia in questa fase delicata, affermando: “cerchiamo di essere un intermediario sotto l’ombrello dell’Onu e in una settimana-dieci giorni cerchiamo di arrivare a un risultato”.

La guerra in Ucraina e l’accordo sul grano

Raggiungere un accordo sul grano significherebbe compiere un passo avanti nell’ambito dei rapporti diplomatici tra i due Paesi in guerra. Il premier Mario Draghi ha infatti sottolineato che questo accordo avrebbe “un importantissimo valore strategico” perché “nel complesso degli sforzi per la pace sarebbe un primo atto di concordia, un primo tentativo di arrivare a un accordo per un fine che deve coinvolgerci tutti perché ne va della vita di milioni di persone nelle aree più povere del mondo”.

“Abbiamo davanti grandi sfide” ha detto ancora Mario Draghi “a partire dalla guerra in Ucraina, e vogliamo lavorare insieme per affrontarle. Italia e Turchia sono unite nella condanna dell’invasione russa dell’Ucraina e nel sostegno a Kiev. Allo stesso tempo siamo in prima linea nel cercare una soluzione negoziale che fermi le ostilità e garantisca una pace stabile e duratura. Una pace che l’Ucraina e il presidente Volodymyr Zelensky ritengano accettabile”.

Tuttavia le possibilità che uno scenario del genere si concretizzi appaiono quanto meno remote se si considera che il presidente Zelensky ha continuato per anni a condurre una guerra di soppressione delle minoranze che ha prodotto migliaia di morti tra la popolazione.

Nonostante la scarsa propensione al dialogo di Kiev tuttavia gli incontri diplomatici, apparentemente volti più che altro a salvare il salvabile, vanno avanti con la Turchia come intermediario.

Voglio ringraziare la Turchia per il suo sforzo di mediazione, in particolare per quanto riguarda lo sblocco dei cereali fermi nelle città del Mar Nero” ha infatti affermato Draghi “dobbiamo liberare al più presto queste forniture, e quelle di fertilizzanti, per evitare una catastrofe umanitaria e sociale nei Paesi più poveri del mondo”.

Si parla di negoziati che vanno avanti quindi, con il presidente Erdogan che afferma: “sono molto felice di ospitare il mio amico signor Draghi, primo ministro italiano, e la sua delegazione”, sottolineando poi che i negoziati per un corridoio nel Mar Nero “vanno avanti. Al momento non abbiamo una crisi su questo, ma in Africa c’è un gravissimo problema. Per questo speriamo ci sia un accordo” tra Putin e Zelensky “anche sotto l’ombrello dell’Onu. Cerchiamo di arrivare ad un risultato tra 10 giorni”.

Quali sono i 9 accordi firmati da Draghi con la Turchia

Nel corso del vertice che si è tenuto ad Ankara in questi giorni il presidente del Consiglio Mario Draghi ha raggiunto degli importanti accordi con la Turchia, tra cui il reciproco riconoscimento delle patenti di guida e la protezione delle informazioni classificate nell’industria della difesa, ma anche consultazione strutturata tra i ministeri degli Esteri di Italia e Turchia e cooperazione in diversi campi che vanno dalla ricerca scientifica alla protezione civile.

In merito all’incontro il premier Mario Draghi ha tenuto ad evidenziare che “serve anche a rafforzare i legami commerciali tra i nostri Paesi, legami che hanno segnato la storia del Mediterraneo. Penso ai Levantini, che discendono dalle comunità mercantili e sono la più antica comunità storica italofona all’estero”.

“La Turchia è oggi il primo partner commerciale per l’Italia nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa” ha poi osservato il presidente del Consiglio, ricordando che “nel 2021 l’interscambio è stato di quasi 20 miliardi di euro, in crescita del 23,6% rispetto all’anno precedente”.

Draghi ha poi annunciato, sempre nel corso della conferenza stampa svoltasi ieri: “gli accordi che abbiamo firmato oggi interessano molti settori, dalle piccole e medie imprese alla sostenibilità, che rimane l’obiettivo di lungo termine del Governo. In autunno si terrà la terza riunione della Commissione sulle attività economiche e commerciali che ci permetterà di proseguire ancora su questa strada”.

Gli accordi stipulati con la controparte turca sono stati firmati dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, dal ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, dal ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, e dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini.

Per quel che riguarda l’accordo siglato dal ministro dell’Interno con il suo omologo turco Suleyman Soylu, viene concordato il riconoscimento senza esame delle patenti conseguite nei due Stati, su richiesta dei titolari della patente.

L’accordo che è stato siglato invece dal ministro della Difesa con il suo omologo turco Hulusi Akar, serve a garantire la sicurezza delle informazioni classificate nell’ambito delle attività di sviluppo industriale e approvvigionamento in campo militare, e stabilisce la protezione sulla base delle rispettive normative nazionali di settore, con il divieto di cessione di informazioni classificate a terzi senza il consenso della controparte.

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, con il suo omologo turco Mevlut Cavusoglu, ha sottoscritto il protocollo sulla consultazione politica che prevede contratti regolari e bilaterali finalizzati allo sviluppo della cooperazione tra i due Paesi. Inoltre è stato firmato anche un protocollo per la formazione dei rispettivi diplomatici e una lettera di intenti sulla partnership tra Med Dialogues e Antalya diplomacy Forum. Infine sempre il ministro degli Esteri ha firmato con il ministro della Scienza e Tecnologia turco, Mustafa Varank, una dichiarazione congiunta per la cooperazione scientifica.

Per quanto riguarda l’accordo firmato dal ministro Cingolani con la sua controparte turca per lo sviluppo sostenibile si tratta dell’avvio di una serie di iniziative congiunte per contrastare i cambiamenti climatici, proteggere le biodiversità e ridurre il degrado ambientale. L’accordo prevede inoltre una gestione integrata delle zone costiere con riduzione dell’inquinamento marino da idrocarburi, la gestione sostenibile delle foreste, delle risorse idriche e dei rifiuti. A questi si aggiunge poi l’accordo sul trasferimento di tecnologie nel campo delle energie rinnovabili.

Infine abbiamo l’accordo siglato dal ministro Giorgetti, che è un protocollo per lo sviluppo economico e la cooperazione commerciale bilaterale che prevede un approfondimento degli spazi di collaborazione tra le micro, piccole e medie imprese italiane e turche, nella prospettiva di renderle più competitive nei mercati internazionali.

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