La società svizzera LEM Holding SA, specializzata nella produzione di trasduttori per la misurazione di corrente e tensione, ha subito un pesante crollo in Borsa, con una perdita superiore al 15% sul titolo, in seguito alla pubblicazione dei risultati finanziari del primo trimestre, inferiori alle attese degli analisti.
Profitti in calo e incertezze sui dazi: il quadro che preoccupa gli investitori
LEM ha registrato un margine operativo EBIT del 5,5%, ben al di sotto della stima di consenso dell’8,4%, segnalando così un rallentamento della redditività. Alla base del calo, secondo quanto comunicato dall’azienda, ci sarebbero pressioni sui prezzi in Cina, unite a un sotto-utilizzo degli impianti produttivi dovuto alla riduzione dei volumi, fattori che hanno inciso negativamente sull’assorbimento dei costi fissi. Inoltre, l’impatto dei dazi statunitensi non è stato completamente scaricato sulla clientela, comprimendo ulteriormente i margini.
Il margine di profitto lordo è sceso al 38,2% rispetto al 44,4% dello stesso periodo dell’anno precedente, confermando la tendenza negativa.
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Fatturato in contrazione e cambio sfavorevole
Il fatturato trimestrale si è attestato a 75,7 milioni di franchi svizzeri, con una flessione annua del 6,5%. La contrazione è legata in parte al deprezzamento dello yuan cinese, che ha inciso sulle vendite nei mercati asiatici. A ciò si aggiunge l’effetto penalizzante del rafforzamento del franco svizzero rispetto alle principali valute di riferimento, che ha impattato negativamente sui ricavi globali.
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Domanda debole e clienti più cauti
Secondo il CEO Frank Rehfeld, “il primo trimestre ha risentito di un persistente clima di incertezza, con una domanda contenuta che ha portato molti clienti a rimandare gli investimenti”. Lo scenario macroeconomico, già complesso, è stato aggravato dalle forti variazioni valutarie e dalla politica commerciale globale, in particolare quella degli Stati Uniti.
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Ordini in ripresa, ma prospettive ancora caute
Unico dato positivo del trimestre riguarda gli ordini, saliti del 19% su base annua fino a 89,1 milioni di franchi, con buone performance in Europa, Medio Oriente, Africa e Cina. Tuttavia, LEM ha sottolineato che, nonostante il miglioramento nella raccolta ordini, non si intravedono segnali di ripresa stabile nel breve termine, soprattutto nel comparto delle energie rinnovabili, l’unico tra le divisioni a non mostrare miglioramenti.
Infine, la società ha ribadito le proprie preoccupazioni legate ai dazi USA e alle oscillazioni valutarie, due fattori che continueranno a influenzare le performance finanziarie nel prossimo futuro.
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