Con l’ordinanza di Speranza torna la divisione in zone fino al 16 gennaio, poi il nuovo Dpcm Conte

L’esecutivo guidato da Giuseppe Conte aveva già indicato quale sarebbe stata la linea da seguire all’indomani delle festività natalizie. Per questo fine settimana tutta Italia sarà in zona arancione, per poi passare alla divisione in fasce di rischio diverse a partire dall’11 gennaio fino all’entrata in vigore del nuovo Dpcm Conte.

L’ultimo Dpcm infatti cessa di avere validità a partire dal 16 gennaio, data che segnerà infatti l’entrata in vigore del prossimo Dpcm, ma fino a quel giorno l’Italia resta divisa in fasce di rischio, con regole molto simili a quelle adottate nel periodo che precedeva le festività, ma leggermente più stringenti.

Oggi e domani l’Italia è in zona arancione, il che significa che bar e ristoranti possono restare aperti solo per servizio di asporto fino alle 22, e dopo le 22 solo per consegna a domicilio. Per quanto riguarda gli spostamenti non si può uscire dal proprio Comune di residenza se non per motivi di salute, esigenze lavorative o assoluta necessità.

Possono uscire dal Comune invece coloro che risiedono in Comuni con meno di 5 mila abitanti, a patto che non si allontanino oltre i 30 km e che non raggiungano capoluoghi di provincia.

La situazione dei contagi in Italia

Fermo restando che ogni Paese affronta l’emergenza sanitaria con misure restrittive diverse, anche perché il mondo scientifico esprime opinioni spesso estremamente contrastanti tra loro, in Italia si continua a puntare su un regime di “massima cautela”, come indicato dagli esperti cui l’esecutivo ha deciso di fare affidamento.

L’Istituto Superiore di Sanità ha illustrato alcuni dati riguardanti l’andamento del contagio in Italia, ed è proprio da questi dati che si parte per valutare quali misure adottare per tentare di contenere la diffusione del Coronavirus.

“Nel periodo tra il 15 ed il 28 dicembre 2020, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,03 in aumento da quattro settimane e per la prima volta in sei settimane sopra uno” spiegano dall’Iss.

Il dato delle vittime Covid in Europa preoccupa l’Iss

A preoccupare una parte degli scienziati italiani è “il contesto europeo caratterizzato da un nuovo aumento nel numero di casi in molti Paesi europei e la circolazione di varianti virali con una potenziale maggiore capacità di trasmissione”.

Il dato dei decessi catalogati come decessi Covid-19 nei più grandi Paesi europei non è dei più incoraggianti, infatti nel Regno Unito nella giornata di ieri sono stati registrati 1.325 decessi, che portano il totale a 79.833, mentre in Germania i decessi sono stati 1.188.

L’Iss avverte quindi: “l’epidemia si trova in una fase delicata che sembra preludere ad un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero definite ed implementate rigorosamente misure di mitigazione più stringenti”.

Dall’11 gennaio 5 Regioni in fascia arancione

Sono solo 5 le Regioni che verranno inserite in fascia arancione a partire dall’11 gennaio: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Sicilia e Calabria. Ve ne sono altre però che rischiano di finire in fascia arancione dalla settimana seguente, sempre che non cambi qualcosa con il nuovo Dpcm atteso per il 15 gennaio.

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato un’ordinanza con la quale entrano in zona arancione le cinque regioni italiane che abbiamo elencato, ma ci sono altre regioni che corrono il rischio di entrare in zona arancione a partire dal 16 gennaio e sono Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Puglia e Umbria, più le province autonome di Trento e Bolzano.

Il presidente dell’Istituto Superiore della Sanità, Silvio Brusaferro ha brevemente illustrato alcuni tratti dell’attuale emergenza sanitaria, spiegando che “c’è un incremento della velocità di crescita dei casi e l’età media di chi si contagia e di chi purtroppo muore resta costante”.

Dal canto suo Nicola Zingaretti, segretario del Pd e presidente della Regione Lazio, si mostra soddisfatto per i risultati della sua regione, e sottolinea l’importanza del vaccino. “Il Lazio è ancora in fascia gialla” spiega Zingaretti “grazie ai cittadini per il rispetto delle regole. Siamo l’unica regione italiana a non aver mai cambiato colore. Ora non abbassiamo la guardia! Solo in questo modo potremo contenere la diffusione del Covid fino alla vaccinazione di massa”.

Da lunedì insomma torna il sistema della divisione in fasce di rischio, ed il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia conferma che attraverso questo meccanismo è possibile tenere “il Paese in sicurezza” evitando il lockdown. Si va però verso misure restrittive più severe probabilmente, che verranno introdotte con il nuovo Dpcm che sarà messo a punto nei prossimi giorni per entrare in vigore dal 16 gennaio.

Quali sono le regole in vigore fino al 15 gennaio?

Per quanto riguarda i confini regionali sembra aver prevalso la linea dei rigoristi all’interno dell’esecutivo. Si ritiene infatti che impedire ai cittadini di spostarsi da una Regione all’altra sia un metodo efficace per contenere il contagio. Non potranno spostarsi infatti né i cittadini delle regioni in fascia arancione, né quelli delle regioni in fascia gialla.

Non è possibile uscire dalla propria Regione se non per motivi di salute, di lavoro o per assoluta necessità. Si dovrà quindi compilare il modulo dell’autocertificazione per spostarsi dalla propria regione, ma in ogni caso non è consentito lo spostamento per raggiungere le seconde case.

Quanto agli spostamenti da un Comune all’altro sono sempre permessi nelle Regioni in fascia gialla, ma nelle Regioni arancioni sono vietati a meno che il cittadino non abbia la residenza in un Comune con meno di 5 mila abitanti. In questo caso infatti lo spostamento può avvenire verso altri Comuni a patto che non si trovino ad oltre 30 km di distanza e a patto che non si raggiungano capoluoghi di provincia.

Per bar e ristoranti sembra si vada confermando il divieto anche in zona gialla di restare aperti oltre le 18, mentre in zona arancione si va verso la chiusura salvo che per asporto e consegne e domicilio. Il confronto su questi punti però è ancora in corso in queste ore.

Non si sa ancora cosa verrà deciso riguardo palestre e piscine, ma sembra che proprio nelle prossime ore verranno divulgate le nuove linee guida. Il ministro per lo Sport e le Attività Giovanili, Vincenzo Spadafora, sta valutando insieme al Cts la possibilità di consentire la riapertura almeno per le lezioni individuali, mentre appare fuori discussione la proroga del divieto per tutti gli sport di contatto.

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