Energia geotermica: qual è il suo costo ambientale e come calcolarlo

Per cercare di limitare gli attuali danni climatici è necessario completare la transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili.

Il settore dell’eolico e del fotovoltaico attualmente stanno primeggiando, ma da soli non sono sufficienti. Eppure esiste un’altra fonte di energia di cui non si sente parlare molto e che non è stata ancora completamente sviluppata, ma potrebbe benissimo produrre energia pulita e di base 24 ore su 24. Stiamo parlando dell’energia geotermica.

Proprio quello appena citato, ossia la capacità di poter essere sfruttata in continuità, rappresenta il più grosso vantaggio che questa fonte rinnovabile ha rispetto alle altre (eolico e solare), che hanno invece un carattere ciclico/aleatorio.

Qual è l’impatto ambientale dell’energia geotermica?

Uno dei punti critici delle fonti di energia rinnovabile riguarda l’impatto ambientale della costruzione e del fine vita degli impianti. Infatti se si considera questo aspetto, le energie rinnovabili  durante queste fasi del ciclo di vita hanno un impatto di gran lunga maggiore rispetto a quello dei combustibili fossili.

Tuttavia queste recuperano durante il funzionamento, poiché l’impatto è estremamente minore grazie all’assenza di emissioni nella fase operativa. Nel caso specifico dell’energia geotermica, però, gli effetti ambientali durante la fase operativa giocano un ruolo fondamentale e sono strettamente dipendenti dalle condizioni della risorsa geotermica utilizzata.

Ma in che modo può essere valutato l’impatto ambientale di un impianto geotermico? Quali metodi si utilizzano? Uno dei metodi più utilizzati è l’analisi del ciclo di vita (LCA – Life Cycle Assessment), una metodologia standardizzata (ISO 14040:2006 e ISO 14044:2006) per quantificare l’impatto ambientale nel corso di tutta la vita di un impianto, un processo o un prodotto.

Grazie a questo strumento, quindi, è possibile confrontare le varie tecnologie delle energie rinnovabili tra di loro e tra queste e le forme tradizionali di produzione di energia. Recentemente le linee guida sulla metodologia da seguire per effettare studi LCA sulla geotermia sono state sviluppate nel quadro del progetto GEOENVI EU H2020.

Per il momento queste linee guida si riferiscono al livello di valutazione “midpoint“. Le ulteriori fasi si normalizzazione e pasatura, poi, permettono di ottenere un indice i sostenibilità unico, detto single score, che viene comunemente riportato in termini di eco-punti.

Sebbene questo passaggio non sia obbligatorio per effettuare un’analisi LCA, resta comunque molto apprezzato a livello di valutazione generale, di processo decisionale e di percezione sociale della sostenibilità.

A questo punto occorre ricordare che il single score è uno strumento che permette di confrontare gli impatti durante il loro normale funzionamento ma non i rischi, per i quali è necessario utilizzare delle apposite strategie di prevenzione.

Al fine di ottenere un’analisi ancora più completa, i risultati globali, e quindi il single score, di un’analisi LCA possono essere estesi all’analisi exergo-ambientale, detta EEvA, che permette di combinare l’analisi exergica a quella ambientale.

L’EEvA, quindi, permette di valutare l’impatto ambientale sull’efficienza del sistema considerato attraverso un’analisi termodinamica, e consiste in 3 fasi differenti:

  • analisi dettagliata dell’energia del sistema preso in considerazione;
  • determinazione dell’impatto ambientale di tutti i componenti dell’impianto;
  • analisi dell’accumulo dei costi ambientali lungo il processo.

Una volte terminate queste 3 fasi, si assegna il single score ambientale di ogni componente del sistema al flusso di energia prootto dal componente. Seguendo questo procedimento è possibile evidenziare sia il contributo dell’uso delle risorse, come materiali, produzione e servizio, sia gli effetti di irreversibilità (o le inefficienze) dei componenti, permettendo così di migliorare l’impianto.

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