In questi giorni sui social sta girando una catena che indica il basso livello di informazione, e l’elevato livello di confusione, tra gli Italiani ed in particolare in questo caso specifico tra i genitori con figli in età scolastica.
“Non autorizzo il personale scolastico a isolare mio figlio” recita ad un certo punto il messaggio che sta girando su WhatsApp e su Facebook, ed è proprio qui che troviamo il primo segno di disinformazione, ma vediamo di preciso qual è il messaggio che circola sui social.
“Il 14 settembre io non autorizzo nessun personale della scuola ad isolare mio figlio se dovesse presentare improvvisamente qualche linea di febbre. Nessun personale sanitario può prelevare mio figlio da scuola in mia assenza traumatizzandolo. Non firmerò nessun foglio di autorizzazione che prevede questo tipo di trattamento. Fino alla maggiore età io genitore sono unico tutore di mio figlio”.
Questo il testo integrale del messaggio che gira sui social e che nelle scorse ore ha raggiunto migliaia di utenti evidentemente preoccupati di quali possano essere alla fine le misure imposte dall’esecutivo nell’ambito del rientro a scuola a settembre.
Fatto sta che il messaggio si fonda su una base totalmente errata, e quindi bisogna anzitutto fare alcune precisazioni. C’è una “doppia disinformazione”, usando le parole di Repubblica, nel messaggio che fa riferimento evidentemente al protocollo di sicurezza previsto per il rientro a scuola a settembre.
Perché il messaggio è una doppia bufala?
I motivi come accennato sono due, ed ora li vedremo entrambi iniziando proprio da quello che è all’origine del messaggio, vale a dire le disposizioni per il rientro a scuola a settembre firmate dal Ministero dell’Istruzione e dai sindacati.
Nel messaggio che gira sui social leggiamo che gli studenti “con qualche linea di febbre” potrebbero essere prelevati e sottratti alle famiglie ma il protocollo non prevede nulla del genere. Si tratta infatti di una bufala in quanto le linee guida stabilite sino ad oggi prevedono l’isolamento degli studenti con sintomi riconducibili al Covid-19 ed il loro immediato rientro a casa.
Il protocollo non prevede che vengano portati via dai genitori ma l’esatto contrario, visto che nei casi in cui si ipotizza il contagio gli studenti dovranno tornare a casa.
Su questo punto il protocollo di sicurezza valido per il rientro a scuola a settembre dice:
“in caso di comparsa a scuola in un operatore o in uno studente di sintomi suggestivi di una diagnosi di infezione da SARS-CoV-2, il Cts sottolinea che la persona interessata dovrà essere immediatamente isolata e dotata di mascherina chirurgica, e si dovrà provvedere al ritorno, quanto prima possibile, al proprio domicilio, per poi seguire il percorso già previsto dalla norma vigente per la gesione di qualsiasi caso sospetto”.
Volendo schematizzare l’iter che il protocollo impone di seguire possiamo riassumere il tutto in quattro punti:
- Il docente è tenuto ad informare il referente anti-Covid della scuola e sarà quest’ultimo a contattare i genitori dello studente
- Lo studente che si sospetta possa avere il Coronavirus viene condotto in una stanza in compagnia di un adulto, entrambi con le protezioni previste
- Si provvede quindi a far prelevare lo studente dai genitori. che sono tenuti a contattare il medico di famiglia o il pediatra per effettuare tutti gli accertamenti del caso
- Qualora lo studente dovesse risultare effettivamente positivo al Covid-19 in seguito all’esecuzione del tampone, i compagi di classe ed i docenti saranno sottoposti a quarantena di 14 giorni e l’aula dovrà essere sanificata
Il secondo motivo per cui si tratta di una bufala è molto più facile da spiegare, in quanto è abbastanza ovvio che non può essere sufficiente pubblicare un post su Facebook per autorizzare o meno un trattamento che è previsto dalla legge.
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