Verso il passaporto sanitario: l’Oms sta lavorando a un certificato di vaccinazione elettronica

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Il 27 dicembre è stato in Italia ed in Europa il giorno dell’arrivo del vaccino contro il Covid-19. Una data il cui valore è prettamente simbolico, visto che per vedere gli effetti della vaccinazione si dovranno attendere ancora molti mesi, senza contare i numerosi interrogativi ancora senza risposta in primis riguardanti la durata della protezione, ma anche i suoi effetti sul lungo periodo.

Ci sono ancora molte domande senza risposta, tant’è che lo stesso sito dell’Aifa nella pagina dedicata alle Faq, che troviamo anche sulla pagina web del ministero della Salute, mostra chiaramente quanto poco si sappia ancora oggi sugli effetti e sull’efficacia del vaccino.

L’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) non sa ad esempio quanto dura la protezione contro il Covid e non sa se chi ha fatto il vaccino pur non ammalandosi di Covid può contrarre il virus e trasmetterlo a chi non è vaccinato, e non sa se le donne incinte o che allattano possono fare il vaccino.

Interrogativi che restano per il momento senza risposta, e che si vanno in realtà ad aggiungere a molti altri interrogativi di natura diversa, per così dire pratica o anche politica se vogliamo.

Arriva il vaccino, pronte le dosi per metà della popolazione mondiale

Se per Italia e per gli altri Paesi dell’Ue il vaccine day è stato il 27 dicembre, in altri Paesi del mondo le prime dosi sono state distribuite già da tempo, come in Russia o in Cina, dove il vaccino è stato approvato quest’estate e si è subito iniziato a distribuirlo.

Anche negli Stati Uniti il vaccino è arrivato in anticipo rispetto all’Europa, infatti Oltreoceano le vaccinazioni sono cominciate il 14 dicembre, partendo dagli operatori sanitari, ed altrettanto hanno fatto Regno Unito e Canada.

Secondo i calcoli di Bloomberg in tutto in sole tre settimane di dicembre sono state vaccinate 1,8 milioni di persone in cinque Paesi. Ben poca roba rispetto ai quasi 8 miliardi di persone che popolano il pianeta, per i quali sono già pronte 8,2 miliardi di dosi, sufficienti a vaccinarne però solo la metà, dato che per ogni individuo occorrono due dosi da somministrare a distanza di tre settimane l’una dall’altra.

Bisogna anche tener conto del fatto che la distribuzione del vaccino su scala globale non sarà uniforme. I Paesi occidentali più ricchi ad esempio sono riusciti ad accumulare dosi grazie ad accordi di fornitura con Pfizer-Biontech, Moderna ed Astra Zeneca, mentre per gli altri Paesi non resterà che attendere probabilmente il 2022.

Ci vorranno anni per vaccinare tutta la popolazione mondiale

Viene definita la più grande campagna vaccinale della storia, e le premesse ci sono tutte, ma cosa succederà dopo che le dosi saranno state somministrate a tutti coloro che hanno deciso di vaccinarsi contro il Covid-19? Per scoprirlo con certezza occorrerà del tempo.

Negli Usa ad esempio si prevede di distribuire 5,1 milioni di dosi entro la fine dell’anno, seguendo una tabella di marcia che prevede la ripartizione del Paese Stato per Stato in base alla popolazione. Le seconde dosi però, che dovrebbero essere iniettate a tre settimane di distanza dalle prime, sono in attesa di essere spedite in lotti già assegnati.

Come abbiamo appreso, nessuno dei vaccini, che si tratti del vaccino Pfizer-Biontech, o del vaccino Moderna, o di quello prodotto dall’Astra Zeneca, funziona con una dose soltanto, quindi si calcola che ci vorranno anni per coprire una popolazione mondiale di 7,8 miliardi di persone.

Non bisogna poi dimenticare che nel frattempo anche chi ha ricevuto entrambe le dosi del vaccino dovrà rifarlo. L’Oms infatti spiega che potrebbe essere necessario un richiamo annuale esattamente come avviene con il vaccino contro l’influenza stagionale.

