Il Coronavirus esplode in Italia, oltre 50 casi. Oms: “il tempo per fermare l’epidemia sta per scadere”

Da soli 3 casi di contagio da coronavirus registrati in Italia fino a 36 ore fa, il numero è improvvisamente cresciuto fino a superare quota 50. I casi confermati arrivano quasi tutti da Lombardia e Veneto, ma si registra anche il primo caso in Piemonte, più un caso sospetto in Umbria.

Mentre il numero totale delle vittime nel mondo raggiunge le 2.360 unità, in Italia si registrano i primi due decessi. Le vittime sono un uomo di 78 anni che abitava in provincia di Padova, e una donna di 77 anni, che è stata trovata morta nella sua abitazione in Lombardia. L’anziana aveva in realtà anche altre malattie che potrebbero averne causato il decesso.

In tutto i casi di contagio registrati nelle ultime 36 ore sono 52, e comprendono 39 persone risultate positive al coronavirus in Lombardia, altre 12 nel Veneto, e 1 caso in Piemonte. Per quel che riguarda i contagi in Lombardia, il presidente della Regione Attilio Fontana fa sapere che “sono riferibili al territorio della prima infezione” vale a dire la provincia di Lodi.

Il Lodigiano sarebbe quindi, stando a quanto dichiarato dall’assessore alla sanità regionale Giulio Gallera, il centro di un focolaio di epidemia. Per quel che riguarda invece il caso confermato in Piemonte, a darne notizia ufficiale è stato il presidente della Regione Alberto Cirio nel corso di una conferenza stampa. Si tratta di un uomo di 40 anni di Torino che si trova attualmente ricoverato presso l’ospedale Amedeo di Savoia.

L’Italia è così diventato improvvisamente il Paese d’Europa con il maggior numero di casi di coronavirus confermati. Il totale dei contagi nella Penisola supera infatti il numero complessivo di tutti gli altri Paesi d’Europa messi insieme. La Germania fino a ieri il Paese più colpito con i suoi 16 casi confermati, è ora al secondo posto stando a quanto riportato nell’elenco costantemente aggiornato dell’agenzia stampa olandese BNO News.

Trentacinque persone tra quelle che sono risultate positive ai test in Lombardia sono residenti a Codogno, la cittadina di 16 mila abitanti nella quale è stato registrato il primo caso, quello del 38enne ricoverato nell’ospedale locale, dove poi il virus ha colpito anche due medici che abitano a Pieve Porto Morone in provincia di Pavia. Altri due casi invece sono stati registrati nella città di Cremona e a Pizzighettone.

Quanto ai contagiati confermati in Veneto invece le informazioni sono meno dettagliate. Quando il numero complessivo nella regione del nord-est era ancora fermo a 9, il presidente Luca Zaia aveva fatto sapere che erano tutti collegati all’anziano morto in provincia di Padova. Tuttavia in seguito è venuto fuori un nuovo caso, un 67enne residente a Mira, in provincia di Venezia, e ora si ipotizza che i focolai in Italia siano due.

Nel nord del Paese scatta la quarantena per contenere il virus

Per contenere la diffusione del coronavirus in Italia è stata predisposta la quarantena in strutture militari e civili per 250 persone che sono state in contatto diretto coi malati, una misura che verrà applicata a partire dalle prossime ore.

In dieci paesi del Lodigiano (Casalpusterlengo, Codogno, Castiglione d’Adda, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e Sanfiorano) è stata emessa dall’ente regione un’ordinanza che vieta tutte le attività all’aperto. Agli abitanti (50 mila persone circa) inoltre è stato consigliato di non uscire di casa, mentre le stazioni ferroviarie di Codogno, Maleo e Casalpusterlengo sono state chiuse.

Il primo caso nel Lodigiano

Il primo caso che è stato confermato nella provincia di Lodi è quello di un uomo di 38 anni che si era presentato con la febbre al pronto soccorso di Codogno il 18 febbraio scorso. In quell’occasione però era stato rimandato a casa.

