Le immagini dei Navigli affollati mettono a rischio l’allentamento delle misure restrittive a Milano

Sono immagini che mostrano una Milano ancora viva, anche se tutt’altro che baldanzosa, quelle che hanno iniziato a circolare in rete e che sono state ampiamente diffuse dei media. Le foto e i video dei Navigli affollati, meno di quanto lo erano prima della pandemia, ma decisamente più di quanto si intedeva concedere per questo inizio di Fase 2, non hanno lasciato indifferente il sindaco Sala.

La zona in questione, quella dei Navigli, è il centro della movida milanese, e già dal 4 maggio aveva ricominciato a popolarsi. Le immagini riguardano la giornata di ieri, giovedì 7 maggio, ma il giorno prima e quello precedente la situazione non era molto diversa: insomma la gente, ora che può, esce in strada e ritrova i propri rapporti umani.

Viene definito “un happy hour in piena regola” su Il Fatto Quotidiano, con gruppetti di ragazzi qua e là, a volte seduti o appoggiati ai muretti senza rispettare la cosiddetta distanza di sicurezza interpersonale. Non hanno ancora compreso l’importanza ricalcata fino alla noia del “distanziamento sociale” e non indossano, almeno la maggior parte di loro, la mascherina.

Quella stessa mascherina che fino a poche settimane fa “non serviva” a meno che non eri contagiato o avevi ragione di credere di esserlo, adesso è obbligatoria in tutti i luoghi chiusi aperti al pubblico, e nella Regione Lombardia anche nei luoghi pubblici all’aperto.

In Lombardia, ci ricordano i media di tutta Italia, la situazione è in bilico, ed è lì che si registra circa la metà dei nuovi casi di contagio registrati ogni giorno su scala nazionale.

Il sindaco Sala minaccia di richiudere tutto, ma la colpa è di chi non rispetta il distanziamento sociale

Quelle in cui si vede la gente uscire di nuovo in strada a socializzare, gente che invece di essere atterrita dalla paura del contagio appare serena e a proprio agio per quanto possibile, sono delle immagini “vergognose” per il sindaco di Milano, Beppe Sala, che ha minacciato di chiudere tutto.

“Non permetterò che quattro scalmanati senza mascherina mettano in discussione tutto ciò” ha dichiarato il sindaco della capitale lombarda. Dove il sindaco abbia visto gente scalmanata sarebbe interessante scoprirlo, a meno che socializzare come si fa in una società civile non sia improvvisamente divenuto un comportamento aberrante.

Insomma il comportamento deve cambiare, altrimenti i Navigli torneranno ad essere chiusi alla cittadinanza. “Potevamo essere inconsapevoli due o tre mesi fa, anche io lo sono stato, ma non ora, dopo tutto quello che abbiamo visto” aggiunge Sala, che poi avverte: “io non sono un politico da metafore, sono un politico da atti. O le cose cambiano oggi, non domani, è un ultimatum, o io domani come al solito sarò qui a Palazzo Marino e prenderò provvedimenti, chiudo i Navigli e chiudo l’asporto” di bar e ristoranti.

“Poi lo spiegate voi ai ristoratori” dice ancora il sindaco di Milano che rincara la dose: “non è un guardie e ladri, non è un gioco”. Insomma la gente deve uscire perché deve consumare, ma senza socializzare da vicino, senza contatto, a volto coperto. Allora magari è il caso che sia il sindaco Sala a spiegare ai ristoratori perché la gente preferirà restare a casa.

Massimo Galli: “la situazione di Milano è un po’ una bomba”

Quello che sta accadendo a Milano è stato commentato anche dall’infettivologo Massimo Galli, primario di Malattie infettive del Sacco di Milano, che intervistato da Repubblica ha detto: “la situazione di Milano è un po’ una bomba, appunto perché in tanti sono stati chiusi in casa con la malattia. Abbiamo un numero altissimo di infettati, che ora tornano in circolazione. È evidente che sono necessari maggiori controlli”.

Ed è ancora Galli a ipotizzare: “alcuni hanno interpretato l’ingresso nella fase 2 come un liberi tutti” e questo secondo il dottore è un segnale di “grande pericolosità, perché dovrebbe invece prevalere la cultura della responsabilità per limitare al massimo i danni”.

Il rischio paventato dallo stesso Galli è quello di dover tornare indietro e ricorrere a nuove chiusure. “Che con la riapertura si possano presentare dei problemi è un dato di fatto. La nostra regione rischia di richiudere ma anche certe zone del Piemonte o dell’Emilia” ha dichiarato il primario “del resto si è deciso che se qualcosa va storto si torna indietro. Speriamo di no, comunque. Questo è il momento dell’estrema attenzione e responsabilità”.

Poi, in una intervista rilasciata ad Agorà su Rai3 ha aggiunto: “se non passa la cultura della responsabilità passeremo dei guai” e a proposito dell’alto numero di avventori registrato in questi giorni ai Navigli, ha definito l’episodio “la cronaca di un evento annunciato” in quanto “dopo tutto questo periodo di compressione evidentemente si apre uno spiraglio e diventa una breccia, ma speriamo che non cada la diga. Ma dico: speriamo”.

Per il Governatore Fontana “è il momento più delicato”

È in Lombardia che si registrarono i primi casi di coronavirus d’Italia, e ad oggi è stata ampiamente superata la soglia degli 80 mila casi di Covid-19. Nella sola giornata di ieri sono stati registrati 689 nuovi casi di contagio, 182 dei quali provengono dall’area metropolitana di Milano, 86 di questi dalla città.

Il livello di guardia da non superare però, almeno stando al parere degli esperti, è quello di 500 casi, raggiunti i quali si dovrebbe ripensare le misure di contenimento.

Il governatore Attilio Fontana, in una intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha parlato di “troppe aspettative” per la Fase 2, dichiarando: “questo, in realtà, è il momento più delicato, è quello del monitoraggio, del controllo”.

Ma quello che sta accadendo traccia un panorama che si discosta troppo da quello auspicato. “Vedo tanta gente che si è riversata nei parchi per le strade, davanti ai bar e che usa la mascherina come un nuovo accessorio da tenere sotto il mento e da indossare correttamente in caso di controlli”.

Le immagini dei Navigli affollati hanno inevitabilmente raggiunto anche i social, dove in tanti hanno commentato le foto pubblicate dagli utenti, in molti casi criticando chi vi si trovava a socializzare, senza rispettare la distanza di sicurezza, chi ha abbracciato amici, chi non usava la mascherina.

Alcuni utenti, indignati da questo timido tentativo di ritorno alla normalità, hanno accusato le autorità di non aver provveduto a fare i dovuti controlli al fine di evitare che ciò potesse accadere, di non aver previsto e non aver preso le dovute precauzioni.

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