“Niente di sperimentale” garantisce il Coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, Franco Locatelli, pur sapendo benissimo che la sperimentazione durerà almeno fino al 2022, come confermato tra l’altro anche dal professor Bellavite nel corso di una intervista approfondita a Di Martedì di qualche mese fa. (qui il link dell’intervista).

Insomma non solo per iniziare la distribuzione dei vaccini anti-Covid sono state bruciate tutte le tappe, non solo si è iniziata la somministrazione con largo anticipo rispetto a quelle che sono le tempistiche previste per la messa in commercio di qualsiasi vaccino ‘tradizionale’ pur trattandosi in questo caso di un vaccino completamente nuovo, ma pur non conoscendo molte delle risposte ci si ostina a negare che si tratti di un farmaco ancora sperimentale.

Le molte domande senza risposta, nei primi mesi riportate anche nella sezione delle FAQ dell’AIFA, continuano a perseguitare non tanto chi il vaccino non ha intenzione di riceverlo, quanto chi ha offerto il braccio alla siringa e si aspetta di avere almeno un minimo di certezze.

Le (non) risposte di Locatelli gelano la conduttrice

E tra i vaccinati che qualche risposta, almeno dopo aver ricevuto il vaccino, vorrebbero anche averla, troviamo la conduttrice di In Onda, il programma di approfondimento politico di La7.

A Franco Locatelli, coordinatore del Cts, Concita De Gregorio non aveva domandato nulla di così specifico circa l’efficacia dei tanto decantati vaccini anti-Covid in distribuzione ormai da quasi 7 mesi. Non aveva chiesto quali fossero esattamente le percentuali di protezione dalla malattia rispetto alle numerose varianti, o quali fossero gli effetti collaterali cui si rischia di andare incontro. Niente di così complicato.

La De Gregorio sperava di poter sapere almeno quale fosse la durata della protezione offerta dal vaccino contro la malattia (visto che contro il contagio non offre alcuna protezione), ma dal momento che, come per tutti i farmaci sperimentali, non è dato sapere neppure quali sono gli effetti indesiderati, sopratutto quelli nel lungo periodo, allo stesso modo non si sa quanto durerà la protezione, e Locatelli non poteva che ammetterlo. 

Delusione per la conduttrice che, visibilmente perplessa, ammette di essersi vaccinata e di sentirsi tranquilla “ma fino a quando?”. Per Locatelli è impossibile dare certezze, “nulla di sperimentale” assicura, eppure non si sa quanto dura la protezione, né se servirà una terza dose (e questi non sono che un paio dei numerosi interrogativi ancora senza risposta) e come evidenzia la giornalista “lo scopriremo solo vivendo” ma guai ad ammettere che il vaccino è ancora in fase di sperimentazione.

De Gregorio a Locatelli: “io mi sono vaccinata e mi sento tranquilla, ma fino a quando?”

I vaccini anti-Covid in circolazione, assicura il coordinatore del Cts, non sono in fase di sperimentazione, ma per quanto riguarda la durata della protezione, e circa la possibilità che occorra inoculare anche una terza dose si dovrà attendere ancora del tempo, cioè la fine della sperimentazione.

A chi ancora non ha appreso l’uso del bipensiero orwelliano potrebbe sembrare una contraddizione, ma per tutti gli altri non ci sarà assolutamente nulla da eccepire.

“Non sappiamo se sarà necessaria una terza dose” ha detto chiaro e tondo Franco Locatelli, che ha poi aggiunto anche: “non si sa quanto dura esattamente la protezione vaccinale contro il Covid-19” dando alla giornalista delle pessime e quanto mai inattese notizie.

La De Gregorio infatti appare sorpresa e delusa da questa risposta, il che da una parte è comprensibile visto che lo stesso esperto del Cts aveva appena finito di dichiarare ufficialmente chiusa la sperimentazione del vaccino, bollando come fake news qualunque notizia osi affermare il contrario.

Non si sa se servirà una terza dose e non si sa per quanto tempo il vaccino è in grado di proteggere dalla malattia. “Noi non sappiamo in questo momento se ci sarà la necessità di una nuova dose, non sappiamo quanto dura la protezione perché abbiamo iniziato a vaccinare da sette mesi” ha detto infatti Franco Locatelli.

Un po’ troppi interrogativi per un farmaco non più in fase di sperimentazione, infatti la De Gregorio non se l’aspettava. “Ah, questo non lo sapevo, non sappiamo quanto dura? E come lo scopriamo?” “Con il trascorrere del tempo” risponde Locatelli.

“Oddio… Lo scopriremo solo vivendo… Io mi sono vaccinata e mi sento tranquilla, ma fino a quando?” domanda la giornalista, al che Locatelli prova a spiegare cercando di non rendere troppo evidente la contraddizione esistente tra la fine della sperimentazione appena declamata e la mancanza di dati circa durata ed efficacia del vaccino.

“Dai primi dati sappiamo che la copertura dura fino a 9 mesi, ma potrebbe durare anche per un periodo significativamente più lungo, per questo è prematuro parlare di terza dose” ha provato a spiegare l’esperto “non sappiamo se e quando sarà necessaria, mentre fin da ora sappiamo che è indicata nei pazienti immunodepressi”.

Insomma del vaccino si sa tutto ma al tempo stesso ci sono tante cose che ancora non si sanno, e tra queste ultime troviamo il nodo terza dose e il nodo durata della protezione. Cioè le uniche due domande specifiche poste dalla conduttrice, che non ha osato chiedere lumi sull’efficacia dei vaccini nel caso di varianti forse perché riteneva ampiamente esaustivo il “funzionicchiano” di Massimo Galli di qualche settimana fa. 

Locatelli: “i giovani si devono assolutamente vaccinare”

Poche certezze sull’efficacia e sugli effetti collaterali dei vaccini, ma certezze granitiche in merito al fatto che questi vadano somministrati anche ai giovani nella fascia di età 12-18 che dal Covid non hanno assolutamente nulla da temere come dimostrato dalle statistiche ufficiali.

“I giovani si devono assolutamente vaccinare per ridurre la circolazione virale, favorire la loro socializzazione e la loro presenza a scuola” ha detto Locatelli che ha poi messo in evidenza un problema di cui si parla poco, probabilmente anche perché è tra le conseguenze di lockdown e restrizioni sulle fasce più giovani della popolazione.

“Con la mancanza della didattica in presenza (cui diversi Paesi in Europa e nel resto del mondo non hanno mai rinunciato ndr) nei ragazzi si genera una deprivazione socio-psico-affettiva, per non parlare delle idee suicidarie. Io lavoro all’ospedale Bambin Gesù e il collega che segue questo tipo di patologie ha riportato un incremento del numero di adolescenti con queste idee”.

I giovani tuttavia hanno la fortuna di non sviluppare praticamente mai la forma grave della malattia, anche senza il vaccino, e quanto al contrarre e trasmettere il virus, ciò accadrà sia con che senza il vaccino. In che modo la loro vaccinazione dovrebbe contribuire a debellare la circolazione del virus? Una domanda che la conduttrice di In Onda non ha posto a Locatelli, ma è lecito immaginare che la risposta sarebbe stata la stessa: “non lo sappiamo”.

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