La scorsa settimana l’euro ha chiuso in calo dopo che Bruxelles si è mostrata evidentemente più pessimista sulle possibilità di effettiva crescita da parte dell’area euro. La Commissione europea ha infatti dovuto rivedere drasticamente al ribasso le proiezioni di crescita economica di alcune delle economie locali, come quella italiana, abbassando di conseguenza la media ponderata della zona della valuta unica europea.

Pesa, naturalmente, la preoccupazione sul destino dell’Italia. Per la Commissione europea il nostro Paese è l’unico che non crescerà sopra l’1% e, anzi, corre il rischio di acquisire una crescita di soli 0,2 punti percentuali, di gran lunga la progressione più lenta di tutti i Paesi membri UE.

In calo è apparsa essere anche la sterlina, nel giorno della riunione della Bank of England (la prima del 2019) che ha chiuso la settimana. Come avevamo ampiamente atteso l’istituto monetario condotto dal governatore Carney ha scelto di mantenere invariati i tassi di interesse di riferimento: l’influenza delle incertezze sulla Brexit è più evidente, e anche se Theresa May ha annunciato che si recherà ancora altre volte a Bruxelles per cercare di riaprire le trattative, sembra che per il momento le nubi serpeggino ancora in modo evidente sui cieli della Manica…

E questa settimana? Difficile prevedere un rimbalzo corposo dell’euro contro dollaro, mentre la sterlina potrebbe recuperare alcune delle posizioni perse se dovessero emergere informazioni rassicuranti sull’evoluzione del deal con Bruxelles.

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