Arriva la nuova variante del Covid-19, nel Regno Unito incremento dei casi del 50% in una settimana

Non bastavano le difficoltà riguardanti il processo di uscita dall’Ue nell’ambito della Brexit, per il Regno Unito il 2020 si chiude con un ulteriore ostacolo da superare, rappresentato dalla nuova variante di Covid-19 che ha iniziato a diffondersi nel sud del Paese.

Del ‘nuovo’ Covid-19 si sa ancora molto poco, ma tra i pochi dati certi pare vi sia quello della sua elevata trasmissibilità. Un elemento che non è stato certo trascurato dai Paesi dell’Ue, a partire dall’Olanda, prima a decidere di introdurre delle misure di contenimento mirate, con maggiori controlli che riguardano in particolare gli scambi con il Regno Unito.

Anche altri Paesi dell’Ue hanno subito imboccato la stessa strada, come Italia e Germania, poi anche la Francia. La decisione che è stata presa è quella di bloccare i collegamenti con il Regno Unito, e lo stesso governo britannico a decidere di rettificare gli allentamenti che erano stati previsti in occasione dell’arrivo delle festività natalizie.

La nuova variante di Covid-19 e la reazione di Londra

La nuova variante di Covid-19 ha così messo in allarme l’intero continente, per quanto non tutti abbiano ancora deciso di correre ai ripari. Proprio per la giornata di oggi è stato fissato un vertice di emergenza, d’altra parte ieri Londra ha detto chiaramente che la mutazione è “fuori controllo” alla luce del record registrato di nuovi casi +36 mila nelle ultime 24 ore.

L’andamento della curva dell’ultima settimana dimostrerebbe, secondo l’Independent, che i casi di Covid-19 sono aumentati del 50% rispetto alla settimana precedente.

Secondo alcuni esperti la variante però non ha iniziato a circolare solo oggi, ma sarebbe arrivata a Londra o in Kent già a metà settembre. L’annuncio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità però è arrivato solo il 14 dicembre.

Le autorità temono che la nuova variante di Covid sia in grado di “procedere fino al 70% più rapidamente del Sars Cov-2 già noto”. Motivo per cui la divisione europea dell’Oms ha chiesto ai Paesi dell’Unione Europea di “aumentare la capacità di sequenziamento” del virus, cosa che dovrebbe permette di saperne di più sui rischi legati alla sua mutazione.

Mutazione che sarebbe stata trovata anche in Danimarca ed in Australia, e che in base alle “informazioni preliminari” sarebbe capace di “incidere sull’efficacia di alcuni metodi diagnostici”. Non solo, perché “potrebbe essere più contagiosa” temono gli esperti, che però fanno sapere che al momento non vi è “alcuna prova di un cambiamento nella gravità della malattia”.

Maggiori informazioni arriveranno da parte dell’Oms solo quando l’organizzazione avrà “una visione più chiara delle caratteristiche di questa variante”.

Il ministro britannico della Sanità ha anche spiegato che le misure del massimo livello di allerta (Tier 4) potrebbero durare anche diversi mesi. Nel corso di una intervista rilasciata a Sky News, Hancock ha spiegato: “ora che sappiamo con quale velocità si diffonde questa nuova variante del virus, sarà molto difficile tenerlo sotto controllo fino a quando il vaccino non sarà ampiamente distribuito” nel Paese.

Il ministro ha quindi sottolineato: “si intravede la luce in fondo al tunnel, ma ci aspettano mesi difficili”, e ha poi ricordato che per far fronte a questa potenziale minaccia per il Regno Unito, il governo ha agito “tempestivamente” e ha invitato i cittadini che vivono nelle regioni inserite in Tier 4 a “comportarsi come se avessero già il Covid”.

La reazione dei governi centrali per contenere il contagio

Il ministro della Sanità britannico, Matt Hancock, ha fatto sapere che il Regno Unito ha “agito con decisione e molto rapidamente. Purtroppo la nuova variante è fuori controllo. Dobbiamo metterla sotto controllo”.

Il nuovo virus tuttavia ha già varcato i confini della Gran Bretagna, raggiungendo diversi Paesi Ue ed extra Ue. L’Aia ha giù intercettato un caso di infezione a inizio dicembre nell’ambito di procedure di analisi effettuate su base settimanale su tutti i tamponi raccolti.

Molti Paesi stanno rispondendo con uno stop dei voli e maggiori controlli in entrate e uscita, ma da Madrid arriva una richiesta all’Ue per una “risposta coordinata”, prima di procedere bloccando i collegamenti come hanno fatto Olanda, Belgio, Italia, Austria, Lussemburgo e Germania.

I provvedimenti presi da Parigi sono meno drastici di quelli per i quali hanno optato altri Paesi, interrompendo i collegamenti con il Regno Unito, cioè voli, treni e il tunnel della Manica, per 48 ore soltanto.

Bruxelles ha sospeso anche i treni e si sta coordinando con Parigi perché alcuni treni Eurostar provenienti dal Regno Unito passano proprio per il Belgio.

Atene ha deciso di imporre la quarantena di 7 giorni a partire dalla mattinata di oggi per tutti i passeggeri in arrivo dal Regno Unito, mentre per chi arriva da altri Paesi l’isolamento rimane di soli 3 giorni. Inoltre tutti i viaggiatori sono tenuti ad esibire test Per negativo che sia stato eseguito meno di 72 ore prima e sottoporsi ad un test rapido all’arrivo.

Usa: “non abbiamo prove che sia un virus più letale per la persona colpita”

Una linea meno allarmista quella degli Stati Uniti, che stando a quanto dichiarato nel corso di una intervista alla Abc da Brett Giroir, assistente del segretario alla Sanità Usa, non è necessario al momento sospendere i voli.

Inoltre Moncef Slaoui, responsabile di Operation Warp Speed, l’iniziativa americana di collaborazione tra pubblico e privato per lo sviluppo dei vaccini, terapie e tast anti-Covid ha precisato: “non è ancora chiaro se la variante del virus rinvenuta nel sud della Gran Bretagna sia in circolazione negli Usa”.

Meno allarmismo quindi negli Usa, anche perché, come ha spiegato Vivek Murthy, che sarà il Surgeon General della prossima amministrazione Biden, vale a dire la principale autorità sanitaria del Paese, “è importante sottolineare un paio di cose: se da una parte la variante sembra trasmissibile molto più facilmente, non abbiamo prove che sia un virus più letale per la persona colpita”.

E c’è dell’altro, ed è sempre Murthy ad illustrarlo spiegando che “non c’è ragione di credere allo stesso tempo che i vaccini che abbiamo sviluppato non siano efficaci contro questo virus”. “In conclusione se voi a casa sentite questa notizia non cambia nulla rispetto alle precauzioni che dovete prendere per ridurre la diffusione del virus” ha poi precisato.

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