Finanziaria 2020: lotta all’evasione con incentivi per chi usa il bancomat e lotteria sugli scontrini

Il problema dell’evasione fiscale è di importanza centrale per il governo presieduto da Giuseppe Conte, ed è per questo motivo che all’interno della manovra finanziaria 2020 verranno introdotte delle misure volte a incentivare l’uso di metodi di pagamento elettronici, ma si pensa anche ad un modo per far sì che non si manchi di emettere i dovuti scontrini fiscali.

L’intento, come hanno spiegato fonti tecniche al Corriere, è quello di studiare un decreto in grado di affiancare la manovra 2020 con lo scopo di dare una “svolta radicale” alla lotta all’evasione fiscale, e recuperare in questo modo risorse fondamentali per poter procedere con l’abbassamento delle tasse.

Conte: “il problema centrale di tutto il nostro sistema economico è l’evasione”

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, da New York ha parlato ancora della manovra economica 2020 e del tema della lotta all’evasione fiscale. “Mi sto convincendo che il problema centrale di tutto il nostro sistema economico sia l’evasione” ha detto il premier “se noi non riusciamo a ridurre l’evasione la crescita resterà soffocata. Ci faremo latori di un intervento radicale nella manovra di bilancio, è chiaro che dobbiamo pensare a diversi meccanismi di incentivazione della moneta elettronica, degli scontrini, dei pagamenti digitali e anche al carcere per i grandi evasori”.

Ha poi ribadito un concetto già espresso in altre occasioni. “Dobbiamo fare un patto con i cittadini italiani, pagare tutti per pagare meno” ha confermato Conte, e ha continuato poi spiegando: “in questo momento stiamo studiando tutti i meccanismi che sono incentivanti della moneta elettronica. Sta diventando in me sempre più profonda la convinzione che il nostro problema endemico sia l’evasione: paghiamo tutti di più perché molti non pagano. E’ un’emergenza, la maggiore iniquità alla quale siamo esposti. Bisogna intervenire radicalmente come mai è stato fatto in questa direzione”.

Incentivi per i pagamenti elettronici e bonus per chi emette scontrini

Ancora le notizie non sono ufficiali, ma in base alle indiscrezioni trapelate in questi giorni, uno dei possibili strumenti di cui il governo si servirà per incentivare l’uso delle carte bancomat e per evitare l’omissione degli scontrini fiscali, sarà basato su un “meccanismo premiale”.

Secondo il Corriere della Sera infatti tale meccanismo, seppur ancora da identificare, dovrebbe appunto premiare chi usa, oltre un certo livello di spesa, la carta di pagamento o di credito. Conte ha spiegato a tal proposito che “esiste un tavolo di studio al momento e alla fine tra qualche settimana dovremo scegliere le misure più adatte. Credo che adotteremo delle misure che cambieranno gli stili di vita degli Italiani, in un modo che non ha mai avuto precedenti”.

Il presidente del Consiglio ha poi aggiunto: “se riterremo una misura del genere sostenibile, nell’interesse di tutti, perché paghiamo tutti tanto, dopo aver fatto tutte le simulazioni, io chiedo un patto a tutti i cittadini onesti. Chiedo di accettare quella che potrà sembrare una misura nuova, che potrà sembrare qualcosa di innovativo. Chiedo di accettare questa sorpresa, perché il patto sarà che poi pagheremo tutti di meno“.

Anche Repubblica conferma questa linea dell’esecutivo per recuperare risorse attraverso una lotta all’evasione fiscale senza precedenti. I vantaggi poi ci sarebbero fin da subito per i consumatori, ad esempio nel caso dell’utilizzo di carte di pagamento o di credito. Sarebbero infatti previsti dei bonus strutturati secondo alcuni con l’impostazione di un tetto di duemila euro, mentre altri preferirebbero che il parametro venisse valutato in base al reddito.

