
Il crollo delle azioni Tesla per effetto dello sconto tra Musk e Trump è la notizia del giorno sui mercati finanziari. Mentre tra i due (ex) sodali iniziano a volare stracci, Tesla ha bruciato in poche ore qualcosa come 152 miliardi di dollari di market cap registrando un tracollo di ben 14 punti percentuali in una sola seduta. Il sell-off che ha affondato il colosso dell’auto elettrica, ha determinato un allargamento del passivo settimanale a ben il 12,5 per cento.
Sembra invece reggere, almeno per adesso, il verde accumulato nell’ultimo mese che è pari al 7,6 per cento. Proprio il fatto che mese su mese le azioni Tesla stiano comunque evidenziando un rialzo potrebbe far ipotizzare che lo scontro tra Musk e Trump possa essere stato l’occasione che i trader attendevano per alleggerire le loro posizioni. Vale però anche l’ipotesi opposta ossia la possibilità che, in caso di recrudescenza del braccio di ferro e magari di implicazioni pratiche, il crollo possa essere solo la prima avvisaglia di una lunga fase ribassista per il titolo Tesla.
Tenendo conto dell’imprevedibilità dei personaggi, tutte le ipotesi restano sul tavolo in modo paritario.
Una sola cosa è certa: grazie al braccio di ferro (e alle possibili implicazioni dello stesso) sulle azioni Tesla l’appeal è massimo e questa è una buona notizia soprattutto per chi ha un approccio speculativo sulla quotata. Le possibilità nel day trading sono tante e possono essere cavalcate con strumenti derivati come i CFD che consentono di andare lunghi e corti. Cosa occorre? Un broker specializzato e competitivo come FP Markets.
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Le fasi dello scontro tra Musk e Trump
E’ davvero impressionante il peso negativo esercitato dalle parole (e dai post su social) sul titolo Tesla se a parlare solo Trump e Musk.
Ricapitoliamo, in estrema sintesi, come ha avuto origine questo scontro che, secondo i più attenti osservatori, era nell’aria da settimane.
Ad aprire ufficialmente le ostilità è stato Musk che su X ha pesantemente bocciato la legge di bilancio portata avanti dall’amministrazione Trump affermando, senza tanti giri di parole, che essa è un abomini. Al magnate, evidentemente, non vanno giù i vari interventi governativi che, dal suo punto di vista, non farebbero altro che produrre debito su debito.
Pronta la reazione di Trump che non ha nascosto la sua delusione per la presa di posizione dell’ex sodale.
E’ a questo punto che Musk (terzo atto dello scontro) è entrato a gamba tesa dicendo chiaro e tondo che, senza il suo appoggio, Trump non avrebbe vinto le elezioni.
Di post in post, il battibecco è diventato sempre più minaccioso. Da un lato Musk ha rivelato che il nome di Trump sarebbe presente nei file di Epstein e che proprio per questo motivo sul dossier sarebbe calato il silenzio, mentre il presidente americano ha aperto la porta allo stop ai contratti governativi per le società del magnate.
Lasciando da parte le frecciate tra i due, il dato saliente che è emerso dallo scontro è il rischio che Tesla e tutte le società di Musk perdano contratti miliardari e al tempo stesso si ritrovino con un terreno normativo “ostile”. E’ sulla base di questa preoccupazione che i trader si sono sbarazzati dalle azioni Tesla determinando la caduta dei prezzi.
Il punto diventa capire in che misura Tesla affettivamente rischia di rimetterci in caso di recrudescenza dello scontro tra Musk e Trump. E’ lì che si gioca tutto.
Quali prospettive per le azioni Tesla? Goldman Sachs taglia il target price
Le chiacchere possono restare parole ma i giudizi degli analisti sono molto di più. E allora ecco che questa mattina, puntuale, è arrivato un pesante taglio di target price da parte di Goldman Sachs. La banca d’affari Usa ha tagliato il prezzo obiettivo da 295 dollari a 285 dollari lasciando il rating a neutral. A causa del taglio del target price, lo spazio di upside delle azioni Tesla si contrae. Nel report la banca d’affari Usa ha posto l’accento non sulla disputa in corso tra Musk e Trump ma su qualcosa di molto più concreto: i dati mensili negativi sulle consegne in Usa, Europa e Cina.
In particolare negli Stati Uniti le consegne nel periodo che va dall’inizio del trimestre fino alla fine del mese di maggio sono calate anno su anno del 15 per cento; in Europa le immatricolazioni di aprile sono calate del 50 per cento su base annua e in Cina da aprile a maggio c’è stato una aumento sequenziale a a singola cifra bassa e un ribasso del 20 per cento nel raffronto anno su anno.
Ad addolcire questo quadro a prima vista negativo sono i fondamentali finanziari di Tesla che, secondo la banca d’affari Usa, restano molto forti con 95,7 miliardi di dollari di ricavi negli ultimi dodici mesi.
Guardando al futuro Goldman Sachs ritiene che le consegne di Tesla nel secondo trimestre dell’anno corrente possano attestarsi nel range tra 335.000 e 395.000 veicoli. Tutto dipenderà dai dati di giugno e soprattutto dall’entità degli incentivi che Tesla potrebbe utilizzare. Ed è proprio su questo secondo punto che lo scontro tra Trump e Musk potrebbe pesare. Se la guerra tra i due dovesse proseguire, infatti, è difficile immaginare grandi incentivi per Tesla e di conseguenze le azioni si vedrebbero private di un elemento di grande visibilità. Viceversa con gli incentivi (e quindi senza scontro Musk – Trump) la strada per un rialzo del titolo sarebbe agevolata.
Essendo la situazione in costante evoluzione si può operare con strumenti come i CFD di FP Markets che consentono di speculare su un rialzo e su un ribasso anche in day trading.
Come fare trading sulle azioni Tesla con il broker FP Markets

FP Markets (qui la recensione) è un broker australiano regolamentato da ASIC e CySEC, noto per la sua offerta competitiva sui mercati CFD e Forex. Fornisce accesso a una vasta gamma di strumenti finanziari, inclusi indici, materie prime, criptovalute e azioni come Tesla, attraverso le piattaforme MetaTrader 4, MetaTrader 5 e Iress.
Il broker propone due principali tipi di conto: il conto Standard e il conto Raw. Il conto Standard non prevede commissioni fisse e presenta spread a partire da 1.0 pip, mentre il conto Raw offre spread molto più stretti, a partire da 0.0 pip, ma applica una commissione fissa per lotto scambiato. Entrambi i conti supportano leva finanziaria fino a 1:30 per i clienti retail europei e fino a 1:500 per i professionisti o clienti non europei.
Per fare trading sulle azioni Tesla con FP Markets, è necessario innanzitutto aprire un conto con il broker, effettuare la verifica dell’identità e depositare i fondi tramite uno dei metodi disponibili.
Una volta effettuato l’accesso alla piattaforma, si può cercare il titolo “Tesla” nella sezione delle azioni statunitensi. FP Markets consente di operare su Tesla tramite CFD, il che significa che si può speculare sia al rialzo che al ribasso senza possedere direttamente il titolo.
Il trader può impostare il volume dell’operazione, selezionare leva e livelli di stop loss o take profit. È anche possibile utilizzare strumenti avanzati di analisi tecnica offerti dalle piattaforme MetaTrader per definire strategie operative più sofisticate. Essendo CFD, le operazioni su Tesla sono soggette a rollover. Per imparare a tradare CFD Tesla con FP Markets sfruttando l’attuale situazione del titolo, si può usare il conto demo.
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