Coronavirus: l’Italia verso lo scenario 4 e cinque regioni rischiano già il lockdown, ecco quali

Non accennano alcun miglioramento i dati che continuano arrivare quotidianamente circa la diffusione del coronavirus in Italia, con un indice Rt che potrebbe aver già superato il valore di 1,5, proiettando il Paese verso lo scenario di Tipo 4, vale a dire il più grave tra quelli descritti dal Comitato Tecnico Scientifico.

Sono passate solo poche ore da quando il premier aveva ufficialmente annunciato che l’Italia si trova nello scenario di Tipo 3, ma ora la situazione indica che le probabilità di essere nell’ultimo degli scenari descritti dal Cts sono piuttosto elevate, e questo impone nuove restrizioni.

A far crescere così tanto l’indice Rt, ormai al di sopra della soglia di 1,5, sarebbe stato l’aumento dei casi registrato tra il 12 e il 18 ottobre. Con un indice Rt superiore a 1,5, che indica che ogni persona positiva trasmette il virus mediamente ad una persona e mezza, il rischio è quello di sovraccaricare in tempi relativamente brevi il sistema sanitario.

Per questo motivo un eventuale lockdown è strettamente legato all’aumento dell’indice Rt, e naturalmente al numero dei posti letto disponibili e più in generale alla capacità del sistema sanitario di far fronte ad un numero elevato di casi da gestire con ospedalizzazione.

A dare ufficialmente la notizia che l’indice Rt in Italia ha probabilmente superato il valore di 1,5 è stato lo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che nel corso dell’informativa alla Camera dei Deputati ha dichiarato: “il numero dei positivi è cresciuto in modo preoccupante ed è difficoltoso tracciare le catene di trasmissione, come sta avvenendo in molti Paesi europei”.

Il quadro epidemiologico sta determinando una pressione severa sul Ssn, con un incremento significativo delle persone ricoverate, sia in area medica che in terapia intensiva” ha spiegato il premier, che ha quindi dato una sorta di preavviso: “da tutto ciò, deriva la necessità di misure più restrittive”.

Cinque regioni rischiano di finire in zona Rossa

Le regioni in cui si è registrato il valore più alto dell’indice Rt rischiano di essere inserite in zona rossa al fine di contenere un ulteriore incremento del numero dei casi con conseguente sovraccarico per il sistema sanitario nazionale.

Le regioni più a rischio in tal senso sono Lombardia, Liguria, Lazio, Campania e Valle d’Aosta, dove se l’ultimo Dpcm firmato da Conte non dovesse dare i suoi frutti nel giro di tre settimane, si procederà con una serrata per ora circoscritta. 

Per il momento il Paese si trova, almeno stando alle ultime dichiarazioni ufficiali rilasciate dallo stesso premier, in quello che nel documento dell’Istituto Superiore di Sanità intitolato “Prevenzione e risposta al Covid-19” viene definito scenario di tipo 3, ma lo scenario di tipo 4 che è il più grave non è così distante.

“Allo stato attuale, secondo lo studio del Cts, in Italia abbiamo uno scenario di tipo 3. Lo studio prevede possibilità di interruzione di alcune attività particolarmente a rischio, anche su base oraria, possibilità di lezioni scaglionate per la scuola, incremento dello smart working per decongestionare i trasporti” ha spiegato il presidente del Consiglio.

Il punto è che lo scenario di tipo 3 si verificherebbe quando l’indice Rt è compreso tra 1,25 e 1,5, ma quest’indice sta continuando a crescere, in particolare in alcune regioni, e questo potrebbe presto portare l’Italia verso lo “scenario 4”.

Scenario di tipo 4 e regioni in zona rossa

In uno scenario di tipo 4 avremo una “situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente maggiori di 1,5 (ovvero con stime IC95% di Rt maggiore di 1,5)”.

E quello che potrebbe succedere all’atto pratico nel caso in cui arrivassimo ad uno scenario di Tipo 4, lo si evince dallo stesso documento, dove leggiamo che “uno scenario di questo tipo potrebbe portare rapidamente a una numerosità di casi elevata e chiari segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali, senza la possibilità di tracciare l’origine dei nuovi casi”.

In alcune regioni, cinque ad essere precisi, l’indice Rt potrebbe essere più vicino a 2 che a 1,5. Si tratta di Lombardia, Lazio, Liguria, Campania e Valle d’Aosta, ma anche il Piemonte è sotto osservazione così pure la provincia autonoma di Bolzano e l’Umbria.

Se nelle prossime tre settimane l’indice Rt di questre regioni dovesse restare superiore a 1,5 scatteranno delle nuove restrizioni su base provinciale e/o regionale, rendendo di fatto queste aree zona rossa. Istituendo delle zone rosse si potrebbe essere in grado di evitare di ricorrere ad un lockdown nazionale.

In Francia scatta il lockdown

La situazione in Francia ha già oltrepassato la soglia di allarme entro la quale le misure restrittive si limitano al coprifuoco e alla chiusura anticipata di alcune tipologie di locali. Infatti proprio a partire da oggi, venerdì 30 ottobre in Francia scatta il lockdown ed i cittadini potranno uscire di casa solo se provvisti di regolare autocertificazione.

Sarà quindi un lockdown ‘all’italiana’? Secondo quanto riportato dai media d’oltralpe i francesi potranno uscire di casa solo in possesso di autocertificazione e le ragioni valide per farlo saranno motivi di salute, necessità di assistere un parente malato, fare la spesa o al più per fare una passeggiata nei pressi del proprio domicilio.

A partire da oggi in Francia chiudono tutte le attività commerciali ritenute non di fondamentale importanza, come bar e ristoranti, ai quali sarà permesso solo il servizio di asporto e la consegna a domicilio. Sono anche vietati gli incontri privati, il che significa che non si può uscire solo per andare a fare visita a casa di parenti o amici. 

Le misure su cui si fonda il lockdown francese verranno rivalutate ogni due settimane, nella speranza, come ha detto il presidente Emmanuel Macron, che la situazione dei contagi migliori e le famiglie possano riunirsi per Natale.

Lockdown soft per la Germania

Anche in Germania la curva dei contagi sta continuando a salire, da cui la decisione del governo di Berlino di provvedere con una nuova stretta delle misure di contenimento.

il ‘lockdown tedesco’ sarà più soft di quello appena adottato da Parigi, infatti prevede la chiusura degli hotel e lo stop alle offerte di alloggi turistici per tutto il mese di novembre. Nessun divieto per quanto riguarda i viaggi, ci si limita ad invitare i cittadini tedeschi ad evitare i viaggi e le visite ad amici e parenti.

Anche in Germania si decreta la chiusura di locali quali bar, pub e ristoranti, ai quali sarà però consentito di fare servizio da asporto e consegna a domicilio. A partire da novembre saranno chiusi i teatri, le sale da concerto e i cinema.

Lo stop riguarderà anche gli sport ricreativi e dilettantistici, con la chiusura di impianti sportivi, piscine, palazzetti, palestre, centri fitness, sale giochi, parchi divertimento, centri massaggi, bordelli, centri estetici e così via.

Nessuno stop invece per i parrucchieri, i negozi e i centri medici, e non chiuderanno nemmeno le scuole e gli asili. Si invitano però gli Stati federali ad introdurre ulteriori misure per il contenimento del contagio.

Se in Francia servirà l’autocertificazione per uscire di casa, in Germania si potrà uscire normalmente ma viene fatto divieto di raggrupparsi in luoghi pubblici, mentre nelle abitazioni private si suggerisce di non superare il limite di 10 persone e due famiglie.

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