La posizione di Novo Nordisk sui mercati finanziari sta attraversando una fase delicata. Nonostante l’azienda continui a dominare nel settore dei farmaci per il diabete e la gestione dell’obesità, cresce la preoccupazione degli analisti per la dipendenza dal semaglutide, l’imminente scadenza dei brevetti e una concorrenza sempre più aggressiva, in particolare da parte di Eli Lilly. Questi fattori stanno incidendo pesantemente sulla percezione del valore dell’azienda, mettendo in discussione il premio di valutazione che negli ultimi anni aveva sostenuto il titolo.
Secondo l’ultimo report di Jefferies, il titolo non riflette più un profilo di rischio adeguato rispetto ai fondamentali. Per questo motivo la banca d’affari ha confermato il rating “underperform”, riducendo il target price da 290 a 270 DKK, con un potenziale ribasso del 15% rispetto alla quotazione attuale (317 DKK). Per gli analisti, l’azienda ha ormai esaurito gran parte del suo vantaggio competitivo e rischia di perdere terreno nel medio periodo, specialmente a causa della pressione sui prezzi e del progressivo avvicinarsi della scadenza dei brevetti.
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Il nodo centrale riguarda proprio il semaglutide, principio attivo alla base di Ozempic, Wegovy e Rybelsus, che rappresenta una quota predominante dei ricavi di Novo Nordisk. Con la scadenza dei brevetti prevista tra il 2031 e il 2032, si aprirà una finestra critica di cinque anni in cui l’azienda potrebbe subire la concorrenza di versioni generiche, farmaci composti e nuove alternative orali.
Storicamente, le big pharma in situazioni analoghe hanno registrato forti sconti rispetto ai multipli del settore, con i titoli che spesso sono scesi a rapporti prezzo/utili tra 7 e 8 volte.
In questo scenario, i timori sul fronte statunitense diventano ancora più evidenti. Jefferies segnala che le negoziazioni sui prezzi con la Casa Bianca e le disposizioni dell’Inflation Reduction Act stanno già incidendo sui margini di profitto, mentre la domanda per i trattamenti contro l’obesità non sta crescendo come previsto. Anche se i prezzi più bassi potrebbero favorire un’espansione del mercato, i volumi prescrittivi per l’obesità negli Stati Uniti restano deboli, e l’avvio di nuovi trattamenti è inferiore alle attese.
Gli analisti hanno quindi tagliato le previsioni di ricavi 2026 dell’8% e stimano che l’EPS potrebbe calare del 14%. Inoltre, ritengono improbabile che Ozempic possa superare in modo significativo il picco attuale di circa 600.000 prescrizioni settimanali, mentre le aspettative su Wegovy sono state ridimensionate a causa di limitazioni di accesso e pressione competitiva.
La concorrenza di Eli Lilly, in particolare con Mounjaro e gli sviluppi futuri di farmaci orali alternativi, è indicata come la minaccia più concreta. Lilly sta infatti guadagnando quote di mercato in tutti i principali canali, soprattutto negli Stati Uniti, rendendo sempre più complesso per Novo mantenere la leadership di settore.
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Secondo Jefferies, Novo Nordisk ha bisogno di una vera diversificazione del portafoglio, perché il solo incremento dei volumi non basta a compensare i rischi strategici nel lungo periodo. Il mercato, inoltre, non ha ancora completamente scontato l’impatto sulle performance del 2027, anno in cui la pressione sui margini potrebbe intensificarsi.
Gli analisti concludono che l’attuale valutazione resta elevata rispetto al settore, nonostante la recente correzione del titolo. Per tornare interessante in chiave di investimento, secondo Jefferies, Novo Nordisk potrebbe dover scendere verso i 200 DKK per azione, a meno che l’azienda non riesca a dimostrare una crescita organica sostenuta o mettere a segno acquisizioni strategiche.
Tra i possibili elementi positivi che potrebbero ribaltare questa visione prudente, Jefferies cita due fattori chiave:
- Crescita più forte del previsto dei GLP-1 negli Stati Uniti
- Risultati clinici favorevoli per i farmaci in sviluppo, inclusi i candidati come CagriSema.
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