La decisione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di dichiarare lo stato di pandemia mondiale in relazione all’emergenza coronavirus, non avrà conseguenze significative sui pandemic bond (a differenza di quanto affermato in queste settimane da complottisti e siti di bufale). Questo però non significa che i possessori di questi bond potranno dormire sogni tranquilli visto che, a prescindere dalla proclamazione della pandemia, sono pronte ad entrare in vigore importanti novità.
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In base al regolamento stesso delle obbligazioni, è ipotizzabile che possano ora scattare le clausole previste sui 320 milioni di dollari di obbligazioni pandemic che sono state emesse dalla Banca Centrale nel 2017. Detto in altre parole, gli obbligazionisti che hanno in portafoglio pandemic bond farebbero bene a prepararsi ad importanti novità ossia alla perdita di parte del capitale che verrebbe destinato dalla stessa World Bank a finanziare le politiche di contrasto del coronavirus nei paesi più fragili.
L’attivazione delle clausole potrebbe avvenire in tempi molto brevi. Una data molto significativa lungo il percorso verso lo scatto automatico delle clausole potrebbe essere il prossimo 24 marzo. Quel giorno, infatti, scadrà il periodo di 12 settimane dalla dichiarazione di avvio dell’epidemia di coronavirus avvenuta il 31 dicembre 2019. Inoltre c’è anche da considerare che l’emergenza già rispetta i criteri richiesti ai fini dello scatto delle clausole per quanto riguarda diffusione e mortalità.
Fondamentalmente, il passaggio dall’epidemia alla pandemia annunciato ieri dall’Oms non ha grande impatto nel cammino verso l’attivazione delle clausole sui pandemic bond. In altre parole anche nel caso in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità non avesse deciso il passaggio alla fase di pandemia, le obbligazioni pandemic emesse dalla Banca Mondiale nel 2017 avrebbero fatto il loro naturale corso andando incontro allo scatto delle clausole previste dal regolamento.
Pandemic Bond cosa avverrà il 24 marzo
Ma veniamo alla data del 24 marzo. Cosa avverrà concretamente quel giorno? Secondo alcuni analisti dopo il 24 marzo sarà possibile valutare se tutti i criteri per far scattare la clausole sono scattati o meno. In particolare, come messo in evidenza da Euromoney, a dover essere vagliati saranno elementi come il tasso di crescita dei contagi ma anche il rapporto tra casi confermati e casi totali.
Questa fase di verifica, affermano da Euromoney, potrebbe durare un paio di settimane. Ad ogni modo la verifica avverrebbe molto prima della scadenza natutale dei bond che è fissata a metà luglio.
Un recente report redatto da Dbrs Morningstar ha affermato che i 320 milioni di bond sono divisi in due tranche: c’è la Classe A, di 225 milioni che stacca una cedola del 7 per cento e quindi prevede per i sottoscrittori un tetto massimo èer le perdite fissato al 16,67 per cento e c’è poi la Classe B, di 95 milioni di dollari che stacca una cedola dell’11 per cento e che include il rischio di perdere tutto il proprio capitale.
Lo scatto delle clausole e quindi il pagamento dei bond è praticamente scontato alla luce dell’allargamento dell’emergenza coronavirus (ricordiamo che la proclamazione dello stato di pandemia da parte dell’OMS non ha alcun peso in tutto questo).
Facendo due conti le perdite complessive per gli obbligazionisti dei pandemic bond saranno pari a 132,5 milioni di dollari Tuttavia l’ammontare effettivamente a disposizione arriverà fino a 195,8 milioni di dollari alla luce dei meccanismo di riassicurazione.
Una precisazione per ridimesionare le pretese dei complottisti: i 320 milioni di pandemic bond sono certamente tanti ma non sono nulla in confronto al valore totale dei “catastrophe bond” che ad oggi ammonta a qualcosa come 37 miliardi di dollari. A mettere in evidenza questo aspetto è stato un report redatto dagli analisti di Dbrs Morningstar.
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