Brexit, il Regno Unito non rinnova l’Erasmus e la protesta si infiamma sui social

Il divorzio del Regno Unito dall’Ue sta andando avanti come da programma, e tra i cambiamenti che porterà con sé ha avuto particolare risalto, specie sui social, il no al rinnovo del programma di scambio culturale Erasmus.

Dal momento in cui entrerà in vigore la Brexit, lo storico programma di scambio tra studenti di tutta Europa non comprenderà più la Gran Bretagna che ha deciso di non rinnovare l’accordo. Stando a quanto riferito dal ministro dell’Istruzione Skidmore dovrà essere rinegoziato.

Era stato presentato un emendamento alla legge di ratifica dell’uscita del Regno Unito dall’Ue, con il quale l’opposizione liberal democratica tentava di ridurre gli effetti della Brexit, ma la Camera dei Comuni, dove ormai i Conservatori di Boris Johnson hanno la maggioranza assoluta, grazie alla vittoria schiacciante conseguita alle elezioni di dicembre, non ha esitato a bocciarlo.

L’emendamento “New Clause 10” mirava ad imporre al Governo di tenere in vita l’appartenenza al programma Erasmus anche dopo il 2020, e prevedeva che venissero negoziati i termini per rinnovare l’accordo anche dopo la scadenza dell’attuale ciclo già finanziato, ma soprattutto all’indomani dell’uscita del Regno Unito dall’Ue. L’emendamento però è stato bocciato con 344 voti contrari e solo 254 voti favorevoli.

Ancora non è detta l’ultima parola comunque, lo precisa un portavoce del Dipartimento per l’Istruzione, che ha assicurato che il Governo “è impegnato a proseguire le relazioni accademiche tra Regno Unito e Ue, anche attraverso il prossimo programma Erasmus Plus, se è nel nostro interesse farlo”.

In altre parole, anche quando il Regno Unito avrà portato a compimento la Brexit, e nonostante il mancato rinnovo dell’Erasmus di questi giorni, non si tratta di un addio al programma di scambio universitario, i cui termini potranno essere discussi in altri negoziati paralleli a divorzio dall’Ue avvenuto.

Proteste su Twitter per il no all’Erasmus

Non ha lasciato indifferenti gli studenti, né l’intero mondo accademico britannico, la notizia del mancato rinnovo dell’accordo per il programma Erasmus, e sui social la protesta si è subito accesa.

“Questa è una decisione miserabile, un furto alle giovani e future generazioni” ha scritto lo storico Simon Schama su Twitter. L’accademico Paul Bernal ha invece aggiunto: “Tutti quelli che sanno minimamente cosa sia l’Erasmus, sanno che quella del Governo è una decisione diabolica, miope e controproducente. Tipico della Brexit”.

Ai numerosi commenti di indignazione apparsi sui social ha risposto il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Sergio Battelli, che ha scritto: “ebbene sì, la Camera dei Comuni del Regno Unito ha ufficialmente detto addio anche all’Erasmus, quella piattaforma che include anche il programma europeo di scambio degli studenti tanto apprezzato. La Brexit ormai è nei fatti e non sta a me dire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato”.

“Ho sempre detto che la volontà popolare andava rispettata” si legge ancora nel post pubblicato da Battelli “ciò non toglie che oggi è davvero un giorno molto triste perché, se il progetto europeo in questi anni è cresciuto, se l’Unione, soprattutto tra le giovani generazioni, si è fatta concreta, lo si deve anche a iniziative come l’Erasmus”.

“Ogni perdita impone una riflessione e una ristrutturazione, credo quindi che l’Ue debba necessariamente ripensare il percorso educativo per le nuove generazioni” scrive ancora Battelli, che poi conclude “solo lo scambio e l’integrazione faranno il cittadino europeo di domani, non certo le chiusure e gli arroccamenti”.

Ma quella della Gran Bretagna non è in realtà una chiusura definitiva al programma Erasmus, ed è lo stesso sottosegretario all’istruzione e l’università Chris Skidmore a precisarlo con un post su Twitter. “Il voto di ieri sera non significa che la Gran Bretagna lascierà per sempre l’Erasmus+ dopo l’uscita dall’Unione Europea” scrive il sottosegretario Skidmore “la partecipazione del Regno Unito ad Erasmus+ farà parte dei nostri negoziati futuri con l’Unione europea. Diamo grande valore agli scambi internazionali tra studenti”.

Von der Leyen: “negoziati duri”

La Brexit però va avanti a ritmi serrati, con l’approvazione da parte della Camera dei Comuni della legge attuativa sul recesso dall’Ue a partire dal 31 gennaio.

Boris Johnson, grazie alla maggioranza assoluta in Parlamento sembra vicino a mantenere la promessa di completare la Brexit. Il dibattito è durato tre giorni, e alla fine, dopo numerosi emendamenti respinti, la votazione del disegno di legge sull’accordo di recesso è terminata in terza lettura con 330 voti favorevoli e 231 contrari.

L’iter prevede ora il passaggio dalla Camera dei Lord. Intanto la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen ha parlato di “negoziati duri” con la Gran Bretagna per le relazioni per il dopo Brexit, dicendosi però convinta della possibilità di raggiungere un’intesa e di stringere legami “indistruttibili”.

Senza un’estensione del periodo di transizione oltre il 2020 non ci si può aspettare un accordo su ogni singolo aspetto della nuova partnership. Dovremo avere delle priorità, ma siamo pronti a disegnarne una senza precedenti con zero dazi, zero quote e zero dumping” ha detto la presidente Ursula Von der Leyen.

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