Il nuovo Rapporto sul Clima mette in guardia sui rischi legati al cambiamento climatico. È allarme rosso

Stiamo assistendo ad un mutamento climatico preoccupante, e ne troviamo conferma nel nuovo rapporto sul clima che evidenzia una situazione che l’Onu ha definito allarmante. Il rapporto parla di un cambiamento climatico rapido, diffuso e in intensificazione e dal segretario generale dell’Onu arrivano dichiarazioni non esattamente confortanti.

A tracciare una situazione allarmante è il report del Comitato intergovernativo per il cambiamento climatico (The Intergovernamental Panel on Climate Change – IPCC) secondo il quale la scala dei recenti cambiamenti si mostra inedita.

Le conseguenze dell’azione dell’uomo sul clima mondiale stanno portando condizioni meteorologiche estreme con sempre maggior frequenza, come onde di calore, piogge torrenziali, siccità, violenti cicloni tropicali in ogni regione del Globo. Per questo il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha parlato di una situazione da “allarme rosso per l’umanità”.

Secondo il segretario generale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale, Petteri Taalas, quello che sta accadendo è evidente. “La dura realtà del cambiamento climatico appare in tempo reale sotto i nostri occhi” spiega Taalas “è un’anteprima di quello che le generazioni future affronteranno”.

“Alcuni dei cambiamenti negativi sono già bloccati nel sistema climatico” ha spiegato ancora il segretario generale “ma altri possono essere affrontati se ora effettuiamo forti, veloci e continue riduzioni delle emissioni. Tuttavia, le concentrazioni di gas serra, soprattutto di anidride carbonica, restano a livelli record”.

Si va verso un intensificarsi dei fenomeni estremi

Quello che ci aspetta nei prossimi decenni sarà un generale aumento dei fenomeni estremi. Secondo la relazione del Comitato intergovernativo sui cambiamenti climatici il cambiamento climatico si intensificherà in tutte le Regioni del Globo negli anni a venire e ciò porterà a fenomeni meteorologici estremi sempre più frequenti e violenti.

Il professor Talas ha spiegato che “il caldo estremo che abbiamo visto nel 2021 porta tutte le caratteristiche del cambiamento climatico causato dall’uomo. La Colombia Britannica, Canada, ha registrato l’incredibile temperatura di +49,6°C battendo tutti i record precedenti come parte di un’ondata di caldo intensa ed estesa in Nord America”.

“Gli incendi in Nord America, scatenati dal caldo e dalla siccità, hanno immesso grandi quantità di fumo sull’Atlantico” ha affermato ancora il professore “negli ultimi giorni abbiamo assistito a devastanti incendi in Turchia e Grecia, nel corso di un’ondata di caldo intensa duratura che ha colpito il Mediterraneo. La Siberia – un’area tradizionalmente legata al gelo permanente – ha visto di nuovo enormi incendi dopo forti ondate di calore, incendi e la forte riduzione dell’estensione del ghiaccio artico nel 2020”.

L’Artico si riscalda più velocemente della media globale

Dal rapporto emerge inoltre che la temperatura dell’Artico sta salendo più rapidamente rispetto alla media globale. Il rapporto avverte circa i rischi correlati al riscaldamento dei poli, e afferma in particolare che un ulteriore riscaldamento aumenterà lo scongelamento permanente del ghiaccio e la perdita della copertura stagionale della neve.

Lo scioglimento coinvolgerà anche i ghiacciai e le lastre di ghiaccio a cui si aggiunge la perdita del ghiaccio marino estivo nell’Artico.

Secondo il rapporto dell’IPCC attraverso il cambiamento climatico in corso si intensifica il ciclo dell’acqua e ciò da una parte produce un aumento dell’intensità delle precipitazioni piovose, che a loro volta producono alluvioni e smottamenti, e dall’altra periodi di siccità più intensi in molte zone del Pianeta.

Il professor Talaas a tal proposito ha spiegato: “molti Paesi quest’anno lo testimoniano. Ad esempio, solo a luglio, in Germania in due giorni sono cadute le piogge di due mesi, mentre alcune parti della provincia cinese centrale di Henan hanno registrato in quattro giorni accumuli superiori alle media autunnale. Questo ha causato centinaia di vittime e molti milioni di dollari in perdite finanziarie”.

Il tasso di riscaldamento ha cambiato marcia

Dal rapporto dell’IPCC emerge che il tasso di riscaldamento medio osservato ha subito un’accelerazione nel periodo che va dal 2006 al 2018 rispetto ai 35 anni precedenti (1971-2006). Gli esperti ritengono che se non vi saranno riduzione rapide, immediate e su larga scala delle emissioni di gas serra, il riscaldamento globale potrà superare la soglia di 1,5°C fino a raggiungere +2°C.

Stando a quanto si afferma nel rapporto ci sono molti fattori che vanno ad incidere sull’impatto climatico e questi variano in base alle Regioni.

Il professor Talaas ha spiegato che “oltre alla mitigazione climatica è fondamentale investire nell’adattamento al cambiamento climatico, poiché la tendenza negativa del clima continuerà nei prossimi decenni indipendentemente dal nostro successo nella mitigazione. Un modo efficiente per adattarsi è investire nei sistemi di allarme precoce e di osservazione meteo”.

Tuttavia, fa notare il professore “solo la metà dei 193 Paesi membri dell’OMM ha sistemi meteorologici e idrogeologici all’avanguardia”.

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