
I prezzi dell’oro hanno toccato il livello più alto degli ultimi quattro mesi nella seduta asiatica di lunedì, spinti dalle attese di un imminente taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve e dall’aumento delle tensioni legate ai dazi commerciali tra Stati Uniti e Cina. In un contesto di crescente incertezza, gli investitori continuano a rifugiarsi nei metalli preziosi, alimentando una corsa all’oro che sembra destinata a proseguire.
L’oro spot è salito dello 0,9% attestandosi a 3.480,56 dollari l’oncia, segnando il valore più alto da metà aprile. I futures sull’oro con scadenza a dicembre hanno registrato un rialzo dell’1%, raggiungendo quota 3.551,82 dollari alle 05:55 GMT. Si tratta del quinto giorno consecutivo di guadagni per il metallo giallo, che solo ad agosto ha messo a segno un incremento vicino al 5%. Parallelamente, i prezzi dell’argento hanno toccato i massimi degli ultimi 14 anni, segnale evidente della forte domanda di beni rifugio.
Taglio dei tassi Fed sempre più probabile: focus sui dati sul lavoro USA
La spinta rialzista dell’oro è legata principalmente all’aspettativa di un taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. Secondo i dati dello strumento CME FedWatch, i mercati attribuiscono quasi il 90% di probabilità a una riduzione di 25 punti base già a settembre, dopo che l’ultimo indice dei prezzi delle spese per consumi personali negli Stati Uniti è risultato in linea con le attese.
Un allentamento monetario ridurrebbe il costo opportunità di detenere asset non remunerativi come l’oro, rendendolo ancora più appetibile per gli investitori. Ora l’attenzione è puntata sui dati occupazionali statunitensi, in uscita questa settimana: un rapporto debole sui non-farm payrolls potrebbe rafforzare le probabilità di un taglio dei tassi, mentre dati solidi potrebbero costringere i mercati a rivedere le aspettative.
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Incertezza sui dazi e tensioni politiche negli Stati Uniti
L’interesse per l’oro come bene rifugio è sostenuto anche dall’incertezza sul fronte commerciale e politico. Una corte d’appello statunitense ha stabilito che numerosi dazi imposti durante l’amministrazione Trump sono da considerarsi illegali, mettendo in discussione il futuro di centinaia di miliardi di dollari di importazioni dalla Cina. Tuttavia, i dazi rimarranno in vigore almeno fino al 14 ottobre, in attesa di un possibile ricorso alla Corte Suprema.
Sul fronte interno, la Federal Reserve è al centro di nuove tensioni. Il presidente Donald Trump ha tentato di licenziare la governatrice Lisa Cook, accusandola di una presunta frode ipotecaria del 2021. Cook, tuttavia, ha contestato la legittimità del provvedimento e ha presentato ricorso legale. Queste dinamiche aumentano l’incertezza percepita dagli investitori, spingendoli a rafforzare le posizioni sull’oro.
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Argento ai massimi di 14 anni e focus sui dati cinesi
Lunedì, l’intero comparto dei metalli preziosi ha mostrato un forte slancio rialzista. I futures sull’argento hanno guadagnato l’1,5% arrivando a 41,32 dollari l’oncia, un livello che non si vedeva dall’agosto 2024. Anche il platino è avanzato dell’1,3% fino a 1.346,65 dollari, mentre il rame ha mostrato un andamento più stabile, con i prezzi al London Metal Exchange fermi a 9.934,65 dollari per tonnellata.
La tenuta del rame è legata in gran parte ai dati macroeconomici provenienti dalla Cina, primo importatore mondiale. Un sondaggio privato ha indicato che l’attività manifatturiera cinese è cresciuta al ritmo più rapido degli ultimi cinque mesi in agosto, sostenuta dall’attenuazione delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti. Tuttavia, i dati ufficiali diffusi domenica scorsa continuano a segnalare una contrazione del settore, confermando che la ripresa rimane fragile e soggetta a volatilità.
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Prospettive per l’oro nei prossimi mesi
Con le incertezze macroeconomiche globali, le tensioni politiche interne agli Stati Uniti e la possibilità concreta di un taglio dei tassi della Fed, l’oro si conferma il principale bene rifugio per gli investitori. Nel breve termine, l’andamento del metallo prezioso sarà strettamente legato:
- ai dati sul lavoro USA;
- alle decisioni della Federal Reserve;
- agli sviluppi sulla guerra commerciale con la Cina.
Se i mercati dovessero ricevere segnali chiari di un allentamento monetario, non è escluso che il prezzo dell’oro possa spingersi verso nuovi massimi storici, consolidando il trend rialzista che ha caratterizzato gli ultimi mesi.
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