Seduta di assestamento per le azioni Diasorin che, dopo la fiammata di ieri, registrano ora una flessione frazionale dello 0,15 per cento a quota 68,5 euro. Il leggero rosso che colora la quotata della diagnostica nell’ultima seduta del 2025 (domani ultimo dell’anno, come da sempre, Piazza Affari resterà chiusa per festività) non scalfisce l’ottimo ultimo mese che la quotata ha messo a segno.
Stando a quelli che sono gli attuali prezzi, per comprare una singola azione Diasorin ora servono ben 7 euro in più rispetto a quanto occorreva a inizio dicembre visto che allora la quotata prezzava in area 61 euro. A riassumere il trend positivo dell’ultimo mese è quel +10 per cento di prestazione fin qui messa a segno dalla quotata. Una rivincita verrebbe da dire visto e considerato che da inizio anno e nonostante proprio il cambio di rotta registrato nel mese di dicembre, Diasorin presenta un passivo di oltre 30 punti percentuali.
Senza l’apprezzamento avvenuto nelle ultime quattro settimane, il passivo accumulato dalla quotata della diagnostica nell’anno arrivato agli sgoccioli, sarebbe stato ancora più ampio. In pratica quello a cui gli investitori hanno assistito a dicembre è stata una sorta di riscoperta di Diasorin, nonostante la quale, però, il titolo è irreversibilmente destinato a restare nel paniere dei peggiori dell’anno.
Focalizzando l’attenzione sugli ultimi giorni, nel periodo compreso tra Natale e Capodanno, due diversi catalizzatori hanno permesso alle azioni Diasorin di emergere intercettando l’interesse degli investitori: l’acquisto di azioni da parte del CEO Rosa e, in precedenza, l’ingresso della quotata nel mercato POC.
Vediamo nel dettaglio.
CEO di Diasorin compra azioni: il messaggio per gli investitori
E’ notizia di oggi che il numero uno della quotata attraverso il veicolo Sarago 1 Srl ha proceduto con l’acquisto di 7.400 azioni Diasorin ad un prezzo medio pari a circa 67,2 euro per azione, per un controvalore complessivo pari a circa 500mila euro. Ricordiamo che, stando agli aggiornamenti di inizio dicembre, Rosa deteneva 4,7 milioni di azioni Diasorin pari all’8.4 per cento del capitale sociale della quotata e corrispondenti al 10.657 per cento dei diritti di voto.
A prescindere ora dal caso specifico, quando un CEO compra azioni della propria società con denaro personale, il messaggio che arriva al mercato è uno dei più forti e chiari che possano esistere. Non è una dichiarazione, non è una presentazione agli analisti, non è una promessa: è un atto economico diretto. Il manager sta mettendo a rischio i propri soldi sulle prospettive dell’azienda che guida. Questo, per gli investitori, ha un peso molto superiore a qualsiasi comunicazione ufficiale. Il significato principale è semplice: il CEO ritiene che il titolo sia sottovalutato rispetto al valore reale dell’azienda o alle prospettive future. Chi è dentro conosce numeri, pipeline, trattative, dinamiche operative molto meglio del mercato. Se decide di comprare, sta implicitamente dicendo che, ai prezzi attuali, il rischio-rendimento è a suo favore.
C’è poi un secondo livello, più sottile ma altrettanto importante. L’acquisto di azioni da parte del CEO segnala allineamento totale con gli azionisti. Il manager non è solo un dipendente ben pagato, ma diventa parte attiva del rischio d’impresa. Se il titolo sale, guadagna insieme agli investitori. Se scende, perde insieme a loro. Questo riduce il sospetto che le scelte strategiche siano fatte per obiettivi di breve termine o per massimizzare bonus e stock option già garantite.
Dal punto di vista del mercato, queste operazioni vengono lette come segnali di fiducia interna, soprattutto quando avvengono in fasi delicate: dopo una correzione del titolo, durante un periodo di incertezza macro, o mentre l’azienda è impegnata in un progetto strategico rilevante.
Diasorin è entrata nel mercato della diagnostica molecolare Point of Care
E’ stata invece notizia di ieri, l’arrivo dell’autorizzazione dalla Food and Drug Administration (FDA) per il suo test destinato alla piattaforma Liason Nes. Il test, che rileva e distingue influenza A, influenza B, virus respiratorio sinciziale (RSV) e SARS-CoV-2, segna un passo strategico per l’azienda nel segmento della diagnostica molecolare Point of Care (POC).
La piattaforma Liason Nes è considerata una soluzione di nuova generazione, progettata per consentire agli operatori sanitari di eseguire test molecolari direttamente vicino al paziente, senza la necessità di personale di laboratorio specializzato. Si tratta di un approccio che permette di ridurre i tempi di diagnosi e di migliorare la gestione clinica, rispondendo alla crescente domanda di test rapidi e affidabili in contesti sia ospedalieri sia ambulatoriali.
Secondo i vertici di Diasorin, l’introduzione di Liason Nes non solo amplia la proposta della quotata della diagnostica con una piattaforma molecolare avanzata, ma segna l’ingresso dell’azienda italiana nel mercato POC, consolidando la capacità di fornire test ad alta qualità più vicino al paziente. L’iniziativa riflette la strategia di crescita della società, mirata a diversificare il portafoglio prodotti e a rafforzare la presenza nei segmenti ad alto potenziale della diagnostica.
L’autorizzazione FDA rappresenta inoltre un riconoscimento della conformità del test ai più rigorosi standard internazionali e apre la strada a opportunità commerciali significative sul mercato statunitense, uno dei più competitivi e regolamentati nel settore diagnostico.
Ragionando in prospettiva, l’espansione di Diasorin nel POC potrebbe contribuire a incrementare i ricavi ricorrenti, grazie alla combinazione di test rapidi e piattaforme scalabili. Risultato potrebbe essere il consolidamento della posizione dell’azienda come player globale nella diagnostica molecolare. Insomma il 2026 potrebbe essere un anno stimolante per Diasorin.
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