Il crollo del 2,4 per cento messo a segno dalle azioni Buzzi nella terza seduta della settimana si può considerare come la notizia del giorno sui mercati. Il titolo del settore cementifero passa di mano 50,4 euro molto lontano dagli oltre 53,7 euro raggiunti alla fine di novembre. La performance di Buzzi è nettamente peggiore rispetto a quella del paniere di riferimento di Piazza Affari che limita il rosso ad appena lo 0,5 per cento. Il punto però non è tanto questo ma il fatto che, a causa del ribasso odierno, ora il titolo cementifero presenti una flessione del 2,5 per cento nella prestazione settimanale e anche su base mensile, intervallo temporale su cui Buzzi fino a poco tempo fa era in verde, ora stia registrando un calo dello 0,4 per cento.
Detta in questi termini la situazione potrebbe quasi allarmare ma la realtà, allargando l’orizzonte temporale, è molto diversa e tranquilla. Infatti, nonostante il passivo rimediato nelle ultime settimane, le azioni Buzzi restano in rialzo di ben il 40 per cento da inizio anno. Volendo trarre delle conclusioni possiamo dire di essere dinanzi alla classica quotata cresciuta tanto sul lungo termine (+32 per cento la performance anno su anno) e che ora paga i realizzi fisiologici (niente di più).
Cosa sta succedendo alle azioni Buzzi in concreto?
Quando un titolo risulta essere molto apprezzato è inevitabile che vada incontro alle prese di profitto. Tuttavia, molte volte, è necessario un evento che faccia da catalizzatore. Non serve chissà quale notizia perchè è come se gli investitori stessero attendendo più che altro un pretesto per prendere profitto. Proprio questo è ciò che sembra essere accaduto alle azioni Buzzi nella giornata di oggi. E’ bastato che gli analisti della banca Morgan Stanley abbassassero la loro valutazione sul titolo, per dare immediatamente il la alle vendite. Nel dettaglio gli esperti americani hanno tagliato il rating sul gruppo cementifero a equal weight fissando il prezzo obiettivo a 55 euro. Il rating che è stato assegnato è di tipo prudenziale e sta per dare al titolo egual-peso nel portafoglio di investimento.
Un aspetto molto interessante della valutazione di Morgan Stanley riguarda l’antitesi insita nella decisione stessa. Mentre il nuovo rating è frutto di una bocciatura di quello precedente (overweight ossia sovrapesare), il target price assegnato è in realtà il frutto di un apprezzamento essendo quello precedente 53 euro. Insomma la lettura è a doppia faccia. Vero è che non c’è più la view ottimistica ma, nonostante questo, resta e anzi si consolida quello che è il potenziale di upside rispetto ai prezzi attuali. Di solito nel momento in cui un broker adotta un comportamento simile non è per ragioni particolari ma solo perchè i prezzi sono saliti tanto, troppo.
A riprova del fatto che la spiegazione potrebbe essere questa, due altri segnali: nei giorni scorsi anche altri due analisti avevano abbracciato una valutazione simile. Vediamo nel dettaglio.
Anche altri analisti hanno cambiato la loro prospettiva sulle azioni Buzzi
Goldman Sachs e JP Morgan sono le due banche d’affari che a dicembre sono intervenute sulle azioni Buzzi. La direzione delle loro valutazioni è molto simile. La prima banca ha confermata la valutazione neutrale da tempo in essere alzando il prezzo obiettivo a 52 euro, mentre la seconda ha tagliato il rating a neutral alzando il target price a 58 euro. Il rating neutrale significa mantenere con lo stesso peso. C’è quindi un allineamento completo tra le tre banche d’affari. Sfumature solo sul potenziale di upside implicato nei vari prezzi obiettivo.
Questo è il parere di tre analisti ma a coprire le azioni Buzzi oggi sono ben tredici in tutto. In generale la valutazione media è neutrale (per ben nove esperti il titolo è da mantenere) mentre il target price medio è 52,42 euro con un rialzo dell’1,58 per cento.
Come operare con le azioni Buzzi?
Dall’analisi tecnica qualche indicazione su come operare con le azioni Buzzi. Nell’ambito del crollo in atto oggi, Buzzi ha aggiornato i minimi intraday a 49,4 euro. In questo contesto i 48,83 euro sono il livello più prossimo con cui la la spinta al ribasso che ora è in atto si ritroverà a fare i conti. Se dovesse essere travolto, il supporto più prossimo sarebbe collocato a 49,28 euro. In caso di ulteriore prosecuzione del trend al ribasso ce ne sarebbe poi un terzo molto ravvicinato.
La prima resistenza è invece a oltre 52 euro, livello che, alla luce di quello che è l’attuale trend del titolo, appare ben lontano.
Da non tralasciare che, in generale, il titolo del settore cementifero sta facendo peggio del Ftse Mib su base settimanale e questo lo si può considerare un segnale di cedimento non di poco conto.
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