TikTok e social cinesi nel mirino del segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, gli Stati Uniti pronti al ban

Non sono certo migliorati i rapporti tra Stati Uniti e Cina, anzi la situazione continua a svilupparsi sulla brutta piega che ha preso durante la pandemia di coronavirus, con le accuse rivolte al governo cinese soprattutto da parte del presidente Donald Trump.

Adesso ad attaccare Pechino è il segretario di Stato Mike Pompeo, che nel corso di una intervista rilasciata a Fox News ha dichiarato che TikTok ed altri social made in China potrebbero essere bannati da Washington.

TikTok è la popolare app che permette agli utenti di riprodurre brevi video con effetti sonori e diverse velocità di riproduzione. Negli Usa come in Europa questa app ha avuto grande successo, arrivando a contare nei soli States oltre 30 milioni di utenti attivi al mese, e affermandosi nel mese di febbraio 2019 come la app non di gaming con più download d’America.

Un business che rischia di scoppiare come una bolla, stando alle recenti dichiarazioni del Segretario di Stato Usa, che ha comunicato di “aver lavorato sulla questione della messa al bando di TikTok a lungo”.

Il motivo? Secondo Pompeo i dati personali raccolti da TikTok possono essere usati liberamente dal Governo cinese. A confermare questo scenario sarebbero stati gli stessi esperti informatici di Anonymous, che il 2 luglio scorso hanno avvertito Washington di aver scoperto attraverso un’analisi di reverse-engineering che la app è un vero e proprio malware di Pechino.

La società che possiede TikTok si chiama ByteDance e ha sede a Pechino. In Cina però la app ha un nome diverso, si chiama infatti Douyin, e secondo quanto riportato da MilanoFinanza la differenza del nome serve a distanziarsi dalla casa madre e dalle possibili controversie ad essa legate.

Sul noto quotidiano online leggiamo che “in questo processo di internazionalizzazione e conquista di fiducia la società ha assunto nel maggio 2020 un nuovo amministratore delegato” si chiama Kevin Mayer ed è americano. Si tratta del 58enne che in precedenza era a capo della divisione Direct-to-Customer & International di Walt Disney. Tra i prestigiosi incarichi ricoperti da Mayer c’è anche quello della leadership della divisione operativa (Coo) della ByteDance appunto.

Ma il fatto che il top manager della società che possiede TikTok è statunitense non è evidentemente sufficiente a conquistare la fiducia della Casa Bianca. Il segretario di Stato, alla domanda se gli Americani debbano o meno installare la app sui propri smartphone ha infatti risposto: “solo se vogliono fornire le loro informazioni private al Partito Comunista Cinese”.

Eppure da Pechino finora sono giunte solo notizie apparentemente rassicuranti. È stata la stessa TikTok a precisare nei giorni scorsi che i suoi dati sono archiviati negli Usa, con un backup a Singapore, il che vuol dire che non sono soggetti alla legislazione cinese.

Si tratterebbe quindi dell’ennesima mossa da parte dell’amministrazione Trump contro le società tecnologiche cinesi. Come sappiamo il Tycoon è da tempo ai ferri corti con grandi società leader nel settore delle telecomunicazioni, come Huawei e Zte.

A proposito di quest’ultima, è stato ancora Mike Pompeo ad affermare: “abbiamo dichiarato Zte un pericolo per la sicurezza nazionale americana” e ancora “se il problema è avere tecnologie Huawei nelle infrastrutture, siamo andati in tutto il mondo e abbiamo fatto progressi reali per eliminarle”.

Secondo l’amministrazione Trump infatti la Huawei ricopre un ruolo chiave nell’ambito dello spionaggio made in China, ma ad oggi la società cinese ha sempre respinto ogni accusa in tal senso, come d’altra parte ci si aspetta che faccia in ogni caso.

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