Non è sicuramente per la pericolosità che il virus rappresenta per la salute dei cittadini, che si sta procedendo verso una nuova stretta delle misure di contenimento del contagio, visto che la mortalità del virus è drasticamente precipitata ai livelli della classica influenza stagionale, come le recenti dichiarazioni dell’Oms peraltro confermano.
Difficile comprendere dunque per quale ragione l’attuale esecutivo si ostini a varare Dpcm che limitano le libertà individuali e che penalizzano l’economia del Paese, quando a parità di nuovi casi il numero di decessi che vengono imputati al Covid sono inferiori di 20 volte rispetto a quelli che venivano registrati tra marzo e aprile.
A confermare la necessità di adottare questa linea dura è lo stesso presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Evitare il lockdown è una responsabilità comune” ha dichiarato il Capo dello Stato, che però non spiega per quale ragione dovrebbe mai essere necessario tornare al lockdown per un virus con la stessa mortalità dell’influenza stagionale.
Le dichiarazioni del presidente Mattarella arrivano nel corso di un colloquio al Quirinale con la presidente greca, Katerina Sakellaropoulou, la quale ha osservato che “a Roma e ad Atene tutti usano le mascherine”. D’altra parte le sanzioni previste vanno da un minimo di 400 ad un massimo di 1.000 euro secondo quanto stabilito dall’ultimo decreto che impone la mascherina anche all’aperto a tutte le ore del giorno.
Inutile sottolineare che stando ai dati ufficiali pubblicati dall’ISS oltre il 94% delle persone che risultano positive sono asintomatiche o poco sintomatiche, e che sulla restante percentuale il numero di persone che necessitano della terapia intensiva sono una minima parte.
Il Capo dello Stato ha però ricordato l’importanza dell’impegno che ciascun cittadino ha il dovere di profondere al fine di limitare la diffusione del contagio, perché in questo modo sarà possibile, forse, evitare che il governo decida di chiudere scuole, uffici, attività commerciali e produttive.
“La libertà non è un fatto esclusivamente individuale, ma si realizza insieme agli altri, richiedendo responsabilità e collaborazione” ribadisce la massima carica dello Stato, dimostrando di essere in perfetta sintonia con la linea scelta dal premier Giuseppe Conte.
L’aumento del numero dei casi è ormai fuori controllo
Il numero dei casi di Coronavirus, che risulta in aumento solo se il raffronto viene fatto con il periodo estivo, rappresenta invece una drastica riduzione se si considera il periodo di marzo-aprile quando il numero dei nuovi casi registrati era più o meno sulle stesse cifre che vediamo oggi, ma i tamponi erano meno di un terzo di quelli che vengono fatti in questi giorni.
Nonostante tutto, il ministro della Salute, Roberto Speranza (LeU) ha deciso di convocare un vertice con i capidelegazione della maggioranza per provare a decidere in che modo intervenire per ridurre la diffusione del virus. Il summit però, per via di alcune assenze, è stato rinviato.
La riunione dovrà servire solo a fare il punto della situazione, ma non verranno prese decisioni ufficiali. Si valuteranno invece i provvedimenti che dovranno essere inseriti nel nuovo Dpcm che dovrebbe essere pronto entro l’inizio della settimana entrante.
Si ipotizza una stretta che va ben oltre l’obbligo di indossare la mascherina esteso a tutte le ore del giorno anche all’aria aperta. “Verrà compiuta una valutazione approfondita della situazione, che è tutt’altro che rosea” dice chi segue il dossier “qui l’epidemia rischia di sfuggire di mano”.
Il dramma sarebbe rappresentato, secondo le menti che stanno gestendo quella che continuano a chiamare emergenza, dal fatto di non essere più in grado di fare il contact tracing dei positivi per via del fatto che ormai hanno raggiunto numeri troppo alti. Diventa quindi impossibile tracciare e fare i tamponi a tutte le persone che risultano essere entrate in contatto con chi è risultato positivo al virus.
D’altra parte individuare i positivi non è affatto facile se si considera che circa il 94% di loro non mostra alcun sintomo o mostra sintomi estremamente lievi. D’altra parte si parla di persone sane che una volta fatto il tampone risultato positivo sono costrette in quarantena per almeno 15 giorni e comunque fino a che non si fa un tampone con esito negativo.
Le nuove misure restrittive nel Dpcm in arrivo
A partire dal 15 ottobre entreranno in vigore le misure che l’esecutivo provvederà ad inserire nei prossimi giorni all’interno del Dpcm in arrivo. Secondo quanto riportato dai maggiori media italiani il giro di vite prevede restrizioni sia per le attività di ristorazione come bar e ristoranti, che per le feste private, sempre nell’ottica di ridurre il rischio contagio nell’ambito della movida.
Secondo quanto dichiarato dal ministro per gli affari regionali Boccia, non è da escludere che il governo decida anche di chiudere le regioni, ma la possibilità di un divieto in tal senso appare comunque remota almeno per il momento.
Molto probabile invece che il governo vada ad introdurre nuove restrizioni che assesteranno un altro duro colpo al comparto della ristorazione, già pesantemente provato sia dal lockdown generale dei mesi di marzo-maggio, che dalle misure imposte per l’intera durata della cosiddetta fase 2.
Per bar e ristoranti c’è il tangibile rischio di chiusure anticipate alle 22 o alle 23 proprio al fine di evitare la movida, il che naturalmente stroncherà ogni velleità di ripresa dell’intero comparto. Si pensa che di imporre un limite massimo di persone che possono sedere allo stesso tavolo, che potrebbe essere fissato nell’ordine delle 4-6 persone.
Limiti anche per le feste private, come battesimi, cresime, matrimoni, compleanni o funerali, alle quali non potranno prendere parte più di 20 persone.
Al contempo si andranno a potenziare le prescrizioni che riguardano lo smart-working, la modalità di lavoro agile ricorrendo alla quale si riesce a ridurre efficacemente il contatto diretto tra le persone.
Non potranno mancare divieti riguardanti eventi pubblici quali manifestazioni all’aperto, concerti e quant’altro. Vietati anche gli assembramenti davanti a scuole e luoghi e uffici pubblici. Inoltre non si esclude di ridurre il tetto massimo di persone che possono salire sui mezzi pubblici, attualmente fissato all’80% della capienza massima.
Il premier Conte, parlando della necessità di introdurre nuove restrizioni ha dichiarato: “dobbiamo affrontare nuovi sacrifici per evitare il lockdown totale e la chiusura di scuole e attività produttive”.
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