Coprifuoco verso l’abolizione: da oggi coprifuoco alle 23, poi la cancellazione prevista per l’estate

Se un anno fa senza vaccini e senza conoscere il Coronavirus se non da un paio di mesi o poco più si passava dal lockdown totale alla pressoché totale normalità, quest’anno le cose non andranno così bene.

Il governo presieduto da Mario Draghi continua a ripetere il mantra delle aperture graduali, e che ci piaccia o no, che abbia senso oppure non ne abbia affatto, almeno fino all’arrivo dell’estate i cittadini italiani dovranno sopportare il coprifuoco ed una lunga serie di misure restrittive delle libertà individuali come se ci fosse ancora una qualche emergenza sanitaria.

I numeri dicono che i reparti di terapia intensiva non sono più sotto stress, il che appare assolutamente naturale visto l’arrivo della stagione calda che, come l’anno scorso, ha portato alla “morte clinica” del virus. Non solo, sarebbe a dir poco una delusione se dopo aver iniziato la campagna vaccinale dalle fasce più a rischio a cominciare con gli anziani, dopo quasi 5 mesi avessimo il problema del sovraccarico delle terapie intensive.

Nonostante tutto ciò il governo ‘dei migliori’ ritiene che per qualche ragione anche una misura del tutto priva di basi scientifiche che la sostengano come quella del coprifuoco continui ad essere imposta almeno fino al 21 giugno.

Ancora un mese di coprifuoco

Per tornare ad avere la pressoché totale libertà di spostarsi, almeno per quel che riguarda il territorio italiano, i cittadini dovranno attendere il 21 giugno. Entro questa data infatti il governo Draghi intende rimuovere del tutto il coprifuoco.

Il passaggio non sarà repentino, infatti il primo step è quello di oggi, visto che con l’entrata in vigore del nuovo decreto l’inizio del coprifuoco viene posticipato alle 23, per poi passare al coprifuoco alle 24 a partire dal 7 giugno.

Su Il Tempo leggiamo che la linea di Draghi è quella di “avanti adagio”. Da una parte ci sono le timide pressioni dei partiti di centro destra con Salvini in prima fila che continua a chiedere l’abolizione del coprifuoco ormai da diversi giorni, mentra dall’altra ci sono il Pd e LeU, con il ministro Speranza che continua a chiedere prudenza.

Le scelte operate dall’esecutivo alla fine non hanno dato le risposte che speravano molti lavoratori, a cominciare da chi opera nella ristorazione, nel turismo, o i titolari di palestre e piscine, e soprattutto chi gestisce le discoteche, chiuse ormai da metà estate 2020.

La tabella di marcia delle riaperture

Ristoranti e bar: le richieste delle categorie più penalizzate da questa politica di chiusure in chiave anti-Covid non sono state ascoltate. I primi ad essere danneggiati da queste scelte politiche sono ancora una volta i ristoratori con il servizio consentito anche negli spazi al chiuso solo dal 1° giugno.

A tal proposito Coldiretti ha espresso delle aspre critiche in quanto permettendo finalmente la ristorazione anche negli spazi al chiuso potranno tornare a lavorare circa 180 mila realtà della ristorazione che non hanno a disposizione spazi all’aperto.

“La politica ha deciso di far morire il 46% degli esercizi di somministrazione senza tavoli all’aperto non facendoli lavorare fino al primo giugno” ha infatti spiegato Paolo Bianchini, presidente di Mio Italia “il comparto dell’ospitalità a tavola è rimasto schiacciato tra la presa di posizione ideologica del ministero del terrore Speranza e chi voleva aprire da subito. Ha vinto il chiusurista Speranza anche questa volta”.

Centri commerciali: per i centri commerciali i tempi sono quasi maturi, infatti se per far sedere i clienti anche all’interno bar e ristoranti dovranno attendere il 1° giugno, per far funzionare i centri commerciali anche nei weekend, insieme a gallerie e parchi commerciali, basterà aspettare il 22 maggio.

Piscine: per quanto riguarda le piscine all’aperto il problema non si pone più, visto che hanno già potuto riaprire a partire dal 15 maggio. Resta l’attesa per le piscine al chiuso che, stando a quanto stabilito con il nuovo decreto dovranno aspettare il 1° luglio.

Una notizia che non è stata presa molto bene dal presidente della Fin e della Len, Paolo Barelli. “Io sto in piscina, al chiuso, a Budapest. Allora devo scappare? È una cosa incredibile, una persecuziione incomprensibile e allucinante. Non c’è ragione. È come dire che le piscine, ben gestite, sotto la cura di professionisti, con le distanze, le sanificazioni e i protocolli sono più pericolose dei mezzi pubblici, delle scuole, delle discoteche e dei ristoranti al coperto. C’è qualche problema”.

Ed è sempre Barelli ad aggiungere, stando a quanto riportato da Il Tempo “sono pavidi, vogliono mantenere qualche rigore per giustificare uno stato che deve lasciare attenti i cittadini ma è completamente fuori luogo far morire le imprese natatorie. Sono irresponsabili”.

Palestre: Se le piscine al chiuso dovranno aspettare il 1° luglio per poter riaprire, per le palestre invece per qualche ragione non meglio dettagliata, la riapertura potrà arrivare con un certo anticipo rispetto a quanto inizialmente preventivato. Fermo stante l’obbligo di seguire tutta una serie di rigide norme per la sanificazione dei locali e degli ambienti, le palestre torneranno accessibili a partire dal 24 maggio.

Impianti di risalita in montagna: riaprono finalmente gli impianti di risalita in montagna, anche se nel frattempo per il grosso del turismo di montagna è decisamente troppo tardi. E anche se gli sciatori di tutta Italia dovranno attendere ormai l’anno prossimo, per la riapertura degli impianti di risalita a partire dal 22 maggio ci saranno da rispettare precise condizioni di sicurezza indicate nelle linee guida.

Discoteche: per le discoteche l’attesa continua. Dopo lo stop arrivato con il Dpcm di metà Agosto, tutte le attività di sale da ballo, discoteche e simili restano ancora sospese sia all’aperto che al chiuso.

Si resta in attesa dell’esito dei due esperimenti per il ritorno alla ‘normalità’, vale a dire l’apertura del Fabrique di Milano e del Praja a Gallipoli, al chiuso la prima e all’aperto la seconda. Queste aperture dovrebbero servire per capire se è possibile gestire gli ingressi limitando gli accessi a chi è in possesso di pass verde.

Il rinvio a oltranza per la riapertura di discoteche e sale da ballo ha deluso le aspettative di coloro che operano in questo settore e di Maurizio Pasca, presidente Silb/Fipe, l’associazione italiana di imprese di intrattenimento di ballo e spettacolo il quale ha criticato la decisione dell’esecutivo.

Siamo rimasti ancora invisibili, sono ormai 15 mesi che il Governo si è completamente dimenticato di noi, dalle attenzioni del Governo sono escluse solo le attività dei locali e dell’intrattenimento” ha detto Pasca “mi auguro che sia data la giusta attenzione e che siano portati avanti i due test in Puglia e a Milano, altrimenti un intero settore è a rischio fallimento”.

Sale giochi: anche le sale giochi sono ritenute attività a rischio diffusione del virus, motivo per cui il governo ne prevede lariapertura non prima del 1° luglio. Di questa categoria fanno parte le sale scommesse, sale bingo e casinò.

Diverso il discorso per i parchi tematici che stando a quanto stabilito dal nuovo decreto in vigore a partire da oggi possono riaprire dal 15 giugno.

Dall’agenzia Agimeg arrivano aspre critiche a questa decisione “questa è l’ennesima prova che esiste un pregiudizio sull’industria del gioco legale. È l’ultimo a riaprire nonostante i nostri protocolli di sicurezza siano tra i più efficaci. Le aziende del gioco non hanno ricevuto ristori, se non in minima parte, e tenerle chiuse per ulteriori 45 giorni, nonostante l’Italia stia aprendo ogni tipologia di attività non ha alcuna giustificazione se non di natura ideologica”.

D’altra parte, come fanno notare giustamente dal settore giochi, aprire agenzie di scommesse a campionati europei ormai terminati “è come aprire le spiagge a novembre”. Un copione già visto con gli impianti di risalita di montagna che verranno aperti tra qualche settimana.

Matrimoni: i festeggiamenti che seguono il rito civile o religioso potranno essere svolti a partire dal 15 giugno, sia in ambienti all’aperto che al chiuso. Per poter partecipare però gli invitati dovrano essere in possesso del pass verde e dal Cts dovranno arrivare maggiori indicazioni per quel che riguarda il numero massimo degli invitati.

Eventi e competizioni sportive: sarà solo a partire dal 1° giugno che saranno ammessi spettatori a tutte le competizioni sportive, mentre fino ad oggi era possibile assistere solo a quelle di interesse nazionale. La data per l’ammissione di pubblico alle competizioni sportive diventa però quella del 1° luglio nel caso in cui queste si svolgano al chiuso.

Vi sono poi dei limiti di capienza che sono stati fissati. Il numero di spettatori non deve superare il 25% della capienza massima, e in ogni caso non si può superare il tetto dei 1000 spettatori, che si riduce a 500 per gli spazi al chiuso.

Centri sociali e ricreativi: le attività di centri culturali, centri sociali e centri ricreativi potranno riprendere solo a partire dal 1° luglio.

Corsi di formazione: tutti i corsi di formazione, sia pubblici che privati, potranno ripartire in presenza a partire dal 1° luglio.

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