App Immuni: studenti e insegnanti dovrebbero scaricarla per il rientro a scuola, ma è obbligatoria?

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È stata lanciata nel mese di giugno in Italia la App Immuni, che dovrebbe servire per il tracciamento dei casi di Covid-19, svolgendo così un ruolo chiave nella prevenzione e nel contenimento del contagio nell’ambito dell’emergenza coronavirus.

La app Immuni ad oggi si è rivelata un flop perché affinché fosse efficace avrebbero dovuto scaricarla almeno il 60 per cento degli Italiani, mentre invece solo il 13% di chi avrebbe potuto fare il download ed utilizzarla lo ha effettivamente fatto.

Inizialmente i download sembravano andare abbastanza bene, infatti nel solo primo giorno in cui la app Immuni è stata lanciata, i download sono stati circa 500 mila. In una settimana la app era stata scaricata da oltre due milioni di persone, ma poi il ritmo è notevolmente calato fino a che la spinta non sembra essersi esaurita intorno a quota 5 milioni di download.

La app Immuni ha quindi registrato una vera e propria battuta d’arresto prematura, ed invece del 60% dei cittadini ad usarla è appena il 13%, un numero del tutto insufficiente affinché la app possa ritenersi utile al raggiungimento degli obiettivi per i quali è stata lanciata.

Aumentano i casi e si torna alla app Immuni

In questi giorni però il numero di casi di coronavirus sta crescendo rapidamente in tutta Europa ed anche se in misura minore in Italia. Non cresce altrettanto rapidamente il numero dei malati di Covid-19, che sono una percentuale estremamente bassa sul totale di coloro che risultano positivi al tampone, intanto però sembra essersi ravvivato l’interesse nell’app Immuni.

“Insieme ai contagi cresce anche il numero di persone che scarica ‘Immuni'” spiega il professor Stefano Denicolai, professore di Innovation and Management nel Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Pavia.

La app Immuni, secondo il professore, che ne ha parlato con l’Adnkronos “è tuttavia uno strumento di prevenzione, non di ‘reazione’: quindi è fondamentale che tutti gli Italiani la scarichino prima possibile, per salvare vite ed evitare nuovi lockdown”.

“Nel frattempo, la diffusione procede a ‘macchia di leopardo’: se a livello nazionale siamo al 13%, ci sono contesti a percentuale ben più elevata, come nei casi di monitoraggio sperimentale tra gli studenti di Università di Pavia o nell’Isola di Capri” spiega ancora il professor Denicolai.

Naturalmente ci sono anche contesti in cui la percentuale è molto più bassa del 13%, perché è così che funziona la media. Ad ogni modo come sta andando la app Immuni? Sta effettivamente permettendo, nonostante tutto, di monitorare meglio la situazione dei contagi?

Dal 1° giugno sono stati 105 gli utenti positivi che avevano installato la app Immuni e che hanno caricato le loro chiavi nel backend. Operazione che è stata eseguita da 21 di loro nel mese di giugno, 38 a luglio e 46 nel mese di agosto. La app registra le notifiche e dal 13 luglio risultano esserne state inviate in tutto 809.

Secondo quanto riportato dai media nazionali, sarebbe proprio grazie all’utilizzo della app Immuni che almeno 4 potenziali focolai sono stati bloccati. Alcuni di coloro che erano entrati in contatto con un positivo avevano infatti ricevuto la notifica di alert attraverso la app Immuni.

Insegnanti, studenti e genitori dovrebbero scaricare la app Immuni

Sarebbe per questo motivo che occorre una maggior diffusione della app, a maggior ragione nel contesto della riapertura delle scuole ormai prossima. Con il rientro in classe degli studenti delle scuole di ogni ordine e grado previsto per il 14 settembre, il Ministero dell’Istruzione ha invitato docenti e studenti a scaricare la app.

L’invito è contenuto in una nota ministeriale del 13 agosto 2020, nella quale leggiamo testualmente:

“A questo proposito, è raccomandato tra le misure assolutamente opportune, l’utilizzo dell’applicazione IMMUNI. Il Cts, sin dalla seduta n. 92 del 02/07/2020, ne ha fortemente consigliato ‘l’adozione da parte di tutti gli studenti ultra-quattordicenni, di tutto il personale scolastico docente e non docente, di tutti i genitori degli alunni. Il Cts ritiene che l’impiego congiunto di azioni di sistema, di monitoraggio clinicolaboratoristico, dell’applicazione IMMUNI costituisca uno dei punti chiave della strategia complessiva di prevenzione e monitoraggio del mondo della scuola”.

Ma quindi scaricare la app Immuni è un obbligo per docenti, alunni e genitori? Come si apprende dalla nota, non è obbligatorio scaricare e usare la app Immuni in Italia, ma solo “fortemente consigliato”.

“In particolare il Cts, sin dalla seduta del 2 luglio scorso, ne ha fortemente consigliato l’adozione da parte di tutti gli studenti sopra i 14 anni, di tutto il personale scolastico docente e non docente, di tutti i genitori degli alunni”.

La app Immuni funziona nel pieno rispetto della privacy

La versione definitiva della app Immuni, che è stata sviluppata con la collaborazione di Apple e di Google, rispetta la privacy dell’utente. La app infatti non raccoglie dati che permettono di risalire all’identità di chi la usa, infatti non chiede e non è in grado di ottenere dall’utente dati sensibili come nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono o indirizzo email dell’utente.

Per determinare l’avvenuto contatto con un eventuale contagiato, la app utilizza la tecnologia Bluetooth e non la geolocalizzazione, compresa quella che avviene attraverso Gps.

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