Tra le quotate protagoniste della sessione di metà settimana di Piazza Affari c’è Saipem. Il titolo engineering avanza del 2 per cento a quota 2,36 euro contro un Ftse Mib in rialzo dello 0,6 per cento. Quando siamo arrivati a metà mattinata, il solo titolo che fa meglio di Saipem è Unipol. Grazie alla progressione in atto oggi, le azioni Saipem consolidano al 2,8 per cento il loro verde mensile. Una magra consolazione visto che, in realtà, la quotata engineering è stata una delle peggiori del 2025. Da inizio anno, infatti, il titolo ha perso l’11 per cento dando sistematicamente l’impressione di essere una sorta di eterna attesa.
Da tempo, infatti, gli analisti affermano che il titolo sia prossimo alla ripartenza e abbia tutte le carte in regola per poter tornare a brillare. Proprio questa valutazione potrebbe spingere a pensare che il forte rialzo di oggi possa essere il segnale del tanto atteso rafforzamento delle quotazioni. E’ davvero così oppure si tratta semplicemente di un rimbalzo dopo una fase ribassista scattata a partire dalla seduta dell’8 dicembre scorso e da allora mai davvero invertita?
Per rispondere a questi interrogativi può essere interessante dare un occhio a quelli che sono i possibili catalizzatori che oggi stanno spingendo gli acquisti. Ce ne sono ben due: dall’aggiudicazione di un contratto da parte di Subsea 7, società impegnata in una difficile fusione con la stessa Saipem, all’avvio di un piano di buyback.
Vediamo allora nel dettaglio.
Nuovo contratto large con Chevron Australia per Subsea 7
Subsea 7 ha comunicato di essersi aggiudicata da Chevron Australia un contratto di dimensione rilevante nell’ambito del progetto Gorgon Stage 3 (GS3), uno dei più importanti sviluppi offshore al largo delle coste australiane. La società classifica l’accordo come “considerable”, una categoria che indica un valore compreso tra 150 e 300 milioni di dollari.
Il perimetro del contratto è ampio e copre l’intero ciclo operativo: dalla gestione del progetto all’ingegneria, passando per approvvigionamento, fabbricazione, trasporto, installazione e messa in servizio preliminare delle infrastrutture sottomarine. Le attività si svolgeranno a una profondità di circa 1.350 metri, confermando il posizionamento di Subsea 7 nei progetti offshore complessi e ad alto contenuto tecnologico.
Le prime fasi di project management ed engineering partiranno immediatamente dalla sede di Perth, con il supporto dei team di Kuala Lumpur e Parigi. L’avvio delle operazioni offshore è previsto nel 2028, garantendo visibilità di medio-lungo periodo sul portafoglio ordini.
Per Saipem, impegnata nel percorso di integrazione con Subsea 7, la notizia rafforza la qualità industriale del perimetro combinato e la solidità delle relazioni con clienti di primo livello come Chevron. Si tratta quindi di un catalizzatore positivo.
Saipem: al via il programma di buyback
In parallelo, Saipem ha annunciato l’avvio di un programma di riacquisto di azioni proprie in conformità al Regolamento MAR. Il piano prevede l’acquisto di un massimo di 20.916.750 azioni, destinate a servire il Piano di Incentivazione Variabile di Lungo Termine 2023–2025, con riferimento all’assegnazione 2025.
Il programma sarà eseguito tramite Banca Akros come intermediario incaricato e nel rispetto dei criteri di safe harbour previsti dalla normativa europea. Gli acquisti potranno essere effettuati entro 18 mesi dalla delibera assembleare dell’8 maggio 2025. Sulla base delle quotazioni di metà dicembre, l’esborso massimo stimato è pari a circa 50 milioni di euro.
Attualmente Saipem detiene già oltre 38 milioni di azioni proprie, pari a circa l’1,9 per cento del capitale. Il nuovo buyback non ha finalità speculative, ma rientra in una gestione strutturata degli incentivi e segnala una rinnovata attenzione alla stabilità del capitale e alla governance.
Implicazioni per gli investitori in azioni Saipem
Per gli investitori interessati alle azioni Saipem, il quadro che emerge dal doppio assist non può che essere costruttivo. L’aggiudicazione del contratto da parte di Subsea 7 rafforza la visibilità sui ricavi futuri del polo offshore in via di integrazione, mentre il piano di acquisto di azioni proprie rappresenta un segnale di fiducia del management nella solidità finanziaria del gruppo.
Le due notizie price sensitive, quindi, contribuiscono a migliorare il profilo di rischio-rendimento del titolo in un’ottica di medio periodo. Non c’è quindi da meravigliarsi se oggi a dominare sono gli acquisti. La sfida è vedere cosa accadrà nelle prossime sedute ossia se Saipem riuscirà a passare dal rimbalzo favorito dal recente calo a una vera e propria fase rialzista. Tra gli analisti a dominare è l’ottimismo. Sulla base di 17 valutazioni attive a metà dicembre, infatti, ben 10 sono bullish (rating buy) con target price medio a 3,1 euro, il 33 per cento in più rispetto alle attuali quotazioni (potenziale di upside).
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