Porto Rico, tra i manifestanti Ricky Martin e Daddy Yankee. E ora arrivano le dimissioni di Rossello

Erano in centinaia di migliaia i manifestanti scesi in piazza a San Juan e nelle altre città di Porto Rico il 18 luglio in seguito allo scandalo delle chat del governatore Ricardo Rossello. Le proteste a cui hanno preso parte anche alcune personalità del mondo della musica e del cinema come Ricky Martin, Daddy Yankee e Benicio Del Toro, hanno bloccato le principali vie della città e tra queste un’autostrada. 

La manifestazione di protesta è scaturita dalla pubblicazione di 880 pagine di chat del governatore Ricardo Rossello, contenenti insulti sessisti e omofobi, nonché i piani orditi ai danni della stampa, inviati ai suoi più stretti collavoratori del Nuovo Partito Progressista, formazione politica che ha tra i suoi obiettivi l’indipendenza di Porto Rico.

Nelle pagine delle chat si leggono alcuni riferimenti anche alla pop star Ricky Martin, che il governatore definisce: “un macho che va a letto con gli uomini perché le donne non sono all’altezza“. Non è mancata la replica del cantante, che ha affermato: “è nella vita privata che si vede chi sei, e tu sei ben lontano dall’essere una persona ammirevole.”

Tra i commenti sessisti e gli insulti omofobi, il governatore Rossello si è anche concesso di fare dell’ironia sui morti causati dall’uragano Maria che ha colpito l’isola caraibica nel 2017 causando oltre 4.000 vittime.

Molti manifestanti hanno chiesto l’impeachment del governatore, e tra di loro anche il sindaco della capitale, Carmen Yulin Cruz che ha persino azzardato la possibile instabilità mentale di Ricardo Rossello. Il Presidente USA Donald Trump sembra non aver preso le difese di nessuna delle due parti, avendo definito “pessimo” il governatore, e dichiarato che la Cruz è “una che ha fatto cose orribili”.

Il giorno dopo l’inizio della protesta, il governatore ha chiesto scusa ma ha annunciato che non si sarebbe dimesso. In compenso aveva comunque garantito che l’anno prossimo non avrebbe ripresentato la propria candidatura per un eventuale secondo mandato. 

Tuttavia grazie all’ampia eco mediatica che la vicenda ha ottenuto sui social con lo slogan “Ricky renuncia” ed in seguito all’annuncio di una nuova manifestazione in programma per oggi, il governatore Ricardo Rossello ha dichiarato che rassegnerà le sue dimissioni.

La crisi portoricana 

La situazione politico-economica dello stato del Porto Rico non è certo delle migliori. L’isola caraibica è un protettorato americano sin dal 1899, cioè dall’anno successivo a quello in cui la Spagna la cedette agli USA. Ma nonostante ciò il Porto Rico non è mai divenuto uno stato membro degli USA, nemmeno dopo che, nel 2012, i suoi abitanti hanno votato a favore della trasformazione in un vero e proprio stato USA. Dopo quel referendum infatti il Congresso americano non ratificò la decisione e non diede inizio all’iter costituzionale.

Una situazione economica, quella del Porto Rico, tutt’altro che positiva. Basti pensare che il Paese è in recessione ormai da oltre 12 anni. Dal 2006 fino ad oggi, con la sola eccezione di alcuni mesi del 2012, il Pil dell’isola caraibica nota per i suoi paesaggi naturali mozzafiato, non ha fatto altro che scendere.

Nel 2015 il Porto Rico ha dovuto dichiarare default su parte dei suoi debiti, per un totale di 74 miliardi di dollari. Ma il vero colpo di grazie è arrivato con il disastro dell’uragano Maria che nel 2017 ha devastato l’isola causando danni per oltre 94 miliardi di dollari. 

Il processo di ricostruzione è stato poi gestito nel peggiore dei modi da una classe politica incapace e corrotta, il che ha causato un forte malcontento tra la popolazione, che a causa della pesante crisi economica aveva già patito anni di sofferenze e privazioni. Per avere un’idea delle condizioni in cui si trova il Paese, basti pensare che il reddito familiare medio ammonta a meno di 20mila dollari l’anno, che è una frazione di quello degli USA. Il 40% dei residenti in Porto Rico vive al di sotto della soglia di povertà, e se ci si concentra sulla fascia di età dai 25 in giù si arriva al 60%. 

E’ fondamentale sottolineare che la principale causa di questa condizione è da ricercarsi nella malagestione della cosa pubblica che ha portato ad un pesante indebitamento. Il debito del Porto Rico inoltre, negli anni passati non è stato posto dal Congresso sotto la legge fallimentare del Chapter 11, pertanto non è stato assimilato a quello municipale degli Stati Uniti.

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