Domani sarà passata una settimana esatta dal crollo delle azioni Ferrari che c’è stato lo scorso mercoledì. Molti trader dopo lo spaventoso sell-off che aveva portato il titolo a chiudere in area 310 euro, avevano confidato su un rimbalzo immediato. Ebbene nelle sedute di borsa successive, il sell-off ha dato l’impressione di essersi placato ma da qui a pensare ad un recupero ce ne passa. Prediamo ad esempio la seduta di borsa di oggi con le azioni Ferrari che si stanno avvicinando al giro di boa sulla partita in area 314 euro.
Questa dinamica molto contratta impedisce alle azioni Ferrari di rendere meno negativa la sua prestazione di lungo termine e così il titolo resta in passivo del 2 per cento su base settimanale e dell’11 per cento nell’ultimo mese. Tra l’altro anche la prestazione da inizio anno complice anche il recente crollo e quello di metà ottobre innescato dal Markets Capital Day è fortemente negativa con il passivo del 23 per cento che vale l’inserimento del titolo nella lista delle peggiori blue-chips dell’anno.
Ripercussione indirettamente provocata dall’assenza di vero rimbalzo è la revisione al ribasso delle stime degli analisti. In quest’ultima settimana sono fioccati i tagli di target price sulle azioni Ferrari da parte di broker e banche d’affari. Un adeguamento inevitabile a causa proprio del peggioramento della performance di borsa che altro non sta facendo che creare un vero e proprio circolo vizioso sui prezzi. In pratica, il titolo della Rossa non rimbalza e gli analisti tagliano il prezzo obiettivo determinando un ulteriore calo delle quotazioni.
Solo oggi sulle azioni Ferrari sono arrivati ben tre downgrade di target price pur nell’ambito della conferma della view bullish.
Prezzo obiettivo delle azioni Ferrari azzoppato dagli analisti
Berenberg, Intesa Sanpaolo e RBC Capital sono gli esperti intervenuti sulle azioni Ferrari. Tutti, pur ribadendo il giudizio positivo, hanno tagliato il prezzo obiettivo.
RBC Capital lo ha ridotto dal precedente 460 euro a 435 euro pur mantenendo il rating outperform in essere. Nella nota gli analisti hanno posto l’accento sul fatto che il Cavallino sia costretto a fare i conti con aspettative di volumi più bassi, effetti di mix e un dollaro più debole. Da qui la decisione di rivedere al ribasso le stime di breve termine sulla Rossa aggiustando al ribasso anche il prezzo obiettivo. Logicamente taglio del target price significa minore potenziale di upside rispetto ai valori attuali, anche se la casa di analisi vede ancora un tasso di crescita annuale composto dell’Ebit dell’8 per cento contro il 6 per cento di target fissato dalla Rossa in occasione del citato Capital Markets Day di ottobre.
A livello operativo, gli esperti hanno poi posto l’accento sul fatto che l’attuale correzione abbia di fatto condotto le azioni Ferrari su un multiplo simile a quello con cui sono scambiate le big del settore lusso. Infine una nota di ottimismo: Ferrari si merita una valutazione premium rispetto ai competitor per effetto della sua demo aspirazionale molto più bassa.
Sulla stessa onda di RBC Capital, ma con molto meno potenziale di crescita, la valutazione di Intesa Sanpaolo. La banca guidata da Messina ha ribadito il rating buy sulla quotata di Maranello fissando il target price a 416,6 euro, leggermente di più basso rispetto a quello di RBC (quindi minore potenziale di upside).
Berenberg, invece, è apparsa moderatamente più pessimista: rating sempre a buy (ribadito) ma target price che, a seguito della sforbiciata, scende a 381 euro per un potenziale di upside ancora più basso rispetto ai prezzi correnti della Rossa.
UBS continua ad essere molto ottimista
I tre downgrade sulle azioni Ferrari che abbiamo citato nel precedente paragrafo sono solo gli ultimi in ordine temporale. Ce ne sono stati tanti altri. In questo contesto di rivisitazioni al ribasso spicca per la sua controtendenza solo la valutazione di UBS. La banca svizzera ha infatti ribadito il rating buy lasciando il target price a 480 euro, molto sopra le quotazioni attuali del titolo.
Alla base della valutazione, UBS ha citato l’US Luxury Field Trip pubblicato di recente che a a sua volta ha evidenziato la centralità del mercato americano per Ferrari. Una ventata di ottimismo in un contesto in cui l’assenza di reale rimbalzo della Rossa inchioda su view più pessimistiche quasi in modo irreversibile.
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