Coronavirus, contagiate in Italia oltre 130 persone. Scuole chiuse in Lombardia, Veneto e Piemonte

I casi di contagio da coronavirus in Italia stanno aumentando rapidamente, superando nel corso della giornata di oggi i 130 casi confermati. Dei soggetti risultati positivi al test, 89 risultano residenti in Lombardia, di gran lunga la Regione più colpita, 24 nel Veneto. 25 persone sono ricoverate attualmente nel reparto di terapia intensiva.

Intanto si continua a cercare il paziente zero, vale a dire l’origine del focolaio che si sta rapidamente espandendo nelle regioni del nord Italia, in particolare nella provincia di Lodi ma anche in altre aree di Lombardia, Veneto, Piemonte ed ora anche Emilia Romagna.

Si prosegue quindi coi test per le persone che hanno avuto contatti con i contagiati, e nel frattempo molte città del nord vengono “blindate”, con divieto di ingresso e di allontanamento dalle località focolaio del virus. In Lombardia, ma anche in Veneto e in Piemonte le scuole rimarranno chiuse per una settimana, e nella città di Venezia saltano i festeggiamenti per il Carnevale.

6 casi di coronavirus confermati in Piemonte

Il Governatore della regione Piemonte, Alberto Cirio, ha reso noto che “i casi accertati di coronavirus in Piemonte sono sei: tre nella provincia di Cuneo e tre nella provincia di Torino. I casi nel cuneese riguardano cittadini cinesi arrivati dalla Cina il 19 febbraio. I casi nel torinese, comprese quello reso noto ieri, sono cittadini italiani”.

Il governatore Cirio ha anche ricordato che si prosegue con “analisi e verifiche per individuare e isolare il ceppo del contagio”.

In Lombardia si ferma la Scala, sospese tutte le messe

In Lombardia intanto si cerca di contrastare la diffusione del coronavirus come possibile. Tra le contromisure adottate, quella che prevede la sospensione di tutte le funzioni religiose, e la chiusura degli oratori. Tutte le diocesi hanno subito dato seguito all’ordinanza della Regione interrompendo gli eventi pubblici nelle chiese e nelle parrocchie.

A Milano si ferma anche il teatro della Scala, che ha deciso di sospendere “tutte le rappresentazioni a titolo cautelativo in attesa di disposizioni” fa sapere il Governatore. Niente più spettacoli quindi, almeno fino a nuove disposizioni. Dopo la prima dell’opera Il Turco andata in scena sabato sera, a partire dal recital del soprano Aleksandra Kurzak che doveva andare in scena questa sera, saltano tutti gli spettacoli.

Il punto della situazione del commissario per l’emergenza Angelo Borrelli

In conferenza stampa a Roma, il commissario per l’emergenza coronavirus, Angelo Borrelli ha spiegato che “in Italia c’è un elevatissimo livello di screening sanitario, ma i sanitari non sono stati in grado di riconoscere i sintomi del virus”.

La rapida diffusione del virus nel nord del Paese sarebbe quindi dovuta non ad una “colpa” dei medici, ma più che altro alle oggettive difficoltà nell’individuare i sintomi della nuova polmonite Covid-19, che sono quasi del tutto sovrapponibili a quelli della comune influenza stagionale. Ad oggi, stando a quanto lo stesso Borrelli ha dichiarato, “sono stati effettuati almeno 3 mila tamponi”.

Il capo della protezione civile ha spiegato che “ci sono state situazioni in cui non si è stati in grado di riconoscere immediatamente i sintomi del virus, ma non è un problema di quantità di test. Tutti i possibili casi sono stati verificati con prove di laboratorio”.

Il fatto è, spiega, che “non siamo riusciti ad individuare il paziente zero e quindi è difficile formulare previsioni sulla diffusione”. L’origine della diffusione del virus nei due focolai, quello del Lodigiano e nel Veneto, non è stata ancora spiegata, perciò “l’unica misura concreta da adottare è stata quella di chiudere i territori”.

Per questo si è deciso di isolare l’area di Vò Euganeo in provincia di Padova e ben 10 Comuni in provincia di Lodi, per un totale di circa 50 mila persone interessate dall’ordinanza. Le scuole sono state chiuse poi in tutta la Lombardia, in Veneto e in Piemonte, una misura che potrebbe anche essere estesa a seconda degli scenari che si prospetteranno nei prossimi giorni.

Anche il numero di Comuni in isolamento potrebbe aumentare, si tratta, come ha spiegato Borrelli, di una scelta che “rientra nell’ambito di una valutazione, in accordo con le Regioni, del Comitato tecnico scientifico”.

In conferenza stampa è stato anche affrontato l’argomento delle misure da mettere in campo nell’ambito della quarantena, e della necessità di evitare di gravare eccessivamente sulle spalle delle strutture ospedaliere. Si è pensato quindi, anche al fine di evitare promiscuità tra i pazienti già ricoverati e i contagiati, di servirsi di strutture militari e persino strutture ricettive come hotel.

“Dalle Forze Armate abbiamo la disponibilità di migliaia di posti letto in tutta Italia. Solo dall’Esercito abbiamo 3.412 posti letto in 1.223 camere, dall’Aeronautica potrebbero esserci 1.789 posti letto” ha fatto sapere Borrelli “quindi abbiamo un quadro di strutture operative e alberghi. Non abbiamo problemi di strutture per il ricovero e l’assistenza” ha poi concluso.

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