Coronavirus: le regole per gli spostamenti e le restrizioni dal 7 gennaio, torna la divisione in fasce delle Regioni

Le date cardine per quel che riguarda le regole che l’esecutivo andrà ad imporre nel tentativo di contenere la diffusione del Covid in Italia sono quelle del 7 gennaio e del 15. Sarà infatti in questi giorni che potremo conoscere la strada che il governo Conte deciderà di imboccare per portare il Paese fuori dall’emergenza sanitaria legata al Covid-19.

La data del 6 gennaio infatti è quella che segna la fine del decreto Natale, il che significa che a partire dal 7 gennaio decade l’alternanza tra giorni feriali in fascia arancione, e giorni festivi e prefestivi in fascia rossa. Mentre il 15 gennaio 2021 termina l’efficacia dell’ultimo Dpcm Conte.

Nei prossimi giorni quindi occhi puntati sui numeri relativi alla diffusione del virus nelle varie regioni italiane, con particolare attenzione al report del 5 gennaio, perché è da quei dati che l’esecutivo partirà per definire le norme da inserire nel prossimo Dpcm.

Allo scadere del Dpcm che termina il 15 gennaio cadono diverse limitazioni, come quella che impone la chiusura di bar e ristoranti alle 18, ma il prossimo Dpcm potrebbe imporre nuove restrizioni simili se non persino più severe.

I dati che arrivano in questi giorni non sono dei migliori, con un indice Rpt, col quale si calcolano i nuovi positivi sul totale dei tamponi effettuati, resta al di sopra del 10%, e nella giornata di ieri ha anche toccato la soglia del 14%.

Alcune regioni hanno un indice Rt superiore a 1

L’ultimo monitoraggio della curva epidemiologica indica che ci sono diverse Regioni italiane con un indice di contagio Rt superiore a 1. Si tratta di Lombardia, Veneto, Liguria, Basilicata, Calabria e Puglia.

Il dato non è incoraggiante, e lascia pensare che per queste regioni potrebbe scattare a partire dal 7 gennaio la zona arancione, che come sappiamo determina il divieto di spostarsi verso un altro Comune se non per ragioni ritenute valide, e la chiusura per bar e ristoranti.

Del dato relativo all’indice Rt di queste regioni ha parlato il ministro della Salute Roberto Speranza, preannunciando che l’esecutivo adotterà probabilmente la linea del rigore.

Lo conferma anche il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, che ha spiegato: “dobbiamo evitare quanto sta accadendo in altri Paesi, penso al Regno Unito, dove è cominciata la campagna vaccinale ma gli ospedali sono in ginocchio. Da noi i divieti di questi giorni hanno consentito di contenere i numeri, ma la situazione è ancora molto complessa. Servono pazienza e rigore”.

Le scuole superiori riaprono il 7 gennaio

A partire dal 7 gennaio riparte la scuola in presenza anche per gli studenti delle superiori, ma solo al 50 per cento. Contemporaneamente si torna alla divisione del Paese in fasce di rischio, con Regioni in fascia gialla, in fascia arancione e in fascia rossa.

Per i cittadini che risiedono nelle regioni inserite nella fascia di rischio più bassa restano liberi gli spostamenti, mentre vige il divieto di uscire dal proprio Comune con le dovute eccezioni per i cittadini in fascia arancione, ed il divieto di uscire di casa, ancora una volta con le dovute eccezioni, per eventuali regioni rosse.

Il quadro dettagliato della situazione dal punto di vista dei numeri sui contagi ce lo fornirà il rapporto del 5 gennaio, ed è da quei dati che l’esecutivo partirà per decidere quali regioni inserire in fasce di rischio più alte.

Resta in vigore il coprifuoco dopo le 22, che probabilmente sarà rinnovato anche dopo il 15 gennaio, e allo stesso modo resta in vigore l’obbligo di portare con sé la mascherina e indossarla anche all’aperto laddove non sia possibile rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.

I sindaci avranno sempre la possibilità di chiudere vie del centro e piazze al fine di evitare il formarsi di pericolosi assembramenti che potrebbero facilitare la diffusione del Coronavirus.

Negozi, bar e ristoranti saranno aperti dopo il 7 gennaio?

A partire dal 7 gennaio potranno riaprire i negozi, e si torna all’orario che prevede la chiusura tra le 19.30 e le 20. Nulla da fare invece per quanto riguarda la riapertura dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi.

Nelle Regioni che a partire dal 7 gennaio rientreranno nella fascia gialla, a rischio basso, potranno riaprire anche bar e ristoranti, ma con orario di chiusura alle 18. Dopo le 18 potranno effettuare solo servizio d’asporto e consegna a domicilio, e resta vietato consumare cibo e bevande nelle immediate vicinanze del locale.

Una parte della maggioranza vorrebbe addirittura evitare del tutto l’apertura nella fascia pomeridiana, ma la Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercenti si è già espressa molto chiaramente nel merito preannunciando battaglia qualora dovesse prevalere la cosiddetta ala rigorista dell’esecutivo, non fosse altro che per “tutelare un settore che è ormai in una crisi economica senza precedenti”.

Le altre regole dal 7 gennaio per trasporti pubblici, palestre, sci e sport di contatto

Per quanto riguarda anzitutto i mezzi di trasporto pubblici, dal 7 gennaio non cambierà nulla, e probabilmente anche dopo il 15 gennaio non è in programma un aumento dei posti, con capienza che resta fissata al 50 per cento. D’altra parte dal 7 gennaio ripartono le attività lavorative e riaprono le scuole, e si punta a ridurre il più possibile l’affollamento sui mezzi pubblici.

Non si potrà tornare a praticare gli sport di contatto, non solo fino al 15 gennaio ma anche dopo questa data. Allo stesso modo restano chiusi gli impianti sciistici, infatti la riapertura che era prevista per il 7 gennaio è saltata dopo il parere negativo del Comitato Tecnico Scientifico che ha chiesto alle Regioni di rivedere le linee guida.

Il ministero dello Sport insieme al Cts sta intanto valutando la possibilità di riaprire palestre e piscine almeno dopo il 15 gennaio, ma serviranno regole ancora più stringenti, ad esempio permettendo solo le lezioni individuali.

Per quanto riguarda poi cinema e teatri la riapertura non sembra ancora possibile. Difficile che il governo riesca a trovare soluzioni per riaprire già dopo il 15 gennaio, mentre qualche speranza potrebbe esserci per musei e mostre, ma sempre con ingressi contingentati.

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