Programma Cashback, critiche dalla BCE all’Italia. Il contante è accettato da tutti e funziona anche col blackout

Non sono certo parole di approvazione, quelle che la BCE ha indirizzato al governo italiano circa la decisione di mettere in campo il piano Italia cashless che prevede una progressiva riduzione dell’uso del denaro contante nel dichiarato intento di ridurre parallelamente il fenomeno dell’evasione fiscale.

Sono invece delle critiche tutt’altro che velate, quelle contenute nella lettera che la Banca Centrale Europea ha inviato a Roma. Per il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri però si tratta solo di rilievi “formali” e “infondati” da parte di una istituzione monetaria che sta acquistando BTP a man bassa in un momento così difficile per l’economia mondiale viste le conseguenze dei lockdown nazionali e delle varie misure restrittive.

Uno scontro che di certo non è usuale, quello in atto tra Roma e l’Eurotower, che ha inviato una missiva su carta intestata della Banca Centrale Europea dove lamenta di non essere stata informata preventivamente circa l’introduzione di una norma che avrebbe avuto un impatto rilevante sulla circolazione di denaro contante in Italia.

La lettera, siglata dall’ex membro del board Yves Mersch il giorno prima di lasciare la banca, ammette da una parte le finalità positive del programma di riduzione dell’uso del contante messo in campo dal governo italiano per contrastare l’evasione fiscale, ma dall’altra parla di un progetto “sproporzionato” per gli effetti che avrebbe poi sulla circolazione del denaro cash.

Per Gualtieri la posizione di Mersch è “formale e non vincolante”

Osservazioni, quelle di Francoforte, che però sul meccanismo sono all’atto pratico del tutto ininfluenti. Il programma cashback nel frattempo sta procedendo spedito dopo i primi intoppi iniziali dovuti al malfunzionamento dell’AppIO poi risolto. Al momento hanno aderito all’iniziativa circa 5 milioni di cittadini che si sono iscritti e hanno originato 16,3 milioni di euro di transazioni.

Quanto alla presa di posizione di Yves Mersch, Gualtieri la definisce “formale e non vincolante” al punto che non può destare “né preoccupazione né ripensamenti rispetto all’iniziativa del Governo italiano”.

Dal ministero del Tesoro anzi replicano che “le posizioni del dottor Mersch in materia sono note ed esprimono una corrente d’opinione tradizionale, sempre meno rilevante all’interno della Bce e nel contesto europeo dove invece è molto forte e incisivo l’impegno per modernizzare il sistema finanziario e per una maggiore diffusione dei pagamenti digitali”.

“I rilievi formali espressi da Mersch non appaiono peraltro fondati” spiegano ancora dal ministero “in quanto come è noto il cashback italiano non limita minimamente l’utilizzo del contante né penalizza chi lo usa”.

Bce, Mersch: “i pagamenti in contanti agevolano l’inclusione dell’intera popolazione nell’econmia”

La lettera della Bce, che è stata inviata per copia anche al governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, spiega il funzionamento del meccanismo cashback, precisando che il ministero dell’Economia ha inviato le informazioni ad esso relative alla Bce il 24 novembre scorso.

Nella lettera vengono svolte poi alcune considerazioni relativa all’importanza dell’utilizzo del denaro contante per alcuni gruppi sociali. Nella lettera viene spiegato chiaramente che “la Bce ritiene che l’introduzione di un programma cashback per strumenti di pagamento elettronici sia sproporzionata alla luce del potenziale effetto negativo che tale meccanismo potrebbe avere sul sistema di pagamento in contanti, in quanto compromette l’obiettivo di un approccio neutrale nei confronti dei vari mezzi di pagamento disponibili”.

Una misura di questo tipo quindi manca di “neutralità” rispetto alle modalità di pagamento che il consumatore intende adottare per pagare beni e servizi. Mersch anzi spiega anche che “dovrebbe tenersi presente che la possibilità di pagare in contanti rimane particolarmente importante per taluni gruppi social che, per varie legittime ragioni, preferiscono utilizzare il contante piuttosto che altri strumenti di pagamento”.

Dalla Bce aggiungono quindi che “il contante è altresì generalmente apprezzato come strumento di pagamento in quanto, quale corso legale, è ampiamente accettato, è rapido e agevola il controllo sulla spesa di chi paga. Costituisce, inoltre, un mezzo di pagamento che consente ai cittadini di regolare istantaneamente un’operazione ed è l’unico metodo di regolamento in denaro della banca centrale e al valore nominale per il quale non sussite la possibilità giuridica di imporre tariffe per il suo utilizzo“.

Nella lettera inviata al ministero dell’Economia italiano si legge poi che “in aggiunta, i pagamenti in contanti non richiedono un’infrastruttura tecnica funzionale e relativi investimenti, e sono sempre disponibili” cosa che “riveste particolare importanza in caso di interruzione della corrente elettrica che renda i pagamenti elettronici indisponibili”.

“Infine, i pagamenti in contante agevolano l’inclusione dell’intera popolazione nell’economia consentendo a qualsiasi soggetto di regolare in contanti qualsiasi tipo di operazione finanziaria” conclude Mersch nella sua missiva.

La Bce in sintesi chiede all’Italia con questa lettera di porsi in modo neutro rispetto all’utilizzo del denaro contante o di metodi di pagamento elettronici, senza tentare di indirizzare la scelta dei cittadini circa i sistemi di pagamento da usare.

E se si intende contrastare il problema dell’evasione fiscale o incentivare la “digitalizzazione del Paese” il governo italiano dovrebbe secondo la Bce “aumentare il livello di sicurezza negli esercizi pubblici e favorire il rispetto delle norme fiscali” ma non alterando le scelte di pagamento degli Italiani.

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