Fase 2, il nuovo dPcm stabilisce il calendario della ripartenza ma dal 4 maggio cambia poco

Il calendario della ripartenza relativo alla Fase 2 dell’emergenza coronavirus si presenta piuttosto diverso da quello che era risultato dalle indiscrezioni trapelate qualche giorno fa. Si era parlato di una possibile cancellazione dell’obbligo di autocertificazione, almeno all’interno del territorio comunale, ma in realtà con il nuovo dpcm cambia ben poco in tal senso.

“Nella fase 2 il rischio che il contagio possa risalire in alcune aree del Paese esiste, ma è un rischio che ci dobbiamo prendere” dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in apertura della conferenza stampa con la quale annuncia le novità contenute nel nuovo decreto.

Le nuove disposizioni prenderanno il via a partire dal prossimo 4 maggio, e riguarderanno in minima parte un allentamento delle misure restrittive inerenti gli spostamenti dei singoli cittadini, e per il resto la ripartenza di alcune attività.

La parola d’ordine della Fase 2 è “distanziamento” ha sottolineato il premier “ma questo Paese non riparte senza le imprese” ha aggiunto, ed è per questo che dal 4 maggio ripartiranno le aziende che operano nel manifatturiero, nelle costruzioni e quelle all’ingrosso indispensabili per il funzionamento delle prime due.

Tutto ciò avverrà, evidenzia Conte “nel rispetto dei diversi protocolli di sicurezza che abbiamo aggiornato il 24 aprile anche per le aziende di trasporti e per i cantieri”. Ci sono poi, come accennato, delle piccole novità per quel che riguarda le libertà personali. Il Governo concede finalmente di poter fare nuovamente visita ai propri familiari purché ciò avvenga rigorosamente all’interno della Regione, e con tutte le precauzioni del caso.

Si dovranno infatti evitare gli assembramenti, anche nel contesto delle attività sportive, che potranno riprendere ma con diverse accortezze. Via libera agli allenamenti per discipline individuali e per i professionisti, mentre per quanto riguarda gli sport di squadra l’attesa si protrarrà almeno fino al 18 maggio.

Spostamenti individuali, si allenta su attività motoria e visite ai congiunti

Permangono le restrizioni alle libertà individuali garantite dalla Costituzione. Il nuovo dPcm non fa grandi concessioni in fatto di spostamenti, allentando solo sull’attività sportiva e motoria, e sulla possibilità di andare a far visita a parenti purché non si superino i confini della Regione.

Resta quindi in vigore l’obbligo dell’autocertificazione, che prevede le tre eccezioni finora previste: vale a dire comprovate esigenze lavorative, motivi di salute, o altre necessità, con la differenza che si potrà anche addurre tra le motivazioni quella della visita a parenti.

“Visto che molti familiari sono rimasti separati” dice Conte, sarà permesso il loro ricongiungimento, ma “non saranno permessi assembramenti, anche per motivi familiari” chiarisce.

Niente viaggi fuori dalla propria Regione di appartenenza in ogni caso, quindi su questo aspetto non ci sono novità. Si potrà lasciare la Regione infatti solo per comprovate esigenze lavorative, di salute, urgenze o per il ritorno nella Regione di domicilio o residenza.

L’attività motoria individuale che fino ad oggi era stata limitata nei pressi della propria abitazione si potrà, a partire dal 4 maggio, svolgere anche oltre questi limiti ma ad alcune condizioni.

“L’attività sportiva e motoria limitata nei pressi delle abitazioni non è più prorogabile” ufficializza il premier, e questo dovrebbe auspicabilmente chiudere definitivamente il vergognoso capitolo in cui assistevamo ad inseguimenti di pericolosi runner su spiagge deserte da parte delle forze dell’ordine.

L’accesso alle aree verdi per attività motoria dal 4 maggio sarà nuovamente consentito. Ci si potrà recare nei parchi, nelle ville e nei giardini pubblici ma “questo non vuol dire che si possono creare assembramenti” specifica il premier “nel caso dell’attività motoria si deve comunque mantenere la distanza di un metro, due in caso di attività sportiva”.

Agli amministratori locali è data facoltà di intervenire con ordinanze mirate ad imporre più stringenti restrizioni, ed eventualmente chiudere l’accesso a detti luoghi pubblici, nel caso in cui dovessero portare ad assembramenti.

Potranno ripartire gli allenamenti dei professionisti dello sport, ma anche quelli degli sportivi non professionisti ma il cui interesse nazionale venga riconosciuto dal Coni. In questo caso come negli altri però è fatto ancora obbligo di mantenere le distanze di sicurezza interpersonale. Dal 18 maggio invece via libera agli sport di squadra.

Quanto al campionato di calcio, ancora non è stata presa alcuna decisione, spiega Conte, che sottolinea di essere egli stesso un grande appassionato di calcio, ma che proprio per questa ragione tiene particolarmente alla tutela della salute anche dei calciatori stessi.

“Dobbiamo completare le interlocuzioni per avere un quadro di insieme. Sicuramente vogliamo garantire tutte le condizioni di massima sicurezza, perché siamo molto appassionati di sport, vogliamo bene ai nostri beniamini e vogliamo preservarli” dice infatti il premier “del resto io stesso sono un appassionato di calcio e all’inizio mi sembrava strano che il campionato potesse essere interrotto, ma ci siamo trovati in questa emergenza e credo che anche i tifosi più accaniti abbiano compreso”.