Il problema dell’evasione fiscale “ogni anno 110 miliardi sottratti a Fisco e Inps”

Il viceministro dell’Economia Antonio Misiani ha affermato che l’evasione fiscale “è un grande problema del Paese perché ogni anno 110 miliardi di euro vengono sottratti a Fisco e all’Inps” ed è per questo che si pone l’esigenza di puntare sulla tracciabilità dei pagamenti attraverso “una serie di misure” che comprendono anche “incentivi per l’uso delle carte elettroniche”.

Nel suo intervento alla Camera nel corso dell’esame dei disegni di Legge ‘Rendiconto generale dell’amministrzione dello Stato per l’esecizio finanziario 2018 e Disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2019’, Misiani ha definito la direzione che il governo ha deciso di prendere “una strada fruttuosa per recuperare un ammontare di risorse significativo e cruciale per finanziare gli impegni rilevantissimi che attendono il Paese nella prospettiva della legge di bilancio 2020”.

Per quel che riguarda il rapporto deficit/Pil, in occasione del’audizione alla Camera sul ddl Rendiconto e Assestamento, Misiani ha confermato che dovrebbe attestarsi intorno al 2%, ed ha anche confermato l’intenzione dell’esecutivo di procedere con una serie di “incentivi per l’uso di carte elettroniche”.

Intanto i tecnici del Mef stanno lavorando sugli ultimi dettagli della nota di aggiornamento al Def, che potrebbe essere pronta già entro venerdì. Inoltre dopo la pubblicazione di lunedì dei dati aggiornati sul 2018 da parte dell’Istat e della Banca d’Italia, stanno definendo le proiezioni di crescita e i conti pubblici.

Al Tesoro procedono ancora i lavori sulla revisione della spesa e sulle ipotesi di riduzione delle tax expenditures, e si prevede che i tavoli andranno avanti ancora fino alla stesura finale della manovra di bilancio, per la quale si attende la presentazione al Consiglio dei Ministri entro il 15 ottobre.

Calano i controlli nella lotta all’evasione fiscale

La lotta all’evasione fiscale si è sempre rivelata poco efficace, con dati ufficiali che mostrano persino una riduzione del numero degli accertamenti e del relativo gettito. In parole povere, stando ai dati del consuntivo 2018 analizzati dalla Corte dei Conti, oltre il 50% dei controlli garantisce un recupero fiscale che non supera i 1.500 euro, cioè meno di quanto costa.

Insomma spesso il gioco non vale la candela, anche perché metà degli accertamenti viene chiuso per inerzia del contribuente, vale a dire che si tratta molto frequentemente di soggetti falliti o nullatenenti dai quali non è possibile ricavare granché.

C’è poi la questione dell’insufficienza del personale, ma anche quella del potenziamento del ravvedimento operoso, una pratica che consente al contribuente di emendare le dichiarazioni anche in seguito alla conclusione del controlli, ottenendo in questo modo la riduzione anche significativa, sia in termini sanzionatori che nella determinazione degli interessi dovuti, a patto che il pagamento sia immediato e in unica soluzione della totalità degli importi finali richiesti.

Di Maio: “carcere per i grandi evasori fiscali”

Per il leader del Movimento 5 Stelle e ministro degli Esteri Luigi Di Maio “la lotta all’evasione è molto più semplice perché abbiamo strumenti informatici che ci consentono di tracciare i pagamenti. Credo che la lotta in Italia all’evasione significhi lottare contro i grandi evasori e farlo anche con misure coercitive molto forti come il carcere. Perché quello è un deterrente e ferma subito una serie di pratiche che poi vanno a danno dei cittadini onesti che ogni giorno pagano le tasse e fanno i salti mortali per pagarle”.

Di Maio, intervistato da SkyTg24 ha anche aggiunto che “la legge di bilancio dovrà contenere una riduzione del cuneo fiscale che significa che l’imprenditore che assume deve pagare meno tasse. E il salario minimo che era una nostra promessa che dobbiamo mantenere, cioè dire che gli stipendi da due-tre euro all’ora diventano fuori legge”.

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