Cosa succederà a qualche mese dalla distribuzione del vaccino anti-Covid

Difficile dire con certezza entro quanto tempo le popolazioni dei Paesi più poveri riceveranno il vaccino contro il Coronavirus, ma cosa succederà dopo che il vaccino sarà stato somministrato su larga scala?

In Italia si parla già della possibilità di introdurre l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari, ed il dibattito sul tema è molto acceso in questi giorni, di soluzioni per il momento però non se ne sono trovate.

Ma in che direzione stiamo andando su scala globale? Si ritiene che una volta distribuito il vaccino si dovranno monitorare le persone, le loro storie sanitarie e le eventuali vaccinazioni contro il Covid-19.

A tale scopo dovrà essere realizzato un registro globale e potrebbe diventare necessario essere in possesso di un nuovo documento per accedere a tutta una serie di servizi: il certificato di vaccinazione.

Senza tale certificato potrebbe diventare impossibile ad esempio prendere un aereo, o viaggiare in treno o in bus, così come potrebbe non essere consentito acquistare un biglietto per il cinema, per il teatro, per un concerto, o prenotare un tavolo per mangiare fuori.

E se una prospettiva di questo tipo lascia una serie infinita di dubbi non solo dal punto di vista legale, ma anche etico e morale, una serie altrettanto lunga di dubbi riguarda l’aspetto dell’attuazione pratica di un progetto di queste proporzioni.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta lavorando alla realizzazione di un certificato di vaccinazione elettronica ma servirà del tempo anche per questo. Gli ostacoli non sono pochi infatti, cosa succede ad esempio nel caso di un cittadino russo che ha ricevuto il vaccino Sputnik V, non riconosciuto dagli altri Paesi, che intende spostarsi in un Paese dell’Ue o degli Stati Uniti?

L’Oms potrebbe decidere, sebbene ciò non risolva comunque tutti i problemi, di modificare il suo Regolamento sanitario internazionale, prevedendo la vaccinazione contro il Covid-19 come obbligatoria per viaggiare. Per farlo servirà però il via libera di tutti i 194 membri dell’Organizzazione.

Prospettive di investimento all’indomani del vaccino

Se la direzione in cui andremo sarà quella sopra descritta, nei prossimi mesi potremo assistere, tra le altre cose, ad una spinta ulteriore al settore della tecnologia legato al monitoraggio sanitario digitale delle persone.

Stanno lavorando in questa direzione ad esempio le imprese che operano nel settore dei viaggi, tra le più colpite dalla crisi economica provocata dalle misure restrittive imposte dai vari governi nazionali, e si stanno preparando a realizzare dei registri telematici dei passeggeri vaccinati.

L’Internatinal Air Transport Association (IATA) sta lavorando alla realizzazione di una mobile app che si chiama Travel Pass, in fase di sperimentazione con British Airways IAG SA, e dovrebbe essere resa disponibile su sistemi Apple e Android a partire dal primo trimestre 2021.

Anche altre compagnia stanno lavorando a progetti simili, come la International SOS, società di sicurezza di viaggio francese, che ha sviluppato AOKpass, utilizzata da Etihad Airways sui voli tra Abu Dhabi, Karachi e Islamabad in Pakistan.

Troviamo poi una organizzazione no profit svizzera sostenuta dallo stesso World Economic Forum, che ha sviluppato una app per la salute digitale che si chiama CommonPass. Questa app viene già utilizzata da alcune delle maggiori compagnie aeree su scala globale. come JetBlue, Lufthansa, Swiss International, United e Virgin Atlantic limitatamente ai voli per New York, Boston, Londra e Hong Kong.

Anche IBM Watson Health, che ha avuto contatti con Ticketmaster, il più grande rivenditore al mondo di biglietti per concerti sportivi, sta puntando sulla realizzazine di all di monitoraggio delle persone vaccinate.

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