Ripartono il manifatturiero e il settore delle costruzioni

A partire dal 4 maggio, stando al nuovo dPcm, saranno allentate le restrizioni riguardanti le aziende che operano nel settore manifatturiero, in quello delle costruzioni e tutte le aziende all’ingrosso la cui attività è da ritenersi funzionale ai suddetti settori.

Si dovranno però rispettare i protocolli di sicurezza del 24 aprile, non solo per manifatturiero e costruzioni, ma anche per le aziende che operano nei trasporti. Niente da fare invece, almeno per ora, per il commercio al dettaglio, col via libera previsto per il 18 maggio.

Per tutti i locali che operano nella ristorazione, se fino ad oggi era consentito fare consegne a domicilio, dal 4 maggio sarà autorizzato il servizio da asporto. I clienti dovranno però rispettare rigorosamente i limiti di accesso ai locali, con ingresso uno per volta, e file strutturate secondo gli standard di sicurezza previsti fino ad oggi ad esempio davanti ai negozi di alimentari.

Poi, a partire dal 1° giugno, sempre che si confermi il trend di queste ultime settimane, potranno riaprire anche bar, ristoranti, parrucchieri e centri estetici.

Cassa integrazione, il premier si scusa per il ritardo

Ha toccato anche lo spinoso tema della cassa integrazione, il presidente del Consiglio, che si è scusato per i ritardi. “Alcuni attendono ancora, ci sono ritardi e di questi ritardi personalmente mi scuso” dice il premier “ma stiamo parlando di 11 milioni di prestazioni assistenziali, compresa la cassa integrazione, è una situazione senza precedenti se si pensa che in media” una simile quantità di domande “viene trattata dall’Inps in cinque anni ed invece è stata in parte evasa in un mese”.

Il premier ha poi annunciato che al vaglio dell’esecutivo ci sono anche gli aiuti per i lavoratori. “L’Italia non riparte se non ripartono le imprese” ha chiarito Conte “per chi ha già il bonus da 600 euro stiamo sperimentando la possibilità di un rinnovo automatico. Nel prossimo decreto ci saranno più aiuti alle imprese, l’obiettivo non è avere più sussidiati ma più occupati”.

Funzioni religiose: via libera solo ai funerali

Il tema delle funzioni religiose è uno di quelli più delicati, e ha portato il Governo a lunghe riflessioni, ma alla fine ha prodotto una risposta che a molti fedeli non è piaciuta.

Conte ha esordito ricordando che “la libertà di culto è un diritto fondamentale”. E lo è, come tutti gli altri diritti fondamentali cui ci troviamo costretti a rinunciare, e come per gli altri diritti, anche questo resta sospeso da un decreto legge del 23 febbraio 2020, vale a dire di oltre 60 giorni fa, e dai successivi dpcm.

In compenso però il Governo concede un’eccezione. “Abbiamo deciso di permettere la celebrazione dei funerali per i familiari più stretti, per un numero massimo di 15 persone, possibilmente all’aperto, rispettando le distanze e utilizzando tutti gli strumenti di protezione” ha fatto sapere il presidente del Consiglio.

Resta sospeso anche il diritto all’istruzione. La scuola riparte a settembre

Non è una sorpresa che le attività scolastiche non potranno riprendere il 4 maggio, nè a giugno in realtà, ma viene tutto rimandato a settembre, data entro la quale si prevede che le strutture saranno adeguate ai nuovi standard di sicurezza sanitaria imposti dal Governo.

Nel frattempo il premier ha fatto sapere che è pronto un piano assunzione per 24 mila precari della scuola, e annunciato la riapertura di musei, mostre e biblioteche a partire dal 18 maggio.

Maescherine, prezzi calmierati

Le mascherine non saranno rese obbligatorie negli spazi aperti, ma lo saranno nei luoghi chiusi e sui mezzi di trasporto pubblici. Sono ritenute dispositivi necessari per contenere il rischio contagio, e pertanto dovranno essere ampiemente usate, e proprio per questo nel prossimo decreto saranno previsti prezzi calmierati.

“Stiamo pensando di stabilire un prezzo per le mascherine chirurgiche che può essere di 50 centesimi. Inoltre, toglieremo l’Iva” ha comunicato il presidente del Consiglio nel corso della Conferenza stampa.

Stretta collaborazione tra Regioni e Governo

Conte ha in più occasioni ricordato l’importanza della collaborazione tra enti Regioni e Governo, ricordando che la curva dei contagi potrebbe in qualsiasi momento subire una impennata proprio per via dell’allentamento delle misure restrittive.

Il premier ha quindi chiesto agli amministratori locali di restare in stretto contatto con il Governo, in modo da poter intervenire tempestivamente con misure ad hoc in caso di necessità specifiche di alcune zone del Paese. In quel caso potrebbero essere applicati nuovi provvedimenti volti a riportare la situazione sotto controllo.

“Ci avviamo ad allentare il lockdown per il 4 maggio” ha annunciato Conte “ma c’è un meccanismo con cui le Regioni, con cui la collaborazione dovrà essere ancora più integrata, dovranno informarci sull’andamento della curva epidemiologica e sull’adeguatezza delle strutture”.

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