L’allarme è scattato solo in seguito, quando la situazione si è aggravata e la moglie ha fatto presente ai medici che il marito a inizio febbraio aveva cenato con un collega appena rientrato dalla Cina.

Non si sa molto del collega cinese del 38enne risultato positivo al Coronavirus. L’uomo ha parlato con MilanoToday dicendo di essere risultato negativo ai test e di non essere mai stato male. Si ipotizza quindi che il suo corpo possa aver subito sviluppato degli anticorpi, o in alternativa che il virus lo abbia contagiato in maniera asintomatica e solo per un breve periodo.

Ad ogni modo non si ha alcuna certezza che il 38enne sia stato effettivamente contagiato dal collega cinese. Sull’origine di questo focolaio nel nord-est italiano ci sono ancora molti punti interrogativi, e non vi sono ancora nemmeno teorie su come sia avvenuto il contagio dei due uomini residenti a Vo’ Euganeo, un piccolo paese in provincia di Padova

Tanto più che, stando a quanto lo stesso Governatore della Regione Veneto ha fatto sapere, i due uomini né erano stati in Cina, né avevano avuto contatti con persone tornate di recente dalla Cina.

Il Coronavirus in Italia e nel mondo

Con i 39 casi confermati in Lombardia, i 12 in Veneto e il primo caso in Piemonte, l’Italia è improvvisamente diventato il Paese europeo con il maggior numero di persone contagiate, superando persino gli Stati Uniti, che fino ad oggi era il Paese occidentale nel quale erano stati registrati più casi.

Come spiegato da Walter Ricciardi, membro del Consiglio Esecutivo dell’Organizzazione mondiale della Sanità, in Italia si registrano oltre 50 casi secondari, vale a dire che non riguardano persone provenienti da aree a rischio.

Con due decessi registrati, in Italia il coronavirus sembra espandersi molto più rapidamente che nel resto d’Europa. In Germania sono stati confermati 16 casi, in Francia 12 (con il primo decesso in Europa) in Gran Bretagna 9, 2 in Spagna, 1 in Belgio, 1 in Svezia. Si attende anche il risultato dei test fatti su 29 persone sospettate di aver contratto il virus in Montenegro, che sono attualmente sotto osservazione.

I casi confermati in tutto al di fuori della Cina sono al momento 1.200, distribuiti in 26 Paesi. In Cina il totale dei morti ha raggiunto 2.345 unità, ma la stragrande maggioranza delle vittime è stata registrata nella provincia dello Hubei, dove ad oggi sono morte 2.250 persone. Arrivano però dei numeri rassicuranti dalla Commissione Sanitaria cinese, che fa sapere che il numero dei nuovi contagi continua a calare.

Nella giornata di ieri i nuovi decessi registrati in Cina sono stati 109, 106 dei quali nella provincia dello Hubei. Fuori dalla Cina invece sono stati registrati in tutto 4 decessi in Iran, 3 in Giappone, 2 in Corea del Sud e Hong Kong, 1 in Francia, Filippine e Taiwan.

Il ministro della Salute israeliano intanto ha lanciato l’allarme dopo che nove membri di un gruppo di pellegrini cristiani sudcoreani che erano stati in visita in Israele questo mese, al ritorno in Corea sono risultati positivi al coronavirus. Il ministro ha anche spiegato che i pellegrini si erano recati in diversi luoghi sacri, e che le persone con le quali erano entrati in contatto ravvicinato e prolungato sono state messe in quarantena.

Il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanon Ghebreyesus, ha invece fatto sapere a margine di un incontro d’emergenza coi ministri della Sanità africani che “esiste un caso confermato nel continente africano, in Egitto. Diversi Paesi africani hanno testato casi sospetti di Covid19, ma per fortuna sono stati trovati negativi”.

In Canada invece ad essere risultata positiva ai test è una donna che era rientrata di recente da un viaggio in Iran. A rendere noto il contagio confermato della 30enne è stato il titolare della Sanità pubblica, Theresa Tam, la quale ha poi affermato che: “qualsiasi legame importante con l’Iran potrebbe essere un indicatore di una più ampia trasmissione” del virus “rispetto a quella che pensavamo finora”.

Fabbrica Samsung chiude in Corea del Sud

Nella giornata di oggi è anche arrivato l’annuncio da parte di Samsung Electronics della chiusura di una sua fabbrica per la produzione di smartphone situata in Corea del Sud, nella città di Gumi, in seguito all’accertamento dell’avvenuto contagio di un dipendente.

La chiusura dell’impianto è stata disposta fino alla data di lunedì 24 febbraio, con l’eccezione del reparto in cui lavorava l’uomo risultato positivo ai test, che invece riaprirà solo il giorno 25. Samsung ha fatto sapere che: “il 22 febbraio un dipendente del Gumi Complex di Samsung Electronics è risultato positivo per il nuovo coronavirus (COvid-19)“.

Samsung ha anche assicurato che “la società prevede di mettere in atto immediatamente tutte le misure necessarie per la disinfezione e il contenimento”. Inoltre, fanno sapere dalla società, sono stati individuati i colleghi che sono stati a stretto contatto con il dipendente contagiato, e sono state poste in essere tutte le misure necessarie per accertare le loro condizioni di salute e ridurre al minimo le possibilità di ulteriore diffusione del virus.

Sull’epidemia di coronavirus, accuse di disinformazione

Secondo quanto riportato dall’agenzia France Presse, un funzionario americano avrebbe affermato che ci sarebbe la Russia dietro alla massiccia campagna di disinformazione in atto sull’epidemia di Coronavirus.

Il Global Times invece incolpa la propaganda cinese di un tentativo di addossare la responsabilità dell’esplosione dell’epidemia di Coronavirus sugli Stati Uniti. Il giornale in lingua inglese che fa capo al Quotidiano del Popolo riferisce che un post pubblicato su Sina Weibo (Twitter cinese) cita i Giochi mondiali militari che si sono svolti a Wuhan lo scorso ottobre, ai quali hanno partecipato anche militari statunitensi.

Secondo quanto riportato dal Global Times sarebbero molti i post sulla falsariga di questo a fare il giro dei social cinesi, il che alimenterebbe la “paura che il nuovo coronavirus abbia avuto origine negli Stati Uniti”.

Sempre sul Global Times si legge il commento del professore di relazioni internazionali alla Fudan University, Shen Yi, che afferma: “i sintomi e la capacità di contagio del COVID-19 sono evidenti a tutti. È impossibile nascondere le origini della malattia” invitando quindi gli utenti del web e i media a basarsi solo sui fatti, invece di lasciarsi andare a ricostruzioni fantasiose.

Ma è ancora il Global Times a citare il servizio di una televisione giapponese, la Asahi Tv, nel quale si ipotizza che una parte delle migliaia di vittime di influenza ordinaria negli Stati Uniti, e nel resto del mondo, potrebbero aver in realtà contratto il coronavirus senza che nessuno lo abbia saputo.

Oms lancia l’allarme: “il tempo per fermare l’epidemia sta per scadere”

I toni rassicuranti sembrano essere stati messi da parte ormai sia dalla Cina che dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ed ora si fa sempre più evidente il timore che la diffusione del Coronavirus possa concretamente trasformarsi in una epidemia mondiale.

Il tempo per fermare l’epidemia di Coronavirus “sta per scadere” ha avvertito Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, che ha aggiunto: “anche se il numero totale di contagi di Covid19 fuori dalla Cina rimane relativamente basso, siamo preoccupati per il numero di casi senza un chiaro legame epidemiologico, come viaggi in Cina o contatti con un caso confermato”.

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