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Crollo azioni Unicredit - BorsaInside.com

Vendite molto forti sulle azioni Unicredit in avvio di scambi. La quotata del settore bancario sta infatti segnando un ribasso di 2 punti percentuali e mezzo precipitando a 56,6 euro contro un Ftse Mib che, zavorrato dalle preoccupazioni per la guerra tra Israele e Iran, lascia sul parterre l’1,14 per cento. I titoli in ribasso (comunque meno ampio rispetto ma quello di Unicredit) sono tanti, tuttavia la contestuale presenza di una serie di quotate che invece si muovono al rialzo (Saipem e Stellantis su tutte) consente al paniere di riferimento di Piazza Affari di non deragliare.

Il nostro interesse è comunque sulle azioni Unicredit e allora cerchiamo di capire cosa stia succedendo alla big del settore bancario e perchè oggi le vendite siano così ampie.

Prima di procedere ci preme comunque tranquillizzare i lettori perchè è vero che per certi versi nella seduta odierna le azioni Unicredit stanno crollato, tuttavia va sempre tenuto conto delle prestazioni di medio e lungo termine. Se, a causa del rosso di oggi, Unicredit ha cancellato il suo rialzo mensile e ora i prezzi risultano quindi essere invariati, nel raffronto con un anno fa spicca sempre un verde del 74 per cento e da inizio 2025 la prestazione della big del settore bancario è positiva per il 47 per cento. Insomma le forti vendite di oggi non sono poi così eclatanti ma soprattutto possono essere anche cavalcare in ottica speculativa per entrare sul titolo bancario. eToro è un broker molto apprezzato quando si parla di trading nazionale. Può quindi essere una scelta interessante per investire sulle azioni Unicredit.

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Perchè le azioni Unicredit sono in forte ribasso?

Quando di mezzo ci sono movimenti di tipo tecnico andare alla ricerca dei motivi per cui un titolo è in ribasso non è semplice perchè le ragioni finiscono con l’essere dei semplici “pretesti” per vendere.

E allora, considerando il fatto che alle spalle di Unicredit come seconda quotata peggiore della seduta troviamo un altro titolo del settore bancario, ossia BPER, e, a seguire, la Banca Popolare di Sondrio, è palese che il nervosismo riguardi un pò tutto il comparto bancario di Piazza Affari.

E allora una probabile spiegazione è quello che sta accadendo può essere rintracciata nell’invio da parte della Commissione europea al governo italiano di una richiesta ufficiale di chiarimenti sull’applicazione del golden power alle banche italiane. Nella lettera della Commissione UE si fa riferimento alle motivazioni alla base della decisione dell’esecutivo di esercitare il golden power su dossier in cui sia il potenziale comprare che il potenziale venditori sono istituti bancari italiani. Il golden power è uno strumento che viene applicato laddove una determinata richiesta di acquisizione che arriva dall’estero minaccia l’interesse nazionale, ma nel caso specifico del risiko bancario in atto si tratta di operazioni di acquisizioni tra banche italiane. Da qui la richiesta da parte della Commissione UE di ben 14 chiarimenti.

Unicredit è super-esposta a questa mossa dell’Europa visto che la sua OPS su Banco BPM è finita proprio delle maglie del golden power essendo stata fin ma subito osteggiata dal governo.

Questo è un primo fattore che può spiegare la caduta del colosso bancario. Una seconda ragione potrebbe poi essere individuata nella mossa su Mediobanca. Piazza Gae Aulenti ha infatti acquisito una quota del capitale di Piazzetta Cuccia del 2 per cento. Per adesso non sono state formulate motivazioni specifiche sulle ragioni dell’operazioni anzi è stata la stessa Unicredit a liquidare l’operazione come normale amministrazione. Un portavoce della banca ha infatti affermato che ogni giorno vengono gestiti flussi di capitale per 20miliardi di euro per conto dei clienti e per coprire posizioni degli stessi. L’operazione che ha portato all’acquisizione del 2 per cento del capitale di Mediobanca rientra nel novero di questa attività, senza alcun retroscena. Questa è la motivazione ufficiale ma è più che normale che i trader mettano in correlazione quello che è avvenuto con il più ampio risiko bancario in atto.

Cosa fare con le azioni Unicredit dopo il crollo di oggi

E’ inutile girarci attorno: considerando i prezzi di Unicredit da inizio anno, il forte calo di oggi può essere una occasione per comprare su valutazioni più basse. Lato tecnico c’è una prima resistenza a quota 58,29 euro mentre un primo supporto si può collocare a 51,55 euro. Questi sono i due livelli da tenere d’occhio.

Di recente sulle azioni sono intervenuti gli analisti di Jefferies che hanno ribadito il rating buy da tempo in essere con target price alzato a 65,8 euro. La view di questi esperti è ultra-bullish con un consiglio di acquisto che va letto assieme all’enorme potenziale di upside che un simile prezzo obiettivo, raffrontato ai prezzi attuali della quotata, comprende.

In generale il rating medio sulle azioni Unicredit è outperform ossia farà meglio del mercato mentre il target price medio è a quota 58,2 euro, sempre sopra ai valori attuali.

Le prospettive, quindi, sono incoraggianti.

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