Origini del Covid: nel laboratorio di Wuhan esperimenti su pipistrelli vivi (il video)

Il video in cui si vedono pipistrelli vivi nel laboratorio di Wuhan è stato divulgato per la prima volta da Sky News Australia il 13 giugno. Si tratta di un video della durata di 10 minuti – che è possibile visionare anche da Youtube e che vi proponiamo qui di seguito – nel quale si festeggia l’apertura del laboratorio di biosicurezza livello 4.

Il video comprende anche una serie di brevi interviste rilasciate da alcuni degli scienziati che lavorano presso il laboratorio di Wuhan che, come sappiamo, è stato realizzato con la collaborazione del governo Francese che ha stanziado dei fondi. Ma la parte più interessante è quella in cui si può notare una tecnica di laboratorio all’atto di nutrire alcuni pipistrelli tenuti in gabbia.

Il video dimostrerebbe quindi che quelle tesi che in passato erano state immediatamente bollate come cospirazioniste, mentre chiunque avanzasse l’ipotesi dell’origine del virus nel laboratorio di Wuhan veniva etichettato come complottista, non erano poi così campate in aria.

Pessima figura sullo scenario internazionale prima di tutto per la Cina, ma anche per la stessa OMS su cui continuano ad addensarsi ulteriori ombre. L’Organizzazione Mondiale della Sanità infatti aveva categoricamente escluso anche la sola presenza di pipistrelli nel laboratorio cinese.

Nel laboratorio di Wuhan esperimenti su pipistrelli, un video lo dimostra

Il video è stato scoperto da un gruppo di privati cittadini che si occupa di approfondimenti circa l’intera vicenda del Sars-nCoV-2. Il titolo del video è “Il team di costruzione e ricerca del laboratorio di Wuhan P4 del Wuhan Institute of Virology, Chinese Academy of Sciences” e a portarlo alla luce sono state alcune indagini private, il che offre una misura della superficialità del lavoro di indagine svolto dagli addetti ai lavori.

Sono stati infatti i ricercatori del DRASTIC, acronimo che sta per Decentralized Radical Autonomous Search Team Investigating COVID-19, a trovare e divulgare il filmato che mostra il pipistrello nel laboratorio di Wuhan.

L’iniziativa del DRASTIC ha preso il via la scorsa primavera quando Gilles Demaneuf, data scientist, ha svolto alcune considerazioni sulla vicenda Covid-19 partendo da collegamenti logici circa gli eventi raccontati dai mass media e quelli che invece hanno ottenuto poco e nessun risalto mediatico.

Le scoperte di Demaneuf e del suo team frutto di mesi di lavoro di indagini approfondite sono contenute in un testo che è stato pubblicato su Medium dal titolo: “Il buono, il brutto e il cattivo: una recensione di SARS Lab Escapes”.

Quello che Demaneuf è riuscito a dimostrare è che i laboratori di livello 4 non erano poi così sicuri da poter escludere qualsiasi possibilità di fuga del virus. Il laboratorio di Wuhan non era così ermetico come sembra si sia voluto far credere per tutto questo tempo, infatti Gilles Demaneuf ha fatto emergere 4 incidenti relativi alla SARS accaduti tutti nel corso dello stesso anno: il 2004.

Il video è solo uno dei tasselli del puzzle, infatti secondo Demaneuf e il suo collega Rodolphe de Maistre vi sono altre prove a sostegno della tesi per cui il virus ha avuto origine nei laboratori di Wuhan. Quanto al ritrovamento del video, a scoprirlo è stato per l’esattezza un altro collaboratore di Demaneuf, l’archivista digitale “Jesse”.

Il team sta lavorando ora alla stesura di un libro che prossimamente sarà in vendita il cui titolo sarà: “What Really Happened in Wuhan” e il video in questione sarà parte della documentazione su cui si basa il lavoro.

Qual è l’origine del Covid? Le due possibilità

Ad ormai un anno e mezzo dalla prima comparsa del Sars nCoV-2 ancora non è dato sapere se la sua origine sia naturale o provenga da un laboratorio, quello di Wuhan appunto. Se nelle prime concitate fasi della diffusione del virus, dapprima nella sola Cina per via del focolaio di Wuhan, si cercava di capire se il Covid fosse uscito dal laboratorio, in poco tempo l’ipotesi è stata bollata come complottista ed esclusa.

C’è voluto oltre un anno per iniziare ad aprire un vero e proprio dibattito, ed ora finalmente si è smesso di escludere a priori la tesi della fuga – volontaria o involontaria – dal laboratorio di Wuhan.

Le possibilità a questo punto sono ufficialmente due: una è quella che il virus abbia effettivamente avuto origine naturale, e che quindi il laboratorio di Wuhan non abbia giocato alcun ruolo nella vicenda, mentre l’altra è che il virus sia venuto fuori proprio da quel laboratorio, e in questo caso resterebbe da capire se si sia trattato di un incidente o di un atto intenzionale.

E se fino a qualche mese fa la tesi della fuga del virus dal laboratorio era ancora bollata come ‘roba da complottisti’ adesso pare proprio che sia questa quella ritenuta più attendibile.

Sulla prima ipotesi infatti, quella che vedrebbe il Covid-19 come un virus di origine naturale, iniziano ad addensarsi i dubbi. Si tratta di una tesi che appare sempre meno credibile, e che soprattutto non è ancora riuscita a spiegare esattamente quale sia il percorso che il virus avrebbe compiuto.

Sulla seconda ipotesi, quella dell’origine in laboratorio, invece si inizia ad indagare con sempre maggior interesse. Ora è spuntato fuori il video con il pipistrello nel laboratorio di Wuhan, ma non si tratta dell’unico elemento a sostegno di questa versione dei fatti.

Ci sono anche altri elementi, come alcune ritrattazioni in campo scientifico tra cui quella dello zoologo Peter Daszak che tempo addietro su Twitter aveva spiegato in poche parole in che modo si agiva per la raccolta dei campioni.

“Raccogliamo campioni di pipistrelli, li inviamo al laboratorio, RILASCIAMO i pipistrelli dove li catturiamo!” aveva spiegato il ricercatore enfatizzando la parte a stampatello. In seguito però Daszak aveva cambiato la propria versione ammettendo che l’istituto di virologia di Wuhan potrebbe aver ospitato pipistrelli.

Sulla presenza dei pipistrelli nel laboratorio di Wuhan in realtà restano ben pochi dubbi grazie al video diffuso in questi giorni, quindi sembrerebbe che le prime dichiarazioni rilasciate da Daszak via Twitter siano false, e che sia attendibile invece la rettifica che egli stesso ha fatto successivamente